Nulla migliora in Sicilia, da secoli

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Cambiano i secoli, scenografie e orchestrali ma non la musica.

Noi figli di una dea misericordiosa sull’orlo del baratro

di Guido Di Stefano

Prima di esaminare qualcuna delle ultime pubblicazioni della Regione Siciliana vogliamo sottoporvi alcune considerazioni generali.

     La Sicilia è prigioniera dell’Italia, Stato a quanto sembra cementato nel (o dal?) Segreto di Stato, impenetrabile scrigno che nasconde di tutto, soprattutto i morti “misteriosi” e i  colpevoli  dei disastri economico-finanziari più eclatanti.

    Già sul nascere la Sicilia diede i suoi contributi in vite, in oro, capitali. E così continuò: tra l’altro i nostri predecessori hanno per ben quattro volte subito il peso (o la spoliazione)  del consolidamento del debito pubblico.

   Contro ogni aspettativa con la distruzione delle dittature la musica non è cambiata: la Sicilia è rimasta la nazione delle vacche e delle pecore da mungere, tosare, macellare. In effetti però c’è una sostanziale differenza: ora non si ha contezza su chi siano i veri direttori d’orchestra e/o gli orchestrali.

    Ogni organismo sovranazionale o internazionale cui Roma aderisce aggiunge nuovi obblighi (e trascurabili o inesistenti tutele) per i Siciliani: e attualmente ci troviamo in balia dei governi e ancor più dei tecnocrati di Palermo, Roma, Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino, Washington, NATO, UE, ONU.

     Con la “liberazione” abbiamo continuato a pagare i nostri tributi di sangue e di denaro.

     Sono morti tutti quelli che volevano la Sicilia libera e grande: ideologi, politici, manager, operatori, giudici, poliziotti, fedeli servitori delle istituzioni sono morti ammazzati nella “scontata” impunità dei mandanti e offesi dalle ancora più scontate manifestazioni di raccapriccio e cordoglio. Sono morti anche cittadini “ignari”, vittime di mai chiariti affari o distrazioni di stato.

     Siamo stati sistematicamente spogliati dei nostri diritti e dei nostri “averi”, complici attivi o omissivi quelli che dovevano rappresentarci o difenderci: noi li abbiamo eletti e moltissimi appena assisi sullo scranno hanno dimenticato perché, come e quando  erano stati innalzati ai vari gradi che sfoggiavano.

     Abbiamo vissuto la “polverizzazione” di sogni, speranze e di ogni pia intenzione: le “devianze”, le arroganze, gli scandali recenti sono fuoco rovente e gridano vendetta al cospetto divino nel nome di quelli che furono, sono e saranno figli devoti di questa meravigliosa, bellissima, generosa madre, che sempre ha saputo accogliere tutti i popoli come figli suoi.

     I barbari che ci opprimono con  le armi (convenzionali o di massa che siano), ci affamano negandoci il possesso e il godimento dei nostri tesori, ci spogliano sfacciatamente, ledono la nostra dignità e i nostri diritti, non capiranno mai: non per niente sono dei barbari, primitivi al nostro confronto. Parafrasando il Lampedusa possiamo dire: noi fummo i gattopardi e sopra di noi piombarono i lupi, gli sciacalli, le iene.

    Ora passiamo ai commenti sulle pubblicazioni (decreti) esposte sul sito istituzionale del “Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione” nei giorni 18-20-21-22 gennaio.

   Giorno 18 gennaio hanno “conquistato” il sito internet i decreti (20 qui di seguito elencati secondo l’ordine orario di inserimento) DD.DD.GG.  nn. 70238,  10563, 10564, 10571, 10561, 70235, 70239, 70240, 10573, 10565, 10566, 10567, 10568, 10569, 10570, 10574, 10562, 10572, 70236, 70237. Con l’annullamento (singolo o multiplo) e la revoca di decreti del trascorso 2015 “rastrellano”  e rendono disponibili  al bilancio defunto 2015 complessivamente  Euro  2.107.487,07.

   Sempre in tema di variazione al bilancio 2015 giorno 21 gennaio arrivano sul sito istituzionale  altri decreti di variazione al bilancio 2015 e precisamente i Decreti Variazione Bilancio (5 D.V.B.) nn. 110165-110166-110167-110168-110169, per un importo complessivo pari a Euro 665.331,86.

   A titolo puramente informativo accenniamo alla presenza di otto decreti volti alla liquidazione di rate a favore di quegli Enti che si chiamano Casse o Banche. Precisamente si tratta  dei DDS 10, DDS 11, DDS 12, DDS 13, DDS 14, DDS 15 del 20 gennaio e dei DDS 24 e DDS 25 (del 22 gennaio) per complessivi Euro 110.365.940,53 a valere sul bilancio 2016.

    Interessante è senza dubbio alcuno il D.D. 23 del 21 gennaio 2015 con cui diligentemente si impegnano sul capitolo    109301 e si liquidano a favore dell’Assemblea  Regionale  Euro 11.916.667,00 (anno 2016).

    Sempre il giorno 21 manifesta altre meraviglie e ci riporta indietro nel tempo. Leggiamo i l D.R.G. n. 20, il D.R.G. n. 21 e il D.R.G. n. 22: sono titolati nei rispettivi link “decreto di Tesoreria c/c  22923 dicembre 2015”; e  tutti e tre all’articolo 2 recitano testualmente “Le somme di competenza di cui all’articolo 1 sono da intendersi accertate, riscosse e versate. Le Ragionerie Centrali competenti procederanno alla relativa contabilizzazione”. Le somme di cui ai rispettivi “articoli 1” ammontano complessivamente (salvo errori e omissioni)  a Euro 141.117.406,83.

     Per chiudere parliamo di una delle nostre croci: il furto dei cavi di rame, specie in impianti attivi.

Chissà quando i comuni cittadini e chi ci amministra o governa capiranno che se c’è un “ladro” che ruba, esiste anche una persona “onesta” che compra!

E chissà quando i legislatori capiranno che il furto di rame negli impianti (specie attivi) è un reato pluriaggravato nella sua essenza? Perché in ogni caso è causa di interruzione di pubblico servizio e conseguente danno a tutta la comunità; e perché in molti casi (quando interessa cioè  presidi sanitari, dighe, aree di pericolo) diventa ipotizzabile l’attentato alla incolumità e salute pubblica!

Ma che diciamo! Nelle dorate “riserve” i cui si arroccano i potenti non succedono queste “frivolezze”!

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