Brindisi: non basta urlare lo sdegno

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Penso che sia giusto urlare il proprio sdegno, il proprio disprezzo, il proprio schifo verso un atto così orribile, abbietto, vile e codardo. Urlare contro tutti e contro tutto. Chissà perché mi ricorda la strage di via dei Georgofili a Firenze dove, tra gli altri, persero la vita le piccole Caterina (aveva solo 50 giorni di vita) e Nadia Nencioni (di 9 anni). Era lo stesso mese, ma del 1993. Mi sento di dire che in questo momento di estremo dolore per quanto accaduto a Brindisi è necessario riflettere non tanto su chi ha ideato e commesso quello che solo un appartenente ad una umanità scellerata può ideare o commettere (l’uomo è un essere superiore sia nel bene che nel male), ma su come si può reagire quando la società civile viene colpita così duramente da un “sistema” che combatte con tutte le armi a sua disposizione per far sì che questa società civile si sottometta alle suo “regime”.

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Noi siamo quelli che vorremmo vivere in un mondo “normale”. Ma cosa vuol dire “voler vivere in un mondo normale”? Vivere secondo quei principi e quelle regole che assicurano agli appartenenti alla specie umana una civile convivenza senza scannarsi fra loro, senza opprimersi a vicenda. Un mondo che si lasci alle spalle guerre, stermini, odi, sopraffazione, razzismi, opportunismi e così via. Un mondo che ci permetta di lavorare serenamente, di poter avere una casa, una famiglia, degli amici, di poter mettere a mondo dei figli senza essere attanagliati dal pensiero che non potremo assicurare loro un futuro.

Purtroppo Cristo non è riuscito ad abbattere tutti gli dei pagani. Il dio denaro è più idolatrato che mai; assieme al dio potere formano quel “sistema” che ci violenta in tanti modi diversi.

Potete chiamarli politici corrotti, terroristi, anarchici, organizzazioni mafiose, comitati d’affari, trafficanti d’armi, di organi e di droga, business del sesso, del gioco d’azzardo, servizi segreti deviati, P2, P3, P4 e così via… fa lo stesso. Sono sempre loro, tutti insieme. Sono loro che per potere o per denaro mettono le bombe, piccole o grandi che siano, per intimidire o per uccidere.

Che senso ha allora, per noi tutti, radicare il lutto nei nostri cuori e trovare consolazione nel fare a gara a capire quale può essere stata la “matrice dell’atto criminale”? Questo è un lavoro che compete agli inquirenti.

A noi compete reagire. Bisogna che ognuno faccia intimamente la propria parte e dia il suo contributo alla lotta contro il sistema criminale. Rifiutiamoci di assecondare qualsiasi illegalità, qualsiasi violazione delle leggi e delle regole, dalle più piccole alle più macroscopiche.

È sotto gli occhi di tutti che l’attuale sistema politico ha fallito. Ma che senso ha allora l’anti politica? Che senso ha non andare a votare. Vogliamo lasciare che i corrotti e i collusi con mafia e i comitati d’affari continuino a fare i loro comodi e che, quando devono “lanciarsi messaggi” o “sistemare” i loro sporchi affari, continuino a mettere bombe nelle piazze, nelle banche, davanti alle scuole o dentro qualche ospedale? Perché è per questo che Melissa è morta.

 

Corrado Rubino

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