Libia, i ripensamenti di Obama, le mosse di Renzi

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di Salvo Barbagallo

Guardando con attenzione, a volte, ci si accorge che solo nei risvolti dei dettagli si può scoprire qualche presunta verità nascosta. Non è cosa facile, in quanto nella maggior parte dei casi sono i “dettagli” che sfuggono, guardando un quadro generale. Uno dei tanti dettagli che si prestano ad essere interpretrati riguarda le notizie/informazioni che appaiono e scompaiono dai mass media dall’oggi all’indomani, scomparse giustificate dalla circostanza del continuo accavallarsi dei fatti nuovi che sovrastano i precedenti. Per esempio: non sappiamo cosa stia avvenendo in Siria dal giorno dell’accordo sulla “tregua” del cessate il fuoco. Non sappiamo se le incursioni/raid aerei (degli Usa, della Russia, della francia, della Gran Bretagna) sono continuate in nome della lotta all’Isis jihadista in quei territori, non sappiamo nulla delle “programmate” e “autorizzate” missioni dei droni statunitensi da Sigonella, sappiamo ben poco di ciò che sta accadendo in Libia, dopo la tragica fine dei nostri due connazionali. I mass media nazionali sono più interessati alle diatribe delle primarie del PD a Roma e a Napoli e, correttamente, delle manovre economiche di Draghi e della Bce.

Però ecco, a sorpresa, si mettono in luce (per poi, ovviamente, sparire con pochi commenti) le affermazioni del presidente USA Barack Obama sulla Libia di cinque anni addietro in merito alla cancellazione dalla faccia della terra di Gheddafi e del suo regime, scaricando la responsabilità sugli alleati del fallimento e del caos seguito in quel Paese.

Barack ObamaEcco come evidenzia Huffington Post: Il presidente americano Barack Obama critica il premier britannico David Cameron e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy per l’operazione in Libia contro Gheddafi nel 2011, inserendo per questo capitolo Gran Bretagna e Francia nella lista degli alleati Usa “scrocconi” (“free riders”). Il capo della Casa Bianca parla di “caos” nel paese nordafricano e riconosce come un “errore” il suo sostegno all’intervento Nato, motivato in parte dalla sua erronea convinzione che Londra e Parigi si sarebbero assunti un maggior carico, soprattutto nella gestione del “follow-up” (…) Obama si dice “indispettito” nei confronti di alleati “scrocconi” – nel Golfo Persico ma anche in Europa – impazienti di trascinare gli Stati Uniti in pesanti conflitti settari che talvolta hanno poco a che fare con gli interessi americani. E La Stampa riporta le considerazione del presidente USA sugli alleati: L’abitudine degli ultimi decenni in queste circostanze è spingerci ad agire. Ma poi mostrano una mancanza di volontà di mettersi in gioco. Sono scrocconi (…).

Il premier Matteo RenziNon c’è che dire. La nostra interpretazione di queste dichiarazioni fuori tempo di Obama (ma come diciamo costantemente, potremmo essere in errore) hanno a che vedere, in modo o in un altro (ecco il “risvolto” del dettaglio) con i recenti avvenimenti che riguardano la Libia, soprattutto le “marce” in avanti e poi le “retromarcie” del premier italiano Matteo Renzi sull’intervento militare in quell’area in conflitto interno e contro l’Isis. Non c’è chi non abbia notato discrepanze in merito, e probabilmente i recenti atteggiamenti di “cautela” o “prudenza” del governo italiano e dello stesso premier derivano dalla recente “cautela” e dalla recente ”prudenza” che gli USA stanno mostrando sulla delicata questione. Un “dettaglio”, per noi, che scaturisce, come detto, sull’interpretazione delle dichiarazioni di Obama. Le decisione dell’Italia derivano o seguono quelle degli USA?

Le analisi, forse, servono a ben poco, ma comunque riteniamo opportune le riflessioni, soprattutto quelle che possono fare comprendere (anche a livello di tentativo) ciò che promuove o annulla una iniziativa di governo, soprattutto quando tutto ciò ci tocca da vicino.

E in riferimento alle notizie che appaiono o non appaiono o appaiono marginalmente, c’è da notare come scarso rilievo sia stata data alla motivazione della Cassazione sul sequestro degli impianti del MUOS di Niscemi, “notizia” che l’agenzia Ansa ha fornito e che poteva essere ripresa con l’importanza che meritava dai mass media: È “certamente sussistente quantomeno per la prosecuzione dei lavori in epoca successiva all’annullamento del provvedimento di revoca delle revoche” la consumazione a livello indiziario del reato di abuso edilizio nella realizzazione di infrastrutture militari costituenti il sistema radar Usa ‘Muos’ in Sicilia. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi (9 marzo n.d.r.) di conferma del sequestro del ‘Muos’ che, rileva il verdetto, è stato disposto con finalità di salvaguardia dell’ambiente e della salute degli abitanti. Ad avviso della Cassazione, non ha meritato accoglimento la tesi dell’Avvocatura dello Stato che, per conto del Ministero della Difesa, chiedeva l’annullamento della conferma del sequestro del ‘Muos’.

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