Pietro Agen, Fontanarossa e il “tabù” Sigonella

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I recenti episodi in Iraq, con l’eliminazione, ad opera di un drone USA, del generale iraniano Qassem Soleimani, comandante del Quds Qassem hanno posto in evidenza (solo per qualche giorno) il ruolo che la base militare statunitense (l’autonoma Naval Air Station) posizionata in forma stabile a Sigonella ha potuto avere in quel tragico evento “bellico”. L’interrogativo che pochi si sono posti è stato quello se il drone “omicida” fosse partito proprio da Sigonella, e la laconica smentita del ministro Di Maio non ha sicuramente sciolto i dubbi.

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È un pesante “tabù” Sigonella: parlarne pone chiunque nell’occhio dei cosiddetti servizi di sicurezza. I governanti il Paese, i politici, le autorità regionali preferiscono ignorare la questione.  Una questione che – volente o nolente – può avere ripercussioni nella vita della collettività siciliana. Noi ne parliamo con il Presidente della Camera di Commercio del Sud Est, dottor Pietro Agen, anche per implicanze che, sul piano pratico, l’attività che si svolge a Sigonella può avere sull’aeroporto civile di Fontanarossa. “Dopo quanto è accaduto a Bettino Craxi, a seguito della ben nota notte di Sigonella ritengo che nessun politico si azzardi a trattare situazioni militari. Dunque che i politici non parlino di Sigonella è comprensibile”, afferma Pietro Agen, che prosegue: “L’attività che si svolge a Sigonella non influisce in alcun modo con quella dell’aeroporto di Fontanarossa, anche perché le modalità di volo con le nuove tecnologie sono mutate. Finché non si raggiunge uno status di Pace nell’area del Mediterraneo, Sigonella serve”.

 

A seguire l’incontro di Salvo Barbagallo con Pietro Agen

Riprese audio, video, servizio web di Luigi Asero

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