C’era una volta un regno, grande e dal florido bilancio

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1000px-Scudo_di_Ferdinando_III_di_Sicilia_-_analisi_illustratadi Guido Di Stefano

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      Riuscì detto regno a dominare sul Mediterraneo, rispettato e (osiamo dire) amato dagli stati, popoli e istituzioni   rivieraschi dell’Africa e dell’Oriente  ma non d’Europa (da Roma in su): ricco, florido, potente, quasi carismatico, come proiettato verso il futuro (che gli è stato rubato).

    Fu grande il Regno di Sicilia, così grande da non trovare spazio adeguato nelle storiografie ufficiali, quelle dei regimi.

    Ed ora è colonia annessa e sottomessa ad una colonia (volontaria) di una definizione (Europa) a sua volta autoclassatasi colonia USA(ta).

    Il tutto invaso e pervaso dai “catalizzatori” di disgrazie. Per intenderci il “catalizzatore”  è una sostanza (entità) semplice o complessa che innesca/facilita/accelera una reazione produttiva o distruttiva tra due o più reagenti (entità semplici o complesse) ritrovandosi alla fine “inalterato e indenne” (uguale a se stesso) e, utilitaristiticamente e/o cinicamente parlando,  buono per un’altra volta. Umanamente parlando catalizzatore può essere un singolo, un’istituzione, un partito, una lobby, una nazione: a voi la scelta della “composizione” e della localizzazione, fermo restando che nella prassi (salvo imprevisti e/o incidenti) sono gli operatori (esterni e invisibili nel processo reattivo) che scelgono il “catalizzatore”, che domina la scena  del “processo”, “pro tempore” fino a “nuovo impiego”.

    Che c’entra la Sicilia? Per la sua “collocazione” essa è investita da tutte le disgrazie passate, presenti e future: lo racconta la storia, lo conferma l’attualità (o storia del domani), lo lasciano chiaramente intendere gli operatori, tramite i movimenti e le dislocazioni di quelle entità che ci sembrano meritevoli dell’appellativo proficui  catalizzatori in mutazioni magari spontaneamente  impossibili.

    Poi si tenga conto che i  catalizzatori usati nei laboratori e nelle industrie (non parliamo poi di quelli incidentali) possono anche avere un basso costo; e si tenga in evidenza che il catalizzatore non viene “cancellato”  dalla reazione che innesca-facilita-accelera come i “poveri” reagenti.

    Comunque rientriamo  nella nostra isola e occupiamoci del suo bilancio, sempre più gracile per colpe ed errori più o meno atavici nonché per operazioni esogene ed endogene. Ci dedichiamo alle solite letture del sito istituzionale del “Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione”.

    Dal 22 al 26 giugno 2015 qualitativamente non si riscontrano novità: riproduzioni economie, accertamenti, iscrizioni, reiscrizioni, variazioni di ogni tipo, ordinaria amministrazione, decreti ritardatari.

    I decreti “ritardatari” non sono poi tanti: appena 8. Tra essi meritano la menzione:

  • Il DRG N. 60330 DEL 06.2015 “Reiscrizione Capitolo 183734 di Euro 161.016,00”, pubblicato il 22.06.2015;
  • Il D.R.G. n. 1430 del 06.2015 – “Decreto incremento capitolo 472529 con relativo capitolo di entrata 3688 – Dipartimento Turismo – euro 1.450.000,00 Pubblicato il 22/6/2015.

  Quali riproduzioni economie  superiamo di poco gli Euro 3.500.000,00.

   Alla voce accertamento tiene alto lo stendardo, in quantità e motivazione,  il D.D.S. n. 1506 del 26.06.2015 – “Accertamento entrata sul cap. 2620 di Euro 2.221.801,31 per cedola interessi su Titoli di Stato del Sinking Fund Pirandello Bond –“: osiamo dire “grandioso”.

    Per le iscrizioni introduciamo prima il DD . n. 1450 del 23/6/2015 ” Iscrizione somme Anticipazione FSN Giugno ” capitoli 4219-215217 Euro 197.023.424,61”:  anche voi concorderete che è una sostanziosa somma; e poi parliamo di sanità! Le altre iscrizioni riscontrate sono invece poca roba: poco più di Euro 380.000,00.

     Le reiscrizioni (riassunte come tali) superano appena gli Euro 2.000.000,00. Invece con le altre variazioni di bilancio (comunque presentate nel sommario) superiamo gli Euro 9.500.000,000.

    Si potrebbe affermare: ancora respira.

    E si muove anche! Si istituiscono ancora capitoli: il DDG N. 1473 del  24.06.2015 annuncia  l’ istituzione del Capitolo 3945.

   E nuovi segni di vita trasmettono ben otto decreti del 23 giugno 2015:

–         D.R.G. n. 1440 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4502455/01;
–         D.R.G. n. 1441 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4502937/01;
–         D.R.G. n. 1442 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4554360/02;
–         D.R.G. n. 1444 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4553599/01;
–         D.R.G. n. 1446 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4547107/01;
–         D.R.G. n. 1447 del 23.06.2015 – Approvazione Atto Aggiuntivo al Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4547518/02;
–         D.R.G. n. 1448 del 23.06.2015 – Approvazione Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4557448/01;

–         D.R.G. n. 1449 del 23.06.2015 – Approvazione Contratto di Rinegoziazione Prestito CDP Posizione n. 4557449/01.

      C’era una volta e ora non c’è più.  E stanno tramontando all’orizzonte che fu già del regno,  memoria, passato, presente, futuro, orgoglio, dignità, sogni, speranze; e tendono a affievolirsi e/o sparire, travolti da ripetuto tuonare “risparmio” allo stato integrale, i servizi (poco importa se essenziali o meno): i pazienti (ammalati) cominciano a vedersi morti; i viaggiatori (autolinee) disperano che non ce la faranno come “appiedati”, atteso che (dando per scontato il loro efficiente funzionamento) non ci saranno ferrovie (e trasporti pubblici) in grado di “servire” le popolazioni montane e rurali in condizioni climatiche (e stradali) avverse!

      Tra una voce di cancellazione (e/o distruzione) e l’altra corre anche quella della contrazione (o cancellazione) delle spese per assicurare un  servizio meteorologico a misura della Sicilia e dei Siciliani (operatori economici “in primis”): non ci sono soldi! Eppure negli anni “bui” sembrò fattibile ed esercitabile a costi insignificanti: la Regione aveva (e ha) sufficienti e idonee dotazioni in personale, strumenti e mezzi;  del dopo e di  ora non sappiamo nulla,ma ci chiediamo: quanto varrebbe questa lungimirante “sforbiciata”, che porta a delegare ad altri la nostra  “meteorologia”?  Misteri delle volontà politiche e/o delle esigenze di risparmio?

      Ma da dove vengono i soldi per certe istituzioni e manifestazioni “distanti” dalla cultura  siciliana e che turisticamente (parliamo del turismo che porta reddito dall’esterno dell’isola) potrebbero anche  essere “sindacati”?

     Cosa vale di più: il sorriso (grato) di chi spera o il sorriso (sprezzante) di vuol divertirsi ancora di più?

     Siamo nati a immagine e somiglianza del Creatore o siamo usciti dalle rotative del male?

 

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