Procura Trapani: “Anomalie nella raccolta dei dati regionali sulla pandemia

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“Dall’ascolto delle telefonate intercettate è sin da subito risaltato all’attenzione degli inquirenti, come le conversazioni intrattenute dalla dirigente Maria Letizia Di Liberti”, arrestata all’alba nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trapani sui falsi dati della pandemia “riguardanti la raccolta e la gestione dei dati regionali afferenti il Covid-19, da comunicare successivamente al Ministero della Salute, evidenziassero importanti anomalie”.

Così scrive il gip nella misura cautelare.

“Prima di tutto le frenetiche, a volte tardive, attività burocratiche di raccolta dei dati da parte del Dasoe, attraverso contatti diretti con gli uffici periferici delle varie Asp siciliane, delle Aziende Ospedaliere, delle Usca, nonché dei Laboratori di analisi pubblici e privati (quando autorizzati alla processazione dei tamponi molecolari) – dice il gip – Tale modalità ha verosimilmente contribuito a condizionare l’irregolare gestione del flusso dei dati, infatti, a conferma di ciò, si è avuto modo di constatare che la Di Liberti, sovente, pur essendo un Dirigente Generale, si è fatta personalmente carico di quotidiani interventi di sollecito telefonico nei confronti dei vari referenti Covid-19 delle citate strutture periferiche del Ssr, solo al fine di sopperire alla diffusa disorganizzazione e lentezza di tali strutture nella prevista comunicazione dei dati richiesti”.

Pm: “Alterati i dati da cui dipendevano provvedimenti”

L’attività di indagine della Procura di Trapani sui falsi dati della pandemia che ha portato agli arresti della dirigente della Regione Maria Letizia Di Liberti e all’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore Ruggero Razza “scaturisce da una meticolosa indagine del Nas di Palermo, unitamente al personale del Comando Provinciale di Trapani nell’ambito di una più ampia strategia di controllo finalizzata a perseguire illeciti connessi nell’erogazione di servizi sanitari svolti durante l’attuale emergenza pandemica”, spiegano gli inquirenti.

I reati contestati nell’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Trapani, su richiesta, in via di assoluta urgenza, della Procura della Repubblica nei confronti del dirigente e dei due stretti collaboratori del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (D.A.S.O.E.) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana sono falso materiale ed ideologico in concorso.

In particolare gli arrestati sono accusati di “aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia SarsCov-2 (modificando il numero dei positivi e dei tamponi e talvolta anche dei decessi dovuti alla pandemia) diretto all’Istituto Superiore di Sanità, alterando di fatto la base dati su cui adottare i discendenti provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus”.

Dal mese di novembre appena trascorso sono circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalente al 19 Marzo 2021. Effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e non, utile alle indagini. Inoltre è stata effettuata un’acquisizione informatica selettiva (in particolare, flusso e.mail e dati relativi all’indagine) presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e del citato Dipartimento.

(AdnKronos)

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