Le maschere dell’ingiusto potere

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di Guido Di Stefano

Nelle officine delle ragioni di stato o dei segreti di stato si confezionano  agli umani le maschere dell’ingiusto potere, per imporne il “credo” e l’accettazione alle umane  genti.

      Il potere giusto si pone al servizio dell’uomo sia esso un singolo, una comunità, una nazione, l’umanità intera.

    E gli esseri umani si riconoscono nel potere quando esso è reso ogni giorno più giusto e cioè: portatore di luce, verità, libertà, dignità; proteso a pace, fratellanza, comprensione, amore;  capace di generare benessere, serenità, speranza; aperto all’intelletto e alla cultura. Sinteticamente si può riassumere con poche parole: è sempre più giusto quando è capace di  “servire” ugualmente  ogni creatura umana nel pieno rispetto delle identità e diversità, senza remore e senza “artifici contabili”.

       L’umanità è stata più volte premiata dalle “apparizioni” di esseri “giusti” che hanno messo al servizio dell’umanità il “potere” dei loro animi e intelletti superiori, pagandone il fio a cura dei detentori di ingiusta forza e/o ingiusta posizione dominante (per loro è sprecata la parola potere). Ma al momento attuale sembra proprio che le testimonianze che hanno rese  i “giusti”  si siano perse nello spazio siderale della malvagia ipocrisia di tanti impuniti.

    Le memorie storiche, pur se spesso “rimodellate”, ci tramandano i  messaggi  dei “giusti” insieme alle maschere impiegate da chi il potere non meritava.

    Dalla notte dei tempi chi esercita un “comando” è esposto alla “sindrome” dell’onnipotenza, specie quando respira (a qualsiasi titolo) l’aura del “denaro”, quest’ultimo uno strumento molto duttile per qualsiasi mercimonio.

    Delirio di onnipotenza e corruzione, variamente manifestati (o dissimulati) da umani minacciosi o accattivanti,  hanno sempre e solo portato morte e distruzione  per i più (numerosi ed esposti) e “dilatazione” dell’ego di pochi (destinati statisticamente a “sparire”).

    Tanto per non tirarla per le lunghe rivisitiamo alcune memorie del passato.

     Sorvoliamo sulla mancata precisazione della lingua con cui “dialogarono” Gesù e Pilato e passiamo direttamente alla conclusione del processo. Pilato aveva raggiunto la certezza o per  lo meno il ragionevole dubbio dell’innocenza di Gesù in merito alle accuse mossegli dai “suoi nemici” (oggi si direbbe dai mastini a cui aveva sottratto l’osso) che si sentivano minacciati e spogliati della residuale autorità che esercitavano sul popolo. Eppure lasciò che lo uccidessero! Perché? Forse fu un incontro tra la “ragione di stato” e  la conservazione del suo “scranno”. La manifestazione urlata contro Gesù poteva degenerare in una “sommossa” sanguinosa, evento questo non gradito a “Cesare” che lo avrebbe rimosso per la sua inefficienza; invece della morte di un unico uomo giusto “Cesare” non avrebbe percepito il rumore.

     Ci furono tutti gli ingredienti che accompagnano le odierne follie: il denaro della corruzione e del tradimento; il denaro degli incassi (da perpetuare) connessi alle “posizioni” dominanti arroccate  in autodifesa; la disinformazione e l’inganno attuati presso il popolo per calamitare una massa urlante;  la menzogna e la calunnia nei confronti del rivale (Gesù in questo caso) per demonizzarlo  prima come bestemmiatore (religione) e quindi con la falsa “attribuzione” di rivoltoso (politica)  condannarlo e ucciderlo per procura (tramite la legge romana).

     Potremmo dire allora come ora, in questo mondo dove gli strumenti a disposizione del comando e del denaro sono più rapidi, più penetranti, più subdoli  mentre gli effetti degli “omicidi” sono più devastanti per le vittime, i loro popoli e i popoli in prossimità. Molti sono certi della loro impunità perché non “prossimi” e “defilati” o addirittura nascosti: insomma come i nemici di Gesù uccidono per procura! Non realizzano però (forse per limitata prospettiva loro e degli “Jago” o delle eminenze  nere che li istigano) che uno scontro globale cancellerebbe o precipiterebbe il genere umano nella preistoria.

      E da quel momento la miscela esplosiva “denaro-politica-religione”  nell’occidente è cominciato la diffusione di quegli  “organismi geneticamente modificati”  ostili all’uomo e recalcitranti al cospetto dello Spirito Misericordioso Creatore.

     Detti esseri, che di umano avevano e hanno solo l’aspetto, hanno subdolamente adattato le loro “arti” ai tempi e ai luoghi. Esponiamo i fatti più eclatanti.

     Nelle terre di Francia e nei primi tempi furono ad esempio organizzate le congiure di palazzo: i mandanti, assatanati dalla bramosia di denaro e comando (potere), presenti per interposti esecutori, operavano da “lontano” atteggiandosi a esecutori della volontà del Creatore. Nell’ottavo secolo la scomunica non avrebbe sortito alcun effetto significativo.

     Nelle terre sicule fu ripetutamente esercitato il castigo della scomunica, presentato come divino ma sostanzialmente umano: perché  uomini smaniosi di potere e ricchezza erano i manipolatori delle menti e delle coscienze e tanto cinici da attribuire a Dio i loro truci voleri.

     Sorvoliamo sulle crociate scatenate  in medio oriente per dimostrato volere di  esaltati e “predoni”, sempre attenti a disinformare e ingannare trincerandosi dietro l’Eterno.

     Citiamo l’interessata sintonia di intenti tra autorità religiose e politiche nel massacro dei pacifici e disarmati “Catari”, accusati di eresia e sedizione! La loro colpa: non accettavano le gerarchie (specie ecclesiastiche)  “dogmaticamente” predefinite.

      Complici nell’esecuzione del massacro furono i Templari, a loro volta poi massacrati per i loro averi e il loro “sapere” ma pure sempre con le accuse esplicite o velate di eresia e cospirazione. Denaro e ingiusto potere sono sempre degli efficaci collanti tra le forze del male, chiunque le rappresenti.

      Dominio e denaro non soddisfano mai! Ed ecco la grande novità: ricerca di terre nuove da civilizzare e cristianizzare, con l’incessante imperio di depredarle. Economia e politica in continua simbiosi sotto le  mentite  benedizioni divine. D’altra parte le orge di denaro e potere devastarono l’Europa con i venti dell’inquisizione. Non furono risparmiate le vite e le ricchezze dei “non sottomessi” .  Né miglior trattamento ebbero i “portatori” di libero pensiero!

    L’esplosiva miscela denaro-potere opera ancor di più ai nostri giorni. Oggi non si pretende di esportare alcuna fede né alcun credo che assegna centralità all’essere umano. Le parole ricorrenti sono “democrazia e diritti umani”, per lo più distrattamente  pronunciate da individui che le calpestano diuturnamente e che risultano nei fatti adoratori del denaro.

      I popoli destinatari delle attuali “buone parole” apparentemente possono liberamente scegliere. Sì, possono scegliere: o sottomettersi incondizionatamente, accettando così vessazioni e spoliazioni; o subire la conquista (armata o comprata) e la morte; o, se forti e assistiti e  fortunati,  combattere per non perire.

     Noi Siciliani siamo nelle condizioni più tragiche: siamo già militarmente occupati, politicamente devastati, spogliati dei nostri averi e dei nostri diritti, in una unità democratica che è per noi come le matrigne delle favole; non siamo forti né politicamente, né militarmente, né finanziariamente (le spoliazioni incidono); non siamo fortunati o assistiti perché i nostri “amici” e i nostri fratelli e i nostri Europei sono i nostri invasori, sono quelli che negano i nostri diritti, sono quelli che non ci tutelano e ci espongono a tutti i rischi.

    E tutta questa ardita brigata (o forse sarebbe il caso di dire “accozzaglia”) ci sorride mentre nasconde il pugnale e con noncuranza si beffa di noi: tanto la storia sembra raccontare il trionfo degli “impuniti”.

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