La donna tedesca, ora in stato di arresto, che ieri a Santo Stefano di Cadore (Belluno) ha travolto con la sua Audi lanciata a forte velocità nel centro del paese un’intero nucleo familiare uccidendo un bambino di due anni, il suo papà e la sua nonna e ferendo la mamma stava forse parlando al cellulare.
L’incidente è avvenuto ieri e ha destato forte scalpore per la sua dinamica. Intorno alle 15.45 infatti l’intero nucleo familiare che passeggiava sul marciapiede si è visto travolto da un’auto in via Udine, auto che secondo diversi testimoni viaggiava oltre i 100 Km/h e che non avrebbe neanche accennato una frenata. La famiglia travolta si trovava in vacanza provenendo da Favaro Veneto (vicino Mestre). A morire sul colpo Marco Antoniello di 48 anni, Maria Grazia Zuin di 65 anni mentre il piccolo Mattia Antoniello di appena due anni che era dentro un passeggino è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale a causa dei gravissimi traumi. Un malore, fortunatamente rientrato ha colto anche il nonno del piccolo appena si è reso conto dell’immane tragedia che aveva appena colpito la sua famiglia. La mamma del bambino invece è ricoverata in serie condizioni, ma non in pericolo di vita, all’ospedale di Pieve di Cadore.
La donna arrestata invece è una trentenne tedesca che non ha riportato conseguenze se non uno stato di shock, e che è stata arrestata per omicidio stradale plurimo, è stata poi sottoposta sia all’alcoltest che all’esame tossicologico. Adesso, appunto, l’ipotesi che tutta la tragedia sia nata da una “distrazione” al cellulare, forse per leggere o scrivere dei messaggi. Ma al momento è appunto soltanto un’ipotesi che dovrà confutare la Polizia informatica dall’esame del dispositivo sequestrato.
In casi come questo gli inquirenti, accertato con assoluta esattezza e senza ombra del minimo dubbio, occorre una legge che condanni l’autore che ha causato il triplice omicidio alla pena di morte