L’Italia rimasta “inconciliata”

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Treno-armato-sabotato-1943Di Salvo Barbagallo

Fra pochi giorni si celebra la Festa del “25 Aprile”, Anniversario della Liberazione d’Italia che, come celebrano libri e memorie storiche “È un giorno fondamentale che assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista”. Una Festa istituita nel 1946 su proposta del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e del Principe Umberto, allora Luogotenente del Regno d’Italia, con il decreto legislativo luogotenenziale n. 185 del 22 aprile.

In quel fatidico giorno di settanta anni addietro non c’erano Laura Boldrini, o Matteo Renzi: non erano ancora nati. Loro non costituiscono “memoria storica”, né possono considerarsi eredi di una lotta di liberazione dal dominio nazifascista soltanto perché oggi appartengono a un partito che si richiama alla Sinistra. Una “Sinistra”, fra l’altro, che non c’è più e che da tanto tempo ha dimenticato i Togliatti o i Berlinguer. Ma la Resistenza non fu soltanto di colore “rosso”, cioè comunista: vi presero parte in tanti, cattolici, liberali, socialisti, meridionali e settentrionali, che avevano un comune obbiettivo, cacciare i tedeschi fuori dal territorio italiano e sconfiggere il fascismo. E quello fu un obbiettivo di tanti italiani e non può avere una data codificata (così come è), perché la lotta armata al nazifascismo non ebbe inizio l’8 settembre, né ebbe inizio con le “quattro giornate di Napoli”, ma prima e in Sicilia, terra militarmente occupata dai tedeschi.

La storia “ufficiale” non riconosce (non vuole “conoscere”) ciò che è avvenuto in Sicilia dall’entrata in guerra dell’Italia: già allora gruppi di siciliani in molte circostanze misero in difficoltà quelli che consideravano il “nemico”, cioè i nazifascisti rappresentati dalle truppe di “occupazione” presenti nei principali gangli dell’isola. Si disconosce la figura di Antonio Canepa, del quale non c’è traccia esauriente negli archivi di Stato, e le azioni che portarono avanti contro le installazioni militari dal 1940 sino allo sbarco angloamericano del luglio del 1943. Si (ri) conosce, però, l’apporto che la stessa mafia dette all’Operazione Husky, facilitando la penetrazione dell’armata del generale Patton. Vogliamo dire che la mafia fece la “resistenza”? Una bestemmia! No, di certo. Vogliamo semplicemente dire che tante cose vengono volutamente ignorate, e non ci sembra giusto. Vengono ignorati gli episodi di resistenza di Pedara e Mascalucia, viene dimenticato che la prima strage nazista in Italia (16 morti accertate) avvenne a Castiglione di Sicilia il 12 agosto del 1943 quando ancora i tedeschi erano alleati dell’Italia e l’armistizio di Cassibile non era stato ancora stipulato. Soltanto il 16 settembre del 2002 venne “riconosciuta” la strage di Castiglione e la cittadina etnea venne insignita di una medaglia al valor civile conferita dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ma di certo non si parlò di “Resistenza” al nazifascismo. Si dimentica, forse non a caso, che dopo la “liberazione” da parte degli angloamericani, la Sicilia rimase “occupata” dagli americani sino alla fine della guerra. Si dimentica, infine, che migliaia furono i meridionali che militarono nelle formazioni partigiane sulle Alpi e sugli Appennini: soltanto lo storico piemontese Augusto Monti arrivò ad affermare che “le formazioni partigiane che, militarmente organizzate, agirono contro i tedeschi e i loro alleati, sui monti che fan ghirlanda alla pianura del Po  furono almeno per un quaranta per cento costituite di uomini del Sud “.

La memoria che si è voluta cancellare è uno dei motivi più concreti per i quali a tutt’oggi l’Italia resta un Paese “inconciliato”.

Nella foto: un treno armato operante nella linea Catania-Siracusa sabotato prima dello sbarco alleato del luglio del 1943. Fu Resistenza armata?…

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