Si sperimentano in Sicilia i droni di sorveglianza del territorio?

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di Salvo Barbagallo

 

Facile fare fantapolitica “interpretando” fatti reali, soprattutto quando i “fatti” lasciano ampio spazio alle “interpretazioni”. Ma se si escludono i “fatti”, le analisi che si intendono effettuare sui “fatti” stessi perdono le loro sostanziali basi. Gli analisti oggi sul campo vengono utilizzati ad ogni livello, sia pubblico (ministeri, servizi segreti) sia privato (industrie, studi professionali): c’è la necessità di sapere cosa accade, c’è la necessità di “sapere e capire” maggiormente anche se si vuole essere competitivi nei settori dove si opera. Chi svolge attività nel delicato settore delle analisi ha il vantaggio di potere usufruire dei mezzi necessari, soprattutto mezzi economici e mezzi tecnici. Mezzi che il giornalismo “normale” non possiede, forse qualcosa in più ha quello di natura “investigativo”. La Voce dell’Isola è un giornale che esprime principalmente delle opinioni sui “fatti”, traendone delle conclusioni, premettendo di potere essere in errore in quanto esprime opinioni “umane”… Questa premessa per dire che quando accadono “fatti” dei quali non si conoscono le vere origini e le ragioni che le hanno generate al di là di una opinione non si può andare. Ma è già tanto, considerando che nella maggior parte dei casi i “fatti” non vengono commentati, ma si danno in pasto come informazioni che lasciano il tempo che trovano, disperdendole nella moltitudine delle cronache quotidiane.

Ebbene, la “notizia” fornita giorni addietro all’interno di un’intervista che il segretario della NATO Jean Stoltenberg ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” che “avremo presto dei droni di sorveglianza in Sicilia”, anche se è stata ripresa (in parte) da altri giornali, non ha suscitato una vasta attenzione, né ha provocato particolari commenti. Forse – ci si è chiesto – perché il “soggetto” interessato è la Sicilia? Se così è – ci si è chiesto – perché i Siciliani (chi li governa, almeno) non hanno mostrato in merito alcuna curiosità?

Nell’articolo pubblicato ieri (13 giugno) abbiamo fatto riferimento già nel titolo ai “cieli Siciliani e Mediterranei affollati da droni militari” in quanto è noto da anni che dalla base italiana di Sigonella – “Naval Air Station” statunitense operano i velivoli senza pilota (droni) “Global Hawk” e “Predator” i quali – si è sempre sostenuto – che avessero funzioni esclusiva di “ricognizione” e non di “uso bellico” corrente. Se così è, quale “vera” funzione avranno i nuovi droni di “sorveglianza”? Ecco, questi sono “fatti” e “interrogativi” che possono introdurre qualsiasi tipo di “opinione”. Come, per esempio, che i droni già operativi abbiano avuto ed hanno solo funzione “bellica” (aggressiva? difensiva?), mentre ora occorrono quelli di “sorveglianza”. Come abbiamo ricordato nell’articolo di ieri, già nel febbraio dello scorso anno Nicoletta Cottone sul quotidiano “Sole 24 Ore” preannunciava che la Nato sta sviluppando un nuovo sistema di sorveglianza sul terreno, «attraverso l’uso di droni, che dal prossimo anno saranno basati a Sigonella. All’interno di questa frase alcune parole avrebbero dovuto fare riflettere: la Nato sta sviluppando un nuovo sistema di sorveglianza sul terreno. Il “terreno” da sorvegliare è la Sicilia? L’interrogativo riteniamo che sia legittimo, tenendo conto che i “terreni” (cioè i presunti “territori ostili”) dell’area del Mediterraneo da anni sono tenuti sotto controllo da quei “Global Hawk” e “Predator” di stanza “stabile” a Sigonella: Cosa devono effettivamente sorvegliare in icilia? Forse i Siciliani? O forse altro?

Ecco la ragione del preambolo di questo articolo riguardanti “fatti” e “opinioni”. E dai fatti e dalle opinioni facile scivolare sulle “ipotesi”, facile scivolare sulla “fantapolitica”: questi droni (che non sappiamo veramente se sono già in funzione…) servono a “sperimentare una particolare tipologia di controllo del territorio?”. Di esperimenti in politica la Sicilia è stata (ed è ancora) “patria” rilevante: la Sicilia da decenni, infatti, è stata definita un “laboratorio”. Adesso è giunta l’ora di un “altro tipo” di “sperimentazione”? Certo, questa può essere considerata “banale” e “sciocca” fantapolitica, ma i “fatti” hanno dimostrato nel tempo che in tanti hanno giocato sulla pelle dei Siciliani. E di certo non confortano le parole rivolte dal neo premier Giuseppe Conte al segretario della NATO Jean Stoltenberg le misure della NATO sono in linea con i nostri obblighi internazionali (…). Il “nuovo ordine mondiale” auspicato sia dall’ex Capo dello Stato Napolitano, sia dall’ex premier Matteo Renzi ha “necessità” di un “controllo” del territorio al quale non deve sfuggire nessuno?

Scusate, è solo fantapolitica… solo banali farneticazioni… ma riflettere sui “fatti” che le misure della NATO “sono in linea con i nostri obblighi internazionali” non costa nulla.

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