Meno omicidi di mafia, aumentano quelli in famiglia’

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In Italia, sono diminuiti in un anno gli omicidi, soprattutto il numero di quelli legati alle mafie e alla criminalità organizzata, mentre sono in controtendenza gli omicidi compiuti in ambito familiare. E’ quanto emerge dal report dell’Istat, l’Istituto nazionale di Statistica, elaborato sui dati forniti dal Viminale, dalle Procure e dal Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. In particolare, nel 2019 gli omicidi sono stati 315 contro i 345 dell’anno precedente: 204 uomini e 111 donne. Il 19,7% di cui 17,6% maschi e 23,4% femmine, è composto da vittime straniere. “Gli omicidi sono in calo fin dagli anni Novanta”, sottolinea l’Istat; soprattutto quelli dovuti alla criminalità organizzata, che lo scorso anno sono stati 29 pari al 9,2% del totale. Invece, nell’ambito familiare o affettivo, aumentano le vittime: 150 nel 2019 pari al 47,5% del totale con ben 93 vittime donne, che costituiscono l’83,8% del totale degli omicidi femminili. Nei procedimenti giudiziari, crescono gli imputati per omicidio in ‘contesti relazionali’.

“L’Italia è oggi uno dei Paesi più sicuri al mondo, rispetto al rischio di essere vittime di omicidio volontario”, assicura il report dell’Istat. E le donne sono ancora più sicure rispetto agli uomini. Nel 2019, le forze dell’ordine hanno registrato 315 omicidi con una media di 0,53 vittime per 100.000 abitanti. Distinguendo per genere, sempre su 100.000 persone dello stesso sesso, lo 0,70 sono vittime uomini e lo 0,36 vittime donne. “La forte diminuzione degli omicidi e, in particolare, la contrazione delle morti dovute alla criminalità organizzata e alla criminalità comune, ha avvantaggiato soprattuto gli uomini, più esposti in quei contesti rispetto alle donne”.

Confrontando i dati attuali con quelli di trent’anni fa, il 1991 anno di picco degli omicidi, a partire dal quale è iniziato un trend discendente, “la realtà è molto cambiata”. Allora, gli omicidi erano oltre 6 volte di più: 1.917 contro gli attuali 315, con un tasso pari a 3,4 per 100.000 abitanti e con il 37,5% degli omicidi attribuibile alle organizzazioni di tipo mafioso. Ora la criminalità organizzata, “pur rimanendo un fenomeno da monitorare con estrema attenzione”, costituisce una causa meno rilevante per il numero di morti con il 9,7% del totale nel quinquennio 2015-2019. Lo scorso anno, i tassi di omicidio sono stati più alti per gli uomini rispetto alle donne in tutte le classi di età. Tra i giovani, la classe 18-24 anni ha un tasso pari a 0,39 omicidi per 100.000 abitanti, alla classe 25-34 anni è associato il tasso più elevato, pari a 0,87. Con l’avanzare dell’età, il tasso decresce fino a raggiungere lo 0,53 per gli oltre 55enni, mentre si colloca allo 0,63 tra i 35 e i 54 anni.

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