L’addio a Maradona: migliaia in fila e disordini a Buenos Aires

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Migliaia di persone in coda per l’ultimo saluto a Diego Armando Maradona e davanti alla Casa Rosada, dove è stata allestita la camera ardente, sale la tensione. Gruppi di persone hanno cercato di aggirare la fila e di entrare. Nel caos, è intervenuta la polizia che ha faticato a riportare l’ordine in un clima di estrema tensione.

Nella la sede della presidenza argentina, la camera ardente è stata aperta alle 6 del mattino e sarà accessibile fino alle 16. Si calcola che almeno un milione di argentini potrebbero raggiungere la Casa Rosada.

Su espressa richiesta della famiglia, i funerali verranno celebrati oggi stesso anziché sabato. La famiglia e gli amici di Diego Maradona hanno avuto modo di vederlo per l’ultima volta all’alba, in un’ala della Casa Rosada riservata e sorvegliata da un imponente schieramento di forze dell’ordine e militari.

Una cerimonia privata alla quale erano presenti l’ex moglie Claudia Villafane con le figlie Giannina e Dalma, l’ex compagna Veronica Ojeda e gli altri due figli Dieguito Fernando e Jana Maradona. Diego Jr. è in Italia, appena dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato in seguito alla positività al Coronavirus.

Tanti i giocatori tra cui Carlos Tevez, Martin Palermo e i campioni del mondo del 1986 in Messico. Uno dei primi ad arrivare alla Casa Rosada è stato Sergio Goycochea, portiere titolare dell’Argentina ai Mondiali del 1990 in Italia nonché co-conduttore del famoso programma ‘La Noche del Diez’.

All’organizzazione della giornata collaborano settori del ministeri della Sicurezza, della Difesa e della Salute. Inizialmente non era stato escluso che la camera ardente potesse rimanere aperta per più di una giornata: questa, secondo le autorità, avrebbe potuto essere la soluzione per ridurre i rischi di assembramenti che, in realtà, appaiono difficilmente gestibili considerata la portata dell’evento. “Stiamo organizzando tutto affinché non ci siano assembramenti e affinché la gente rimanga il minor tempo possibile in un luogo chiuso”, le parole del presidente argentino Alberto Fernandez, che ha proclamato 3 giorni di lutto nazionale. (AdnKronos)

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