Buon Natale 2015

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di Giuseppe Guarino

Chi non avverte quanto significativo sia il Natale quest’anno, forse non ha una corretta percezione di quanto sta accadendo. Sono anni che noi cristiani occidentali – di tutte le confessioni – cediamo spazio a chi crede diversamente da noi. Forse, però, adesso siamo ad una svolta. Ora è arrivato il momento di tutelare un po’ anche noi stessi: visto che dietro l’angolo, cioè alla prossima concessione che faremo, avremo definitivamente garantito il diritto altrui, ma altrettanto definitivamente calpestato il nostro e, ancora peggio, quello dei nostri figli.

“Il Giornale” riporta la notizia, richiamando “Il Giorno”, che una scuola, l’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano, in provincia di Milano, ha cancellato il concerto di Natale 2015 e ha rimosso il crocifisso. (Articolo di Luisa De Montis – pubblicato online su www.ilgiornale.it – Ven. 27/11/2015 – ore 11:09).

Lo Stato Italiano è laico. Ciò è sacrosanto. E’ inconcepibile che lo Stato interferisca nella libertà di credo dei propri cittadini, qualunque esso sia – chi scrive non è di fede cattolica, sebbene cristiano. Eppure allo stesso tempo, le Istituzioni hanno il dovere di garantire la libera espressione religiosa dell’individuo ed il rispetto della dignità di ogni confessione di fede. Possiamo arrivare al paradosso di spingere la salvaguardia delle minoranze al punto di danneggiare la maggioranza? Possiamo salvaguardare il diritto dei pochi ledendo quello dei più? In parole povere, è giusto che per cercare di non discriminare le minoranze, cadiamo nell’assurdo, discriminando la maggioranza?

Chi rema contro la libertà di espressione della fede cristiana in Italia è spesso mosso dal desiderio di tutelare chi ha abbandonato il proprio Paese, invivibile proprio grazie all’applicazione di quei principi e di quegli ideali che adesso difende e vuole imporre nella nostra terra.

Parliamo con più chiarezza.

Chi viene in Europa si avvantaggia della libertà di espressione, di movimento, di culto e di parola che gli garantiscono il diritto europeo e la tradizione cristiana. Chi viene nel nostro continente si avvantaggia del nostro benessere e di ciò che con sacrificio i nostri padri hanno creato con rivoluzioni e guerre, reclamandone, in nome dell’umanità, una fetta anche per sé. E noi, ben facendo, gli riconosciamo il diritto di integrarsi nel nostro tessuto sociale. Non gli viene chiesto di cambiare le proprie abitudini, usanze o costumi, né le sue credenze religiose – a meno che non contrastino col vivere civile garantito dalla nostra Costituzione. Eppure il nostro ben pensare, il nostro amore per chi corre da noi per bisogno o anche solo per desiderio di migliorare la qualità della propria vita, viene scambiato per debolezza. E forse di questo si tratta – se una minoranza, convinta e determinata, cosciente della propria identità, si adopera per intimidire e discriminare una maggioranza e limitarne, riuscendoci, la libertà di espressione.

Il Giappone non permette ai musulmani di divenire cittadini nipponici o di risiedere in maniera permanente nella propria nazione. Gli Stati Uniti sono sull’orlo di adottare lo stesso sistema oltranzista. Personalmente, da uomo libero e da cristiano, non posso accettare simili estremi. In Sicilia, nel corso della nostra lunga e travagliata storia, abbiamo visto avvicendarsi arabi, francesi, spagnoli, tedeschi, americani, al punto di essere talmente abituati alla diversità da non riuscire nemmeno a concepire il razzismo. Rispetto alle tensioni razziali esistenti in molti altri paesi, possiamo dire che almeno in questo siamo all’avanguardia. Da siciliano ne vado fiero. Ho amici Musulmani. Ho amici Testimoni di Geova. Ho amici atei, Ebrei, Agnostici, Cattolici ed Evangelici. Ho amici bianchi e neri. Distinguo la gente in buona e cattiva, in base alle azioni che compie, ma il credo o il colore della pelle mi impressionano poco. Sorrido a tutti e rispetto tutti. Ma proprio in virtù del rispetto che ho per gli altri, per chi viene ospite a casa mia, nella mia terra, mi aspetto lo stesso, né di più, né di meno.

Si avvicina il Natale. Noi cristiani ci ricordiamo che il nostro Dio ha deciso di camminare fra noi. Ci ha insegnato l’amore fino a soccombere, vittima della follia umana e morire sulla croce. Un eroe di questa grandezza lo ricordiamo e lo imitiamo al punto di estendere il nostro amore a tutta l’umanità. Anche nell’interesse di chi prova a cancellare ideali così grandi, abbiamo il dovere di difenderli con risolutezza, con convinzione intellettuale e politica per continuare a garantire la libertà di cui oggi godiamo – a noi stessi e ad ogni individuo che ci onorerà della sua presenza nella nostra terra.

Se oggi vi sono minoranze non cristiane fra noi, invitiamole alle nostre feste di Natale come graditi ospiti, per spiegargli chi siamo, in cosa crediamo e come siamo arrivati a costruire la nostra società. Questa società che loro hanno amato, forse più della loro, tanto da scegliere di viverci.

A tutti, a chi li accetta e a chi non li accetta, tanti auguri di Buon Natale e di un sereno 2016.

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