di Carlo Barbagallo
È impresa di certo stancante quella di Giosuè Malaponti, Presidente del Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer, che è costretto a denunciare (un giorno sì e un giorno sempre) le disfunzioni (si fa per dire…) delle Ferrovie in Sicilia, una volta da una parte, e poi dall’altra.
L’ultima segnalazione (che serve ai lettori in quanto gli utenti la pagano sulla propria pelle) riguarda la Stazione Centrale di Catania, a seguito della chiusura della tratta per Siracusa: treni in ritardo per 242 minuti e meno servizi.
Poco più di un mese addietro (il 20 maggio scorso) titolando “La lunga agonia delle ferrovie in Sicilia”, scrivevamo: Trasporto ferroviario in Sicilia modernizzato e velocizzato? L’interrogativo mette sul tappeto una “presa in giro” che ormai si porta avanti da anni ed anni, fra inutili proteste degli utenti e le promesse sempre declinate al futuro mentre il presente pone in luce una volontà “ambigua” del fare o non fare. L’ultima ciliegina sulla torta riguarda la chiusura della tratta Catania-Siracusa-Catania dal prossimo 18 giugno al 10 settembre. Motivazione? interventi di velocizzazione e manutenzione avviati in parte lo scorso anno. In particolare, lavori di velocizzazione che riguardano la tratta Catania-Lentini-Agnone dove sono previsti interventi all’armamento e all’infrastruttura. Mentre per Augusta e Siracusa lavori di riammodernamento. Noi potremmo risparmiarci la fatica di scrivere perché è un ripetere cose già dette e perché vediamo aggravarsi la situazione, anziché vederla migliorata.
Malaponti parla con i dati in mano: Duecentoquarantadue minuti, pari a quattro ore e 2 minuti è il ritardo totale accumulato da tredici treni del trasporto regionale di Trenitalia, per un guasto agli scambi del doppio binario alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia, nella pomeriggio di mercoledì 28 giugno 2017. Tale disservizio ha procurato gravi disagi all’utenza pendolare mettendo in crisi la circolazione ferroviaria della dorsale jonica Catania-Messina. Questi i treni in interessati dai ritardi:
Intercity 727 ritardo 35 minuti, Regionale veloce 3856 ritardo 33 minuti, Regionale 12882 ritardo 29 minuti, Regionale 12880 ritardo 26 minuti, Regionale 12815 ritardo 25 minuti, Regionale 12879 ritardo 17 minuti, Regionale 12875 ritardo 15 minuti, Regionale Veloce 3872 ritardo 15 minuti, Regionale veloce ritardo 12 minuti, Regionale veloce 3869 ritardo 9 minuti, Regionale 12884 ritardo 9 minuti, Regionale 12831 ritardo 9 minuti e Regionale 12883 ritardo 8 minuti.
Il Presidente del Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer riprende il “caso” della chiusura della tratta Siracusa-Catania e dei disservizi che la decisione ha provocato: Un’altra questione urgente che desideriamo sottoporre al Dipartimento Trasporto Ferroviario della Regione Siciliana, dopo 12 giorni, è quella della chiusura della relazione ferroviaria Siracusa-Catania dal 17 giugno sino al 10 settembre 2017 per i lavori programmati di ammodernamento all’infrastruttura ferroviaria. Dalla chiusura del 17 giugno della tratta ferroviaria in questione, tutti i treni vengono fatti partire dal 3, 5, e 7 binario creando enormi disagi all’utenza che si trovano a scendere e salire scale per raggiungere i binari di partenza dei treni. Un esempio per tutti: – il treno regionale veloce 3856 delle ore 14.11 viene fatto partire dal 7° binario e per giunta fatto sostare a cento metri circa dall’uscita del sottopassaggio. A differenza di quanto messo in campo lo scorso anno da Rete Ferroviaria Italiana e da Trenitalia, per ridurre al minino disagi e disservizi per il trasbordo dei passeggeri da e per Siracusa, attestando tutti i treni in partenza dal 1° binario. Abbiamo chiesto spiegazioni, dopo alcuni giorni, sia ai dirigenti del Dipartimento regionale trasporti che a Trenitalia e ci è stato riferito che avrebbero chiesto al gestore Rete Ferroviaria Italiana di modificare i binari di partenza dei treni in questione che a tutt’oggi stiamo ancora aspettando. Come al solito è opportuno evidenziare la mancata attenzione del gestore dell’infrastruttura ferroviaria, Rete Ferroviaria Italiana, che oltre al danno di chiudere per lavori, nel periodo estivo, anche se programmati, una relazione ferroviaria importante quale è la Siracusa-Catania si aggiunga la beffa di non attestare i treni in partenza dal 1° binario della stazione centrale di Catania per evitare enormi e gravi disagi di salire e scendere scale magari con il bagaglio al seguito, tenuto conto che la stazione centrale di Catania non è dotata di alcun ascensore.
Dicevamo che potremmo (ri)prendere integralmente articoli pubblicati nel corso dei mesi (o degli anni?) addietro e sarebbe sufficiente cambiare qualche nome o qualche data e rimarrebbero in ogni modo attuali, come se scritti sul momento. Ci piacerebbe che i lettori ci dicessero quando è stato scritto il brano che segue, tratto da un articolo precedente: Le manifestazioni, le proteste e quant’altro viene portato avanti in cerca di soluzioni, cadono inesorabilmente nel vuoto. Due mesi addietro il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Simona Vicari, rispondendo al Comitato Pendolari che aveva lanciato l’allarme in particolare per la linea Palermo-Catania ma anche per lo stato dell’intera rete ferroviaria dell’Isola, aveva dichiarato che “Il raddoppio della ferrovia Palermo-Catania si farà, dopo i lavori che si concluderanno nel 2024 e si continuerà con una seconda fase che si concluderà nel 2027. Le risorse finanziarie saranno trovate (…) Il Governo sta portando avanti le opere di potenziamento delle linee ferroviarie siciliane, investendo, in particolare, nei lavori di raddoppio del Corridoio europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo (Helsinki- La Valletta) che si sviluppa in Sicilia collegando Messina a Palermo, via Catania (…)”. Proposizioni al futuro, e intanto le “penalizzazioni” vengono attuate nell’immediato, come appunto ciò che concerne i mesi più importanti per il turismo (giugno/settembre) con la chiusura della tratta Catania-Siracusa. È eccessivo parlare di “presa in giro”?