Operazione Cc Catania contro clan Santapaola-Ercolano: 34 arresti

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In una vasta operazione antimafia, duecentocinquanta carabinieri del Comando Provinciale stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale etneo, nelle provincie di Catania, Prato, L’Aquila, Enna, Perugia, Vibo Valentia, Palermo, Benevento, Siracusa e Avellino.

Più di trenta gli indagati, accusati di associazione di tipo mafioso e concorso esterno, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni e concorso in trasferimento fraudolento di valori, reati aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno consentito di portare alla luce le recenti evoluzioni delle dinamiche associative della famiglia di Cosa Nostra etnea ‘Santapaola-Ercolano’, individuandone gli elementi apicali.  

L’operazione dei carabinieri, denominata ‘Sangue blu’ e’ stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea ha portato all’arresto anche dell’attuale ‘responsabile provinciale’ della famiglia mafiosa ’Santapaola-Ercolano’. Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. 

Dall’indagine sono emersi un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori catanesi, un fiorente traffico di stupefacenti, il recupero crediti attraverso prestiti ad usura e l’intestazione fittizia di attività economiche. I proventi delle attività illecite venivano utilizzati sia per il mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, sia reinvestiti in altre attività imprenditoriali infiltrando il tessuto economico catanese.

Sono in tutto 34 gli arrestati, 25 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, una persona e’ ancora ricercata, nell’ambito dell’operazione ‘Sangue blu’ dei carabinieri di Catania su delega della Direzione distrettuale antimafia contro il clan ‘Santapaola-Ercolano’. Gli arresti hanno riguardato oltre la città di Catania anche Prato, L’Aquila,Enna,Perugia, Vibo Valencia, Palermo,Benevento, Siracusa ed Avellino.

Le indagini hanno consentito di individuare in Francesco Napoli l’attuale ’responsabile provinciale’ del clan in questione e nipote Salvarore Ferrera e legato da vincoli di sangue allo storico capomafia Benedetto ‘Nitto’ Santapaola. Le indagini hanno documentato anche sei estorsioni ai danni di altrettanti imprenditori. Una di queste si è manifestata nella collocazione di una bottiglia incendiaria all’esterno di un noto stabilimento balneare della Playa accompagnata da un pizzino con la scritta ‘200 mila euro o ti cerchi l’amico 2 giorni di tempo’, una sorta di ‘codice identificativo’ delle estorsioni del clan. Vi sono stati inoltre sequestri preventivi di due società, un salone auto multimarca a San Gregorio, nel catanese ed una enoteca del capoluogo etneo.

Gli arrestati devono rispondere di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa,estorsione, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di beni e detenzione illegale di armi e munizioni. E’ emerso come Francesco Napoli, nella gestione quotidiana delle attività illecite del sodalizio aveva costantemente adottato cautele estreme volte ad evitare che le sue conversazioni potessero essere ascoltate dalle forze dell’ordine come una rete telefonica riservata. Parimenti, la trattazione delle varie questioni di interesse del clan, sarebbe stata sempre rimandata ad incontri in presenza, fissati senza alcun riferimento al luogo ma indicato con ‘nomi in codice’.

Foto repertorio

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