Dal Convegno internazionale di Ragusa sulla generazione dei conflitti, proposte e modelli

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Il 4° Convegno scientifico internazionale «La guerra nella storia. La generazione del conflitto lungo le epoche e i percorsi della razionalità» tenutosi a Ragusa il 16 e il 17 dicembre 2023 si è chiuso con esiti davvero significativi. Svoltosi  sotto l’egida di sette Enti scientifici: il Laboratorio degli Annali di storia, l’Università Sorbona di Parigi, il CNRS francese, l’Università di Genova, il Laboratorio di Storia Marittima e Navale, l’Università di Siena  e Unitelma-Sapienza Università di Roma, ha acceso infatti una serrata discussione che è stata seguita, oltre che da un uditorio in presenza, da diverse migliaia di utenti telematici italiani ed esteri.

Il dibattito, aperto dalla lunga ed esaustiva relazione del direttore scientifico, prof. Carlo Ruta, si è snodato nei due giorni per quasi 20 ore. Ed è stato inaugurato da una innovazione che potrebbe fare scuola. È caduta, per volontà del direttore, ogni limitazione agli interventi. Perentorie le sue parole durante i lavori: «Non è più consentito, in questa sede, interrompere le elaborazioni di chi sta facendo scienza».

Dopo il ragionamento del prof. Ruta, hanno relazionato i professori Francesco Aleo della Facoltà Teologica palermitana, Emiliano Beri dell’Università di Genova, Federico Canaccini dell’Università Pontificia Salesiana, Marina Kuznetsova dell’Accademia Russa delle Scienze, Giuseppe Varnier dell’Università di Siena, Michel Pretalli dell’Università di Besançon in Francia, Spartaco Pupo dell’Università della Calabria e Salvatore Giuffré dell’Università maltese. Nella giornata successiva si sono succeduti gli interventi di Folco Biagini, rettore Unitelma Sapienza Università di Roma, Juan Carlos Moreno García della Sorbona di Parigi, Antoine Marie Graziani dell’Università di Corsica, Alberto Cazzella e Giulia Recca della Sapienza di Roma, Carlo Bitossi dell’Università di Ferrara, Claudio Giardino dell’Università del Salento, il generale Alessandro Morello dell’Esercito italiano e Marco Leonardi dell’Università catanese.  

Tutti i relatori, ognuno con proprie sottolineature, hanno condiviso il modello paradigmatico introdotto dal direttore scientifico, che, facendo una chiara distinzione tra i concetti di «guerra», «aggressività» e «conflitto», definisce il legame organico tra la guerra e la storia, quindi la storicità della guerra, che si dispiega più propriamente, secondo lo studioso, a partire dall’età del bronzo, metallo di sintesi tra il rame e lo stagno. Numerosi sono stati gli argomenti introdotti nel dibattito, dalla pace perpetua di Kant (Varnier) all’anti-contrattualismo scozzese di Hume e altri pensatori (Pupo), dalle pratiche belliche nella Cina dinastica (Kuznetsova) alle tipologie di armi nell’età del Bronzo (Cazzella, Giardino, Morello), dalle fortificazioni e le attività belliche nel Mar Ligure prima e dopo la restaurazione (Beri, Bitossi) alla guerra giusta agostiniana (Aleo); dall’approccio dell’Ordine domenicano ai conflitti (Leonardi) alla letteratura del Risorgimento greco (Giuffré), dalla vicenda nazionalistica della Corsica (Graziani) agli apparati bellici del mondo egizio (Moreno García).   

Infine, il professor Ruta ha annunciato la data e il tema del 5° Convegno internazionale che, ancora a Ragusa, si svolgerà il 9 e il 10 giugno 2024 e avrà per tema: «Migrazioni e grandi vie della storia: il mare, i deserti, i ghiacci e le steppe. Sguardi sulle mobilità che hanno orientato le epoche umane».  

Antonella Genuardi

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