Al Castello della Contea di Vittoria Salvatore Bonajuto torna a esporre con Òiko

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Il Castello della Contea di Vittoria ritorna ad aprire le sue porte ai visitatori: l’occasione è Òikos, prestigiosa mostra di pitture e sculture – organizzata su invito dell’Amministrazione Comunale di Vittoria – del maestro Salvatore Bonajuto, che verrà inaugurata sabato 18 maggio alle 18 e resterà aperta al pubblico dal 20 maggio al 9 giugno.

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Il titolo della mostra, Òikos, si riferisce alla parola greca che indica casa, ma anche ambiente, e al legame che si stabilisce tra quest’ultimo e gli organismi viventi che lo abitano. Un legame, quello tra flora e fauna, che nasce nel giardino dell’artista dopo un’attenta osservazione del mondo animale e vegetale e che viene trasferito per l’occasione in un altro luogo, cogliendone le peculiarità: il Castello del 1600 e la Valle dell’Ippari su cui si affaccia, un paesaggio ricco di storia e cultura fondamentale per la città. Così le opere d’arte diventano un vero e proprio strumento di comunicazione attraverso cui il territorio si esprime e si racconta, guidando i fruitori nella percezione del paesaggio attorno al luogo in cui sono ospitate.

«Oikos è il palinsesto sul quale si animano storie di fatti familiari, quotidiani, di eventi legati alla casa, al giardino inteso come luogo di armoniosa convivenza tra flora e fauna» per dirlo con le parole di Ornella Fazzina, critico d’arte che ha curato i testi della mostra.

Sulle tele esposte Bonajuto raffigura un tema a lui molto caro, quello dei pesci come simboli di rinascita e di vita. Già durante la pandemia l’artista aveva dedicato ampio spazio a questi animali, che raffigurava  su gusci di palma recuperati in giardino. Per poi portarli, appena un anno fa, al Palazzo Sangiorgio di Catania, dove resteranno per un’esposizione permanente all’interno del lussuoso hotel recentemente inaugurato.

«Ogni artista si rinnova – spiega Salvatore Bonajuto – sono conosciuto come l’artista dei vulcani, ma stavolta ho rappresentato momenti quasi filmici dove i pesci si inseguono, si intrecciano, si dirigono verso il mangime, inserendosi in contesti fantastici e fiabeschi. In queste opere gli animali si incontrano con le piante del giardino e con tutto l’ambiente che li e mi circonda, creando un equilibrio perfetto».

Ancora una volta i pesci, dunque, questa volta però su tela. «Per questa mostra ho realizzato degli insoliti pesci d’acqua dolce in stile tribale, un po’ batik, che richiamano il tema del territorio che ci ospita, un tempo immerso nel fiume Ippari che oggi scorre sotto il castello. I quadri – conclude l’artista -sono dedicati all’unione tra flora e fauna, a tutto quello che mi circonda, al mio ambiente».

Òikos, appunto, casa. Immersa, per questa occasione, in un contesto bucolico come quello che avvolge l’antico castello che affaccia su una meravigliosa vallata incontaminata».

 

Òikos

A cura di Ornella Fazzina

Testi Francesco Aiello, Paolo Monello

Scritto critico Ornella Fazzina

Grafica Antonio Bonajuto

Fotografie Giulio Greco

Orari: dal martedì al sabato: 10-13 / 17-20, domenica: 10-20 lunedì: chiuso.

 

Bio Salvatore Bonajuto

Nato a Catania il 18 Gennaio 1963, Salvatore Bonajuto mostra interesse e predisposizione all’arte e all’architettura fin da giovane, al tempo del liceo. I suoi interessi si dirigono allora al disegno architettonico, alla ceramica, alla pittura e all’acquarello.

La familiarità con i giardini di famiglia e una disposizione attiva e curiosa verso il mondo della natura lo portano a studi di botanica, che troveranno il loro inquadramento nelle Scienze Agrarie, campo in cui si laureerà. Fra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta del novecento si dedica a un’intensa attività di studio, ricerca e sperimentazione dei media artistici partecipando a esposizioni collettive. Viene premiato e acquisisce esperienza e notorietà. L’attività architettonica del restauro di un bene di famiglia di grande valore storico e artistico, la Cappella Bonajuto a Catania, e la riqualificazione e reinvenzione del giardino della Villa Trinità a Mascalucia lo assorbono poi completamente per un lungo periodo.

Coltiva comunque tenacemente l’amore per la pittura e per anni organizza laboratori d’arte nel giardino di Villa Trinità, da cui riceve forti stimoli e mediante i quali avvia dialoghi aperti e ininterrotti con numerosi artisti intorno alla pittura, alla scultura, all’arte dei giardini e alla land art. Avvia poi una manifestazione green, ormai decennale, intitolata Dove fiorisce la Jacaranda. Si dedica alla riscoperta e valorizzazione della sua terra, anche imprenditorialmente.

Trova infine grande soddisfazione nella velocità di esecuzione nell’uso dei colori acrilici su vari supporti: tela, legno, intonaco. Abbandona quasi completamente il pennello per la spatola con la quale gestisce colori ora liquidi, ora pastosi. In continua sperimentazione sulla tela, utilizza diversi materiali passando dall’acqua, al gesso, all’argilla. Molto vicino a quella che viene chiamata action painting egli ritiene che un semplice gesto veramente consapevole possa creare un momento d’arte e di autentica condivisione.

 

 

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