“Mai insieme a te” corto su cicatrici donne violate

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Un cortometraggio fatto dalle donne per le donne, per sensibilizzare sulle conseguenze della violenza, osservandola da un punto di vista ancora più lacerante. Un progetto che unisce cinema e società. Una voce per tutte quelle donne che troppo spesso sono state costrette al silenzio.

«Le donne violate non fanno rumore,

restano in silenzio,

collezionano cicatrici profonde che distruggono l’anima».

di Giuseppe Proiti

Troppo spesso si sente parlare di violenza contro le donne, ma non sempre si ha la consapevolezza delle tante conseguenze che essa genera. Ferite profonde che modificano l’esistenza perché trafiggono l’anima, tanto radicate da non poter essere cancellate. Un dolore che si insinua dentro e che diventa un tatuaggio perenne.

Ferite che si cicatrizzano lasciando segni che non sono visibili ma che ricordano ogni giorno ciò che sei diventata: una vittima. Perché la violenza porta con sé una serie di conseguenze. Una devastazione che sintetizza: ansia, disperazione, impotenza, depressione.

Donne che restano sole. Donne che spesso si trovano ad affrontare gravidanze indesiderate. Donne che devono lottare per tenere un bambino nato dall’orrore. Donne deboli, che non hanno la forza di tenere un figlio. Queste donne restano in silenzio, le loro ferite non si vedono. Non hanno colore, non hanno forma. Ma quelle ferite ci sono e non si rimarginano.  Perché le donne violate non lottano, sono voci silenziose che non fanno rumore.

Mai insieme a te è il titolo del cortometraggio tutto siciliano prodotto dalla ATOM s.r.l.s. ed Eugenio Siviglia per la regia di Giulia Galati, scritto e sceneggiato dalla calatina Angela Failla, e interpretato da Vanessa Galipoli e Massimiliano Bono.

Ambientato a Palermo, è la storia di una donna violata in un modo così profondo da decidere di affidare ad altri quel figlio che a lei ricorderà per sempre la violenza di quella notte. Un progetto innovativo perché mostra quale effetto profondo e perenne abbia la sofferenza nella vita di una donna violata e abbandonata a se stessa.

Il cortometraggio – supportato dall’associazione no profit “Il comitato delle donne” che da anni è impegnata nella sensibilizzazione sociale – vuole mostrare e fare riflettere su quelle conseguenze che raramente vengono percepite all’esterno.

In un tempo di incertezza, fondamentale diventa quindi la sensibilizzazione, mostrando soprattutto quelle conseguenze che gli occhi non riescono a vedere.

TRAMA

Silvia è una donna sola, distrutta dalla violenza. Da cinque anni, trascorre ogni domenica al parco solo per vedere giocare un bambino. Quel bimbo è suo figlio. Figlio di una violenza. Una violenza che ha stravolto per sempre la sua vita al punto di non permetterle nemmeno di riuscire a tenere con sé quel bambino, frutto della violenza subita. Un giorno Silvia trova il coraggio di avvicinarlo e di regalargli una bussola.

La donna ha fatto di nuovo una scelta, la più dolorosa dopo l’abbandono, quella di non rivelare mai al piccolo di essere sua madre. E adesso ha la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, perché quel silenzio, quel non interferire con la vita del bambino, quel rimanere estranea, sarà un atto di amore. Il coraggio di chi ha preferito restare sola e soffrire in silenzio piuttosto che sconvolgere l’esistenza di qualcuno raccontandogli la triste verità.
Proponiamo qui il trailer del corto:

La regista Giulia Galati è autrice di testi teatrali ed è specializzata in cortometraggi che trattano su tematiche sociali. “Non per scelta”, mostra le conseguenze psicologiche all’interno della famiglia a seguito dell’aborto terapeutico, “47 secondi” affronta, invece, il tema della disoccupazione giovanile.  

Il film, con i costumi di Davide Catagnano, è interpretato dall’attrice e conduttrice Vanessa Galipoli, (La rivincita di Natale di Pupi Avati, Ventitrè 23, di Duccio Forzaro e la fiction Rai Makari) e dal giovanissimo Massimiliano Bono, volto ormai noto sul web, (ha già preso parte ad altri cortometraggi), stavolta alla sua prima prova da protagonista.

Il testo e la sceneggiatura portano la firma di Angela Failla, giornalista e già autrice di quattro romanzi, l’ultimo dei quali “Il giocattolaio” attualmente tra i thriller più letti di autori italiani.

Produttore esecutivo Manfredi Simonetti.

Il cortometraggio è patrocinato dalla UECI ed è supportato dall’associazione no profit “Il comitato delle donne”.

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