Israele, cresce protesta in università Usa: 150 arresti a New York

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Fermati studenti e professori che manifestavano per un cessate il fuoco a Gaza. A Tel Aviv nuova contestazione dei parenti degli ostaggi

Mentre Israele prepara all’offensiva contro Hamas a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, si susseguono gli appelli contro un attacco su vasta scala in un’area in cui sono costretti a vivere 1,2 milioni di civili sfollati. A Gaza il numero di persone uccise dallo scorso 7 ottobre, è ormai salito a 34.183, mentre 77.143 sono rimaste ferite nei raid. La violenza della rappresaglia israeliana sta provocando manifestazioni di protesta in molte università, con gli studenti che chiedendo agli atenei di sostenere un cessate il fuoco a Gaza e di disinvestire dalle aziende con legami con Israele.

A New York oltre 150 persone arrestate, anche docenti

Negli Usa sono oltre 150 le persone che sono state arrestate la notte scorsa alla New York University, uno degli atenei americani dove sono esplose le proteste e le occupazioni contro la guerra a Gaza. Tra gli arrestati vi sono studenti, docenti e persone non collegate con l’università, fanno sapere dalla polizia che è intervenuta su richiesta dei vertici della Nyu. “Questo è un tipo di comportamento che stiamo vendendo in campus in tutto il Paese con individui che occupano uno spazio sfidando le regole dell’università – ha dichiarato Kaz Daughtry, vice capo della polizia di New York, sui social media – stati sicuri che la città di New York e la sua polizia sono pronte a reagire contro queste azioni proibite ed illegali”.

In particolare nel campus della Yale University a New Haven, nel Connecticut, gli agenti hanno arrestato almeno 47 manifestanti nelle score ore, come si legge in una nota diffusa dall’università. Gli studenti arrestati, precisa l’ateneo, verranno sottoposti ad azioni disciplinari.

La repressione della polizia segue la decisione della Columbia University di cancellare le lezioni in presenza come risposta all’allestimento di accampamenti di tende nel campus di New York da parte dei manifestanti che contestano la guerra di Israele a Gaza. E per cercare di ”resettare” la situazione e ”diminuire il rancore”. Diverse centinaia di persone hanno protestato anche nel campus dell’Università di Yale, chiedendo che l’ateneo fermasse i finanziamenti ai produttori di armi militari. Yale ha detto di aver chiesto ripetutamente agli studenti di andarsene e di averli avvertiti che avrebbero potuto affrontare le forze dell’ordine e azioni disciplinari se non lo avessero fatto.

A Gould Plaza, vicino alla New York University, gli agenti sono intervenuti per smontare un accampamento allestito dai manifestanti provocando scontri. Un portavoce della polizia di New York ha detto che gli arresti sono stati effettuati dopo che l’università ha chiesto alla polizia di far rispettare la legge sulla violazione di domicilio, ma il numero totale di arresti non è chiaro. Il giornale studentesco Washington Square News ha riferito che la polizia di New York ha annunciato tramite un altoparlante che gli studenti sarebbero stati arrestati per “condotta disordinata” e che i manifestanti stavano bloccando illegalmente il traffico.

La protesta si allarga

Dopo la repressione alla Columbia, gli studenti di tutti gli Stati Uniti hanno protestato in segno di solidarietà, molti chiedendo alle loro università di sostenere un cessate il fuoco a Gaza e di disinvestire dalle aziende con legami con Israele. Gli studenti della Brown, Princeton e della Northwestern hanno ad esempio protestato nel fine settimana. Accampamenti sono stati allestisti anche nel Massachusetts Institute of Technology e nell’Emerson College, entrambi nell’area di Boston. Azioni di protesta sono state condotte anche all’Università di Boston, all‘Università della California, a Berkeley e all’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.

Tel Aviv nuova protesta dei parenti degli ostaggi

Nuove proteste a Tel Aviv dei familiari degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. I parenti degli ostaggi e i loro sostenitori, riferisce il Times of Israel, denunciano i 200 giorni di prigionia dei loro cari. Con le mani colorate di rosso, rivolte verso il cielo, hanno organizzato la nuova protesta a piazza Habima, continuando a chiedere al governo di Benjamin Netanyahu di riportare a casa gli ostaggi. ADNKRONOS

 

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