Sicilia: Renzi il “magodellapioggia” (di miliardi)

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di Carlo Barbagallo

 

Mentre i Bronzi di Riace tornano a risplendere grazie alla bacchetta magica del premier Matteo Renzi che, dalla Calabria alla Sicilia, promette come il mago della pioggia diluvio di miliardi, i sondaggi della Demos-Coop sostengono che una larga maggioranza della collettività nazionale non crede alla tanto sbandierata ripresa. Sette cittadini su dieci (ovviamente di quelli intervistati) sono pienamente convinti che il Paese non è in “ripresa”, in netto contrasto con le statistiche fornite dall’Istat e fatte proprie da Renzi che, in un certo senso, viene clamorosamente sbugiardato. Oltre sette persone su dieci, secondo l’Osservatorio della Demos-Coop crede che l’occupazione non sia ripartita ma, anzi, che la situazione sia fortemente peggiorata e che le uniche “forme” di impiego effettivamente accresciute sarebbero quelle del lavoro nero e quelle delle attività precarie. I giovani e i giovanissimi appaiono destinati a una posizione sociale peggiore rispetto ai loro genitori e il 73 per cento della popolazione ritiene che per fare carriera se ne debbano andare all’estero.

Enzo Bianco con Matteo Renzi
Enzo Bianco con Matteo Renzi

Non solo retoriche, ma fuor di luogo si mostrano le parole di Matteo Renzi nella sua veloce visita nelle città del Sud: Se mettiamo a posto i viadotti, se ci rendiamo conto che i cittadini siciliani hanno diritto a un servizio ferroviario adeguato, se poniamo fine alla tragicomica vicenda della Salerno-Reggio Calabria, se facciamo l’ordinaria amministrazione, allora ci renderemo conto che l’Italia non si ferma prima della Sicilia. Forse il premier non si è reso conto che in quelle frasi da lui pronunciate è predominato il “se”. Un “se” che la dice lunga, che rispecchia passato e presente e che pone ulteriori incognite per il futuro. Quel “futuro” che impone ai giovani l’alternativa della fuga all’estero come unico strumento di sopravvivenza.

renCome dare torto a Susanna Camusso quando afferma il dato chiave rimane la disoccupazione giovanile oltre il 36 per cento, un giovane su tre non trova prospettiva di lavoro in Italia, e questo al netto dei tanti che hanno già fatto le valigie e sono andati all’estero. L’occupazione è la vera emergenza del Paese, e tuttavia il tema è stato costantemente svalorizzato (…) Gli interventi del governo hanno come logica ridurre diritti per chi li aveva senza darne di nuovi (…).

ren2Non solo una questione di sondaggi, che possono rilevare spesso solo superficialmente la realtà: sono i fatti quelli che dominano la scena e non le “passerelle-show” oppure i “Patti” (quelli visibili) che vengono sottoscritti nella consapevolezza che possono essere disattesi per sopraggiunte necessità, così come puntualmente avviene. La Sicilia, il Sud da decenni e decenni attendono un futuro che non arriva mai, in compenso arrivano i “se” e le promesse, queste sì tutte coniugate al “futuro”. Nel contempo? I veri problemi, come occupazione e disoccupazione, restano sul tappeto e le vicende che si vivono diventano “tragicomiche”, come la Salerno-Reggio Calabria o il viadotto Himera.

C’è chi ancora gusta il senso del paradosso, c’è chi dallo scetticismo è passato all’indifferenza, c’è qualcuno che cerca di reagire ma non ha strumenti adeguati da utilizzare. D’altra parte in Sicilia, nel Sud bastono i proconsoli a raccogliere il “testimone” del premier di turno e a rappresentarlo nel modo più opportuno e confacente all’attuale momento storico del Paese. Con buona pace per pochi…

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