Pensano alle poltrone, alla Sicilia non guarda nessuno

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di Salvo Barbagallo

Matteo RenziIl primo pensiero “politico” di chi tiene in mano le sorti del Paese è come ripartire le poltrone di Governo: in questo verso se Matteo Renzi è “maestro”, il ministro dell’Interno Angelino Alfano di certo non è un “apprendista” stregone in quanto per lui i conti tornano sempre. Con il “nuovo” rimpasto di Governo il Nuovo centrodestra fa il pieno di poltrone: un ministro agli Affari regionali e quattro sottosegretari (Giustizia, Sviluppo Economico, Infrastrutture, Turismo). Oggi pomeriggio il neoministro piemontese Enrico Costa (Ncd), che lascia la poltrona da vice alla Giustizia e conquista quella di responsabile degli Affari Regionali con delega alla Famiglia, giurerà al Quirinale davanti al presidente della Repubblica. Poi stasera, alle 21, la compagine dei vice giurerà a Palazzo Chigi. Il professore bocconiano Tommaso Nannicini, fino a ieri consulente economico di Renzi, diventa sottosegretario presso la presidenza del Consiglio con delega sui Dossier economici a partire dal Jobs Act per le partite Iva. Alla Giustizia vanno la senatrice Federica Chiavaroli (Ncd) e Gennaro Migliore (Pd). Il senatore Antonio Gentile (Ncd), estromesso dal ministero delle Infrastrutture a seguito di una inchiesta che coinvolse il figlio, viene soddisfatto con la poltrona di sottosegretario allo Sviluppo economico. Ncd, ancora, ottiene posti di prestigio per due donne: Dorina Bianchi alla Cultura (Turismo) e Simona Vicari alle Infrastrutture. E così di questo passo per il resto: Renzi accontenta tutti, ma privilegia come si può notare Alfano.

Angelino AlfanoAngelino Alfano, Siciliano “doc” pensa poco alla sua terra, fin troppo occupato, come si può notare, a fare fronte alle aspettative dei suoi uomini più fedeli: la Sicilia con i problemi che si porta da tempo, può aspettare: un giorno, un mese, un anno, forse più, non cambia nulla.

Così finisce con l’arenarsi (anche se prosegue) la protesta dei lavoratori ENI di Gela che dall’alba di martedì 19 gennaio, con i sindacati confederali, i lavoratori dell’indotto e i dipendenti hanno letteralmente chiuso le vie d’accesso alla città con due blocchi sulle strade per Catania e Licata. I blocchi hanno provocato inevitabili rallentamenti al traffico veicolare, creando disagi a studenti, pendolari, automobilisti, mezzi pesanti per via delle lunghe code nelle strade di collegamento più importanti. Un terzo presidio è stato attivato sulla Gela-Vittoria. Cgil, Cisl e Uil continuano la battaglia a oltranza affermando che la protesta continuerà fino a quando non si avranno certezze sull’avvio dei cantieri e degli investimenti che siano in grado di restituire serenità a centinaia di famiglie. Neppure la manifestazione cittadina ha avuto l’eco che meritava  e non ha oltrepassato lo Stretto: nella Capitale, come detto, i governanti avevano altro da fare.

Sul tappeto restano le questioni irrisolte, ma anche nell’Isola vince l’indifferenza. Accade in tal modo che se il ministro Delrio “cancella” l’Autorità portuale di Catania favorendo Augusta, nessuno reclama e chi dovrebbe farlo, essendo “filogovernativo”, accoglie la decisione come la manna dal cielo. Accade, in tal modo, che se la Cassazione conferma il “sequestro” del MUOS di Niscemi nessuno si chiede cosa significhi lo stesso “sequestro” o se invece gli impianti satellitari sono realmente in funzione da mesi, dal momento che le enormi antenne paraboliche si “vedono” girare. E accade, in tal modo, che se l’Italia (assieme ai Paesi della cosiddetta “coalizione”) spinta dagli Stati Uniti d’America si prepara ad andare in Libia, nessuno si cura di ciò che avviene nella base militare di Trapani Birgi, trampolino verso il Paese nell’altra sponda del Mediterraneo. Nello stesso modo nessuno mostra un “vero” interesse per quanto accade al governo della Sicilia, e se il presidente Rosario Crocetta la Sicilia governa realmente.

Per non notare, ovviamente, se la disoccupazione e la sottoccupazione crescono o che fine fanno i migranti/profughi che continuano a sbarcare in Sicilia.

La Sicilia? Un mondo alieno. Eppure tutti continuano a ritenerla parte integrante dell’Italia…

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