Ernst Hemingway non pose solo la domanda nel 1940, ma scrisse anche la risposta: “ … e allora non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te”. E in quel “te” siamo tutti noi, tutti gli occidentali del XX e del XXI secolo.
Da oltre cento anni risuonano i rintocchi “a morto” di una campana sempre più gigantesca, sempre più fragorosa perché stiamo diventando (o lo siamo dall’origine) i peggiori sordi, cioè quelli che non vogliono sentire.
Annuncia la morte del corpo e della mente, della giustizia e del diritto, della società e della moralità, della verità e della speranza, della fratellanza e della comprensione, del merito e dell’umanità.
Ci sono esseri umani, privilegiati dalla vita e dalla “politica”, che mai hanno sofferto da comuni viventi e che (per insipienza (vera o simulata) e/o inspiegabile tornaconto) suonano le trombe inneggiando a un oscuro nuovo ordine mondiale, di cui certamente non conoscono gli inizi e i confini.
Temiamo questo presunto “nuovo ordine mondiale” legato alla volontà di pochi “oligarchi” nostrani. La campana non suona a festa per questa che viene propagandata come l’unica soluzione valida per l’umanità; suona a morto da oltre un secolo e ancora tanti morti aspettano che a ciascuno di loro sia dedicato singolarmente anche un solo minuto di omaggio sonoro. Sarà probabilmente per questa lunga lista d’attesa che si dedicano pochi minuti di “ipocrita” commiserazione alle centinaia, migliaia, centinaia di migliaia di esseri umani vittime delle nostre aggressioni e/o delle nostre acquiescenti complicità.
Crediamo che il primo rintocco del “nuovo ordine mondiale” sia databile 23 dicembre 1913 quando il Congresso degli Stati uniti approvò il “Federal Reserve Act” istituendo la “Fed” e passando nelle mani di pochi privati “controllo e proprietà” del dollaro: lo stato abdicò da un potere veramente sovrano “battere moneta”. Stranamente la Fed iniziò a operare nel 1916 in piena guerra mondiale.
Scorriamo ora velocemente quelli che ci sembrano altri rintocchi notevoli.
Il generale George Smith Patton muore sessantenne per uno strano incidente a Heidelberg il 21 dicembre 1945. Un grande stratega Pattom, che si era fissato nell’idea di attraversare tutta la Russia con i suoi carri armati. Era forse diventato “megalomane”? O aveva fatto sua l’aspirazione occidentale (data per certa negli archivi di stato interessati) di invadere una volta per tutte la parte europea del territorio dell’alleato “pro-tempore” Stalin? Ovviamente si dice che Stalin anticipò le intenzioni (al sapore di the si dice) degli alleati conquistando velocemente Berlino e rischierando le truppe. Sappiamo come risposero i beffati: una incessante campagna di disinformazione volta ad allarmare i popoli con la favola delle mire espansionistiche sovietiche prima e russe ora.
Però qualche mossa per il futuro serviva. Così il 27 dicembre 1945 venne istituito il FMI (Fondo monetario internazionale): era tempo di incominciare a limitare la sovranità (monetaria e finanziaria) di altri stati, mettendoli nelle mani di pochi “privati” illuminati. Con il fragore delle bombe ancora echeggiante chi mai poteva avvertire questi ulteriori rintocchi?
Si dice poi che J.F. Kennedy voleva cancellare il Federal Reserve Act per restituire il potere del denaro, con controllo dell’economia e della finanza, allo stato. Si dice, ma lui non può confermarlo o negarlo.
Ai nostri giorni (terzo millennio) ne sentiamo tanti rintocchi: sono sbocciate primavere arabe (o meglio inferni per tutti), “spontanee” (?) rivoluzioni colorate e/o profumante, rivoluzioni fallite o in “sospeso”, rivoluzioni più che spontanee forse in arrivo, piazze in agitazione e morti su morti, fuggitivi, perseguitati, massacrati, violati nella dignità … E dal mondo arrivano altri segnali inquietanti, ivi comprese alcune scelte apicali.
E’ questa la strada di un ordine universale ed equo o è la scorciatoia della terza (o quarta) generazione di assatanati dal potere e dal denaro e dai loro quasi fedeli servitori (di due o più padroni)?
Quali speranze di salvezza restano all’umanità intera.
Forse ci sbagliamo, ma confidiamo nei piccoli e nei grandi.
Le piccole e orgogliose nazioni (per esempio Islanda, Irlanda, Grecia, Ungheria, Finlandia …) fuggono o democraticamente si ribellano alla plutocrazia e al’espansionismo occidentali.
Le grandi potenze orientali e “meridionali” si preoccupano molto della sicurezza del mondo non Occidentale-atlantico. Nella recente conferenza di Mosca il russo Lavrov ha sottolineato che i rischi di un conflitto mondiale crescono vertiginosamente per la negligenza di Stati Uniti e NATO (leggasi pure UE) verso la sicurezza degli altri e per la totale assenza (o rifiuto) di un dialogo costruttivo da parte dell’occidente. Lavrov ha pure citato l’americanissimo Franklin D. Roosevelt: “Non ci può essere via di mezzo. Dovremo prenderci la responsabilità della collaborazione mondiale, o di un altro conflitto mondiale. Credo che abbiano formulato una delle principali lezioni del conflitto globale più devastante della storia: è possibile affrontare le sfide e preservare la pace attraverso sforzi collettivi nel rispetto degli interessi legittimi di tutte le parti“.
Ecco cosa cercano gli “altri”: dialogo, collaborazione e unità di intenti per il bene comune.
Intanto la campana suona più per noi che per gli altri.
Suona per l’occidente euro-atlantico, per la NATO (per ora ci sembra a regia USA-Francia), per la UE ( sempre meno padrona e artiglio teso della NATO), per l’Italia, per la Sicilia.
Specialmente per noi Siciliani. Siamo sulla frontiera, sotto continua invasione, sotto assedio e siamo militarmente occupati dagli alleati (almeno così si presentano): begli alleati, che i fatti recenti e non recenti presentano come veri artisti dell’usa e getta. Dov’è la Costituzione italiana (art. 80, art. 66), dov’è lo Statuto speciale, dov’è il Codice dell’ordinamento militare? Forse sotto la campana?
Siamo in balia della NATO che ha coinvolto l’Italia in Kosovo, Afganistan, Libia: e non solo non corre ad aiutarci ma non leva la voce a nostro sostegno.
Se fosse necessaria una difesa armata cosa succederebbe? Temiamo proprio che gli Americani difenderebbero solo le loro basi (magari asserragliandosi in esse come fossero novelli forti nella prateria) mentre gli “alleati” della NATO sarebbero prodighi di consigli (sbagliati o giusti poco importa) e si chiuderebbero in difesa dei propri “castelli” come si usava nei secoli bui.
E l’UE? Speriamo che a Bruxelles non abbiano dimenticato che la Costituzione europea impone l’obbligo di difesa degli stati membri; a meno che in qualche protocollo o accordo “plurilaterale” sono indicate le coordinate di delimitazioni dell’intervento. Intanto, quale stato membro, siamo schiavi del rigore della UE e questa ci difende con lo stanziamento di qualche Euro in più e l’ipotesi di un’altra guerra alla Libia: tanto dovrebbe bastare (sembra il messaggio) per fronteggiare il disastro di cui siamo complici, per larga condivisione. A nessuno dei geni e strateghi nostrani e UE è venuto in mente di studiare una variante del “metodo Australia” , da applicare nel bacino del Mediterraneo?
Ma i nostri capi lavorano per noi “sudditi” e per il nostro bene o per imprecisate entità e il “bene” di esse? E gli organismi di cui siamo “membri” ci vedono come esseri viventi, liberi e senzienti?
E la campana continua a suonare e noi aspettiamo che altri operino per noi e dormiamo. Un giorno ci sveglieremo e saremo soli contro la fame e la morte.
A meno che le piccole nazioni (occidentali e mondiali) e le grande nazioni del sud e dell’oriente riescono a fermare i rintocchi della campana.