Angelina Jolie: “In Israele atto di terrorismo, ma non giustifica bombe su Gaza”

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La star interviene sul conflitto in corso: “Nauseata per le morti in Israele, ma le vite contano allo stesso modo. L’umanità chiede un cessate il fuoco immediato

A oltre 20 giorni dall’inizio della guerra, Angelina Jolie interviene sul conflitto tra Israele e Hamas. E lo fa con una lunga nota diffusa sui canali social nella quale si schiera per il cessate il fuoco immediato con la fine dei bombardamenti su Gaza. “Quello che è accaduto in Israele è un atto di terrorismo – scrive -. Ma non può giustificare la perdita di vite innocenti con bombardamenti sulla popolazione civile”, le parole della star di Hollywood che per 20 anni ha lavorato al fianco dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“Come milioni di persone nel mondo – spiega Jolie nella nota -, ho passato le ultime settimane nauseata e arrabbiata per l’attacco terroristico avvenuto in Israele e la morte di troppi civili innocenti, chiedendomi quale fosse il modo migliore per dare aiuto. Ho pregato anche io per il ritorno immediato e in sicurezza degli ostaggi e per le famiglie che devono sopportare un dolore inimmaginabile per l’assassinio di un loro caro. Soprattutto per i bambini uccisi e quelli ora rimasti orfani”.

“Quello che è accaduto in Israele è un atto di terrorismo – ribadisce quindi l’attrice -. Ma non può giustificare la perdita di vite innocenti con bombardamenti sulla popolazione civile di Gaza che non ha alcun posto dove andare, nessun accesso a cibo e acqua, nessuna possibilità di evacuare e nemmeno il diritto umano di base di attraversare il confine per cercare rifugio”.

A causa del mio lavoro ventennale con i rifugiati, la mia attenzione è rivolta alle persone sfollate a causa della violenza in ogni contesto. Gaza ha una popolazione di oltre 2 milioni di persone, metà delle quali bambini, che hanno vissuto un duro blocco per quasi due decenni, oltre ad altri decenni di sfollamenti e nessuno stato”, continua Angelina Jolie, che prosegue: “I pochi camion degli aiuti che stanno arrivando sono una frazione di ciò che è necessario (e che veniva consegnato quotidianamente prima del conflitto attuale), mentre i bombardamenti causano ogni giorno nuovi e disperati bisogni umanitari. La negazione degli aiuti, del carburante e dell’acqua sta punendo collettivamente un popolo. L’umanità chiede un cessate il fuoco immediato. Le vite palestinesi e israeliane – e le vite di tutte le persone a livello globale – contano allo stesso modo“. “Tutto ciò che serve a prevenire vittimi civili e salvare vite deve essere fatto. Come molti ho donato per il soccorso medico. Ho deciso di supportare il lavoro di Medici Senza Frontiere e sto seguendo da vicino i loro aggiornamenti”, la conclusione della nota.

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