Al CineTeatro GriVi Teresa Cinque insieme a Valentina Melis

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Dopo il debutto dello scorso luglio torna in scena Stai zitta! lo spettacolo teatrale tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia.

Giovedì 19 ottobre ore 20,30 al CineTeatro GriVi l’attrice e autrice toscana Teresa Cinque salirà sul palco insieme a Valentina Melis ed Antonella Questa per amplificare uno dei tanti insegnamenti che la scrittrice sarda ha lasciato in eredità a chi crede nell’equità sociale.

Scrisse Murgia: “I tentativi di ammutolimento di una donna verificatisi sui media italiani negli ultimi anni sono numerosi… la pratica dello “Stai zitta” non è solo maleducata, ma soprattutto sessista perché unilaterale… Che cosa c’è dietro questa frase?… Per quale motivo tutti coloro che la ascoltano pensano si tratti di una reazione normale nella dialettica con persone di sesso femminile?” 

Per questo Teresa Cinque, Valentina Melis e Antonella Questa, che zitte non sanno stare, come dimostrano la loro militanza i loro spettacoli ironici e dissacranti, i loro contributi sui social, si sono trovate e nel segno comune del femminismo, hanno dato vita a questo spettacolo in cui si affrontano con sagacia temi scomodi che partono proprio dalle “frasi che non vogliamo più sentirci dire” per raccontare una contemporaneità puntellata da stereotipi di genere, mansplaining e tante altre belle amenità… La regia è affidata a Marta Dalla Vita.

“La sfida era riuscire a costruire uno spettacolo popolare, cioè che sappia parlare a molti se non a tutti, come è stata capace di fare Michela Murgia, senza però tradire la complessità di contenuti del testo. -Dichiara Teresa Cinque–  L’altra sfida era lavorare su dei concetti (il libro è un saggio) creandoci sopra una finzione narrativa ed una messa in scena. Insomma riuscire a raccontare con gli strumenti del teatro situazioni e personaggi, vicende e sentimenti, azioni e pensieri. 

Non sta a me dire se ci siamo riuscite –continua- però la risposta del pubblico fin qui è stata calorosissima, le risate e la partecipazione ci fanno pensare che la nostra interpretazione del libro di Murgia abbia una sua presa e possa magari, com’è nostro ambizioso auspicio, trasformare tutto il pubblico in persone femministe”.

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