Nuovo romanzo di Giosuè Calaciura: “Io sono Gesù”

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Chi era Gesù? Un ragazzo giovane che voleva fare le esperienze di ogni adolescente, fino in fondo. E, come tutte le esperienze, sono a rischio. Eccolo, il Gesù raccontato da Giosuè Calaciura, giornalista e scrittore palermitano, nel suo nuovo romanzo “Io sono Gesù” (Sellerio editore Palermo, 281 pagg., 16 euro) da poco in libreria. La scrittura del nuovo libro di Calaciura, già autore di libri come ‘Malacarne’ e ‘Il tram di Natale’ “è stata una esperienza ricca perché ho tirato fuori un Gesù giovane e avventuroso nel senso adolescienziale del termine”, come spiega lo stesso.

Un libro che “dà una cifra più umana di un personaggio così mitico e simbolico”. “Gesù – dice Calaciura – è un ragazzo che sfugge fortemente alla sua predestinzione di cui non è consapevole. Attraversa la Palestina con un gruppo di saltimbanchi in cerca di suo padre che lo ha abbandonato, nel senso fisico non evangelico”. E tutta la storia si svolge in questa ricerca del padre che segnerà il primo tradimento per Gesù. Un romanzo tra utopia e la vita reale di un ragazzo di duemila anni fa.

“Mi sono divertito a scriverlo”

“Mi sono divertito a scriverlo”, spiega ancora Calaciura. Il Gesù di Calaciura scopre la violenza da piccolo, assistendo a una circoncisione in cui “i macellai di Dio si accanivano sul minuscolo pene raggrinzito dal dolore”. Non mancano i colpi di scena nel decimo romanzo di Giosuè Calaciura, dove l’autore reinventa una delle storie più grandi mai raccontate. E’ un Gesù che giocava “a fare il profeta” e che nel crepuscolo dell’orto si domanda come mai “da bambino non avevo immaginato di creare uomini diversi. Migliori. Chissà, forse l’ho fatto, ma ormai non ne ho ricordo”.

ll Gesù di Calaciura è un giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. Attorno a lui uomini e donne che sono figli di una terra con leggi spietate, il feroce dominio romano con la sua inarrivabile macchina bellica e governati va, l’autorità religiosa e morale dei sacerdoti, l’arroganza e lo sfarzo dei ricchi, la brutalità di chi si pone al di fuori della società e depreda i più deboli, la disperazione di chi non trova nemmeno un’oliva per nutrirsi o una pozza per dissetarsi. È un tempo inquieto, stravolto da cambiamenti profondi, il nuovo e il vecchio, l’antico e il moderno collidono e si sgretolano, nessuno più di un ragazzo tormentato dal desiderio e dall’ansia del futuro è capace di avvertire il battito sotterraneo di una rivoluzione in arrivo. Di cui, senza davvero volerlo, sarà protagonista.

Strutturato quasi come un feuilleton, punteggiato di colpi di scena, innervato da una tensione costante, il romanzo di Calaciura racchiude in sé l’impeto dell’avventura e dell’epica, l’intrigo familiare, la paranoia del sospetto, la tensione del mistero irrisolvibile. Vi si ritrovano molti dei suoi temi: l’infanzia e la difficoltà di crescere, l’innocenza delle creature più fragili, la miseria morale degli adulti, l’irruenza dell’eros. Ma qui si radicalizzano, fino al punto di contaminare e reinventare una delle storie più grandi mai raccontate.

Nella foto, Giosuè Calaciura

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