Per conoscere il terrorismo, guardate “Spooks” in tv

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spooksDi Salvo Barbagallo

Gli inglesi in materia di spionaggio e controspionaggio sono veri maestri: lo hanno dimostrato in passato, continuano a dimostrarlo soprattutto oggi con l’efficienza dei loro servizi. E di Servizi segreti il Regno Unito ha in campo una vasta gamma, tutti raggruppati sotto determinate sigle, come “G” (Government Communications Headquarters), “M” (Military Intelligence, M15, M19), “S” (Military Intelligence, Special Branch, Special Operations Executive) a seconda delle specificità operative. Una delle principali attività dei servizi inglesi in questo momento storico e quella dell’antiterrorismo. Il Regno Unito ha pagato sulla propria pelle e sul stesso territorio il “terrore” degli attentati, basti ricordare quello del 7 luglio 2005 a Londra, quando una serie di esplosioni causate da attentatori suicidi colpirono il sistema di trasporti pubblici della capitale britannica durante l’ora di punta, mentre migliaia di persone si recavano al lavoro. Tre treni della metropolitana furono colpiti quasi contemporaneamente e dopo poco meno di un’ora esplose un autobus. Gli attacchi causarono 55 morti, inclusi gli attentatori, e circa 700 feriti di cui un centinaio ricoverato in ospedale in gravi condizioni. I recenti tragici eventi di Parigi hanno posto l’attenzione sui pericoli e rischi che si corrono, rompendo (almeno per molti giorni) l’indifferenza della gente verso questo tipo di problematiche, facendo prendere consapevolezza che i criminali episodi possono verificarsi ovunque.
Una serie televisiva prodotta e trasmessa dalla BBC, e andata in onda anche in Italia, “Spooks”, ha “divulgato” il lavoro sotterraneo che una branca dei servizi inglesi, l’M15, compie quotidianamente per prevenire gli attentati sul territorio del Regno Unito, o quantomeno per attutirne i danni e le possibili, gravi conseguenze. “Spooks” narra la vita degli agenti (delle “spie”, dette in slang “Spooks”) dell’M15, con un forte contenuto realistico che è d’impatto sul telespettatore (nel regno Unito la serie ha toccato oltre otto milioni di audience), facendolo penetrare in un mondo sconosciuto. Un mondo che, poi, si è ritrovato non più nella fiction ma nella vita di ogni giorno.
“Spooks” rivela in maniera chiara ciò che accade dietro le quinte non solo dell’organizzazione di intelligence, ma degli uffici dei Palazzi ministeriali, là dove vengono prese le “vere” decisioni sul modo di agire. La lunga serie televisiva (oltre cento puntate dal 2002 al 2012) mette in evidenza quanto possa essere subdola la minaccia terroristica e come sia oltremodo difficile prevenirla: gli strumenti che vengono adoperati dai terroristi, i mezzi dei quali dispongono e lo stesso “materiale” umano che si muove nell’occulto nelle nefande azioni, a volte sfuggono a qualsiasi controllo. Sono incredibilmente alte le possibilità di mettere in ginocchio un Paese, una città, una collettività con gli attentati: la repressione, in pratica, ha molti limiti. Soltanto un costante e capillare lavoro di intelligence, cioè di spionaggio, può bloccare il pericolo di un attentato, e non sempre si possono ottenere risultati positivi. E’ un lavoro oscuro, quello che gli “spooks” portano avanti, sconosciuto e spesso volutamente ignorato, ma al quale è legata sempre la vita di una collettività.
Portare nelle scuole, e negli stessi uffici ministeriali (di competenza) italiani, non sarebbe una pessima idea: far conoscere i pericoli che oggi viviamo e sensibilizzare giovani e grandi a queste problematiche attuali potrebbe essere non solo “informativo”, ma fondamentalmente “educativo”.

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