di Salvo Barbagallo
La storia insegna ma viene dimenticata e, anzi, non viene “insegnata” (che è ancora peggio): non è servita (e non ne tiene conto nessuno oggi) la lezione impartita da Winston Churchill, quando nel vertice degli alleati a Casablanca (14 gennaio 1943) indicò la Sicilia come punto nevralgico d’invasione per riconquistare l’Europa occupata dai nazisti. Qualcuno, però, lo ha capito, e ha promosso (se non finanziato?) e programmato il flusso ininterrotto di migranti che invade la Sicilia per disperdersi in Europa. Una teoria? Forse sì, forse no, chi lo può affermare con sicurezza. E chi lo può negare, d’altra parte. Fatto sta che “il ventre molle” è la Sicilia, nei cui porti le navi che soccorrono i migranti sbarcano migliaia e migliaia di esseri umani. La “questione umanitaria” è fuori discussione, il problema è un altro (forse?): che la “migrazione” non è un evento spontaneo, di certo è un evento straordinario che non può (e non dovrebbe?) essere paragonato (come spesso accade) alle migrazioni verso gli USA del secolo scorso.
Come si è potuto notare la “migrazione” è una potente arma di pressione (perché non dire di “ricatto”?) che qualche Paese adopera spesso con disinvoltura per ottenere benefici di varia natura, principalmente economici. Si è visto con Erdogan, si vede (ma nessuno lo vorrà ammettere) con Al Sarraj. Pressioni (o ricatti?) che aumenteranno in questo periodo di fibrillazioni in Eurpa, in questo periodo primavera/estate che consente il maggior “passaggio” dalle coste libiche a quelle della Sicilia dei barconi che vengono “salvati” già in acque africane. Le 22 operazioni di soccorso avvenute 48 ore addietro hanno portato ad Augusta e Catania ben 3.300 fuggitivi (?): operazioni condotte da diverse unità navali della stessa Guardia costiera, di Ong e della missione dell’Unione europea Eunavformed, mentre nel Mediterraneo, tra Sicilia e Libia – è in corso l’esercitazione aeronavale NATO “Dynamic Manta 2017”.
Come è noto l’Italia ha firmato poco tempo addietro un accordo con il Governo libico (riconosciuto dall’Onu) di Fayez Al Sarraj: milioni di euro e addestramento di personale per la Guardia Costiera di quel Paese. Ebbene, come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera ieri (20 marzo), Al Sarraj non si accontenta di quell’accordo, ma ricerca e trova Una nuova intesa per collaborare con la Libia nella lotta ai trafficanti di uomini «con azioni comuni, rapide e decisive per evitare che migliaia di persone rischino la vita per raggiungere il Nord Africa e l’Europa. Dunque, una nuova trattativa Per controllare i flussi migratori e fermare le partenze il governo Serraj chiede infatti navi, elicotteri, fuoristrada, macchine, ambulanze, sale operative, apparecchiature. La spesa prevista è di almeno 800 milioni di euro (…) In particolare sono state chieste 10 navi per la ricerca e il soccorso (alcune da oltre trenta metri) e 10 motovedette che devono essere utilizzate per i controlli sotto costa in modo da impedire alle “carrette” dei trafficanti di salpare (…). E poi quattro elicotteri che dovranno “guidare” le operazioni contro le organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza, ma anche coadiuvare il recupero in mare. Nell’elenco sono stati poi inseriti: 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili, 30 telefoni satellitari Turaya oltre a mute da sub, bombole per l’ossigeno, binocoli diurni e notturni (…). Queste richieste, ovviamente accolte, non escludono quelle che verranno fra qualche mese.
L’accordo Italia/Libia firmato il 3 febbraio scorso può considerarsi, a conti fatti, un bluff. Come ha scritto Marco Pasciuti su Il Fatto Quotidiano alcuni giorni addietro (16 marzo) L’intesa tra Roma e Tripoli è stata salutata dal governo italiano come la “svolta” nella lotta ai traffici di esseri umani nel Mediterraneo, ma oltre agli annunci, secondo Frontex, è successo poco. “Il 99% dei 3mila migranti sbarcati ad Augusta nell’ultimo mese – spiega Carlo Parini, capo del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina della Procura di Siracusa – proveniva da Sabrata“. E Sabrata è una città sotto il controllo nominale del Governo con il quale l’Italia ha stretto l’intesa. Come dire, alla Libia di Al Sarrai fanno gioco i migranti/profughi/fuggitivi/disperati, ma (forse?) anche all’Italia (perché?) questa situazione “fluida” serve (a cosa?).
La Sicilia – “ventre molle” d’Europa – resta e resterà il luogo “deputato” dove i “giochi” dei “potenti” si concretizzano.