La procura notarile chiesta dalle Poste. Per una raccomandata

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Oggi, 24 ottobre 2020, sono le ore 9,25.

Sono rientrato a casa da alcuni minuti, il tempo di riprendere fiato, prendere un foglio di carta e una penna e mettermi a scrivere la seguente Lettera di Reclamo alle Poste Spa.

Mi chiamo Cantarella Vincenzo ed abito a Catania in Via […].

Mi è stata spedita una Raccomandata ed il mittente mi ha comunicato il suo numero di protocollo postale per poter seguire sul sito “Poste.it” il suo iter di lavorazione la cui stampa è allegata alla presente lettera.

Preciso subito che al mio indirizzo esiste il servizio di portineria che è attivo tutti i giorni sia di mattina che di pomeriggio.

Da come di evince dallo Stato di lavorazione del Sito delle Poste Italiane la raccomandata doveva essere consegnata giovedì 22 ottobre. Ma nulla è pervenuto, anche se il portiere asserisce (ed è vero) che non si è allontanato dalla portineria. Non è stato consegnato neanche il modello 26 che viene lasciato quando il destinatario è assente.

Il giorno seguente, venerdì 23 ottobre, sempre sul sito delle “Poste.it” risulta che la Raccomandata è disponibile per il ritiro presso l’ufficio postale di Via Cagliari a Catania.

Cerco di capire. Dunque:

– giovedì 22 era “in consegna”;

– venerdì 23 era “disponibile per il ritiro” presso l’ufficio postale di via Cagliari;

– il portiere dello stabile non ha visto nessun postino e non ha ricevuto nessun avviso.

La mia deduzione è che l’ufficio che doveva effettuare la consegna non l’ha effettuata e l’ha passata direttamente all’ufficio postale di competenza, dove il destinatario (cioè io), previo nuovo avviso, avrebbe dovuto recarsi per il ritiro (questo avviso non c’è stato di bisogno in quanto ho seguito l’iter della lettera controllando il sito).

Mi informo con amici dipendenti dalle Poste quale è l’ufficio che avrebbe dovuto provvedere alla consegna della Raccomandata. Questi mi confermano ciò che io già immaginavo che l’Ufficio in questione è quello di “S. Giuseppe La Rena”. E sorridendo aggiungono “fanno schifo”, “sono un branco di fannulloni”, e via di questo passo!

Devo aggiungere che l’anno scorso era successo un episodio perfettamente analogo. Dovevo ricevere un’altra Raccomandata e non ricevendola mi sono informato tramite amici ed ho appreso, sempre tramite amici, che era giacente presso l’ufficio di San Giuseppe La Rena. Ci sono andato e l’impiegata ha ammesso che la Raccomandata si trovava nel suo ufficio, ma non voleva consegnarmela in quanto non avevo il modello 26 (questo modello attesta che il postino è passato e il destinatario non era presente). Ho dovuto chiamare il 113 e con l’arrivo della Polizia (che ringrazio per la sua efficienza e per la sua attenzione al cittadino) la Raccomandata mi fu consegnata.

Ma torniamo alla raccomandata odierna.

Questa mattina, sabato 24, mia figlia si è recata (in quanto io sono invalido) all’Ufficio postale di Via Cagliari, con la mia delega (che allego alla presente lettera di reclamo), con fotocopia del mio documento di identità, e per maggior scrupolo anche con il mio documento originale ed ha chiesto all’impiegata dello sportello di ritirare la Raccomandata.

L’impiegata ha richiesto (a sua volta) l’avviso rilasciato dal portalettere (il modello 26). Mia figlia ha risposto che nessun avviso era stato lasciato e che avevamo appreso della sua giacenza presso quell’ufficio tramite il sito delle Poste.it, come si poteva evincere dalla mia delega.

E qui mi viene alla mente che avendo io fatto la delega proprio sulla stampa dell’iter della Raccomandata, avevo evidenziato proprio l’imbroglio commesso dall’Ufficio Recapiti. Infatti per non mettere agli atti questo documento rivelatore è avvenuto quello che si evince dalla continuazione del mio racconto.

A questo punto l’impiegata si è alzata ed è andata dalla Direttrice dell’Ufficio.

La Direttrice (in verità con parole e comportamento molto gentile) ha detto a mia figlia che in assenza del modello 26 doveva essere in possesso di una “procura legale” (!) in alternativa la raccomandata poteva essere consegnata esclusivamente al destinatario (cioè a me) e quando mia figlia ha specificato che ero invalido mi avrebbe favorito non facendomi rifare la fila per l’attesa.

Ma guarda quanta cortesia! Che fosse cortesia interessata?

Mia figlia è tornata a casa, mi ha portato in Ufficio e così la raccomandata è stata consegnata.

Alla mia richiesta di chiarimenti la Direttrice mi ha ripetuto quanto aveva detto a mia figlia (cioè che per consegnarla a lei era necessaria una procura legale) ed ha precisato che queste sono le “disposizioni”.

Di fronte ad una tale dichiarazione fatta dal Direttore dell’Ufficio, che a tutti gli effetti è un’autorità, l’utente ha poco o nulla da obiettare. Io mi sono sentito come un vaso di coccio di fronte ad un vaso di ferro!

Ora, tornato a casa, mi pongo tante domande.

La prima è la seguente. È possibile che un ufficio pubblico (mi riferisco a quello di S. Giuseppe La Rena) possa agire ripetutamente in maniera scorretta senza che nessuno controlli, nessuno se ne accorga, e intervenga?

La seconda domanda è la seguente. Accettando che quanto dichiarato dalla Direttrice corrisponda a verità, è possibile che in un ufficio pubblico esistano delle disposizioni così assurde?

La terza domanda che mi viene alla mente è la seguente. Queste disposizioni sono scritte oppure tramandate per “consuetudine”? Se sono scritte sono state emanate dalla Direzione locale oppure da quella generale? Il Ministero (o meglio la burocrazia del Ministero) è a conoscenza di tutto ciò?

Sono entrato nel sito del Ministero dello Sviluppo e delle Comunicazioni. Le prime parole che ho incontrato sono “Amministrazione trasparente” e “Registro della trasparenza”.

Accipicchia! Questa sì che è trasparenza?!

O forse è presa per i fondelli del cittadino utente?!

Ho chiesto alla Direttrice un modulo di reclamo e me lo ha consegnato.

Ho compilato il modulo al quale ho allegato la seguente descrizione dei fatti.

Ne ho fatte varie copie che ho consegnato o inviato a:

– Ufficio Postale di Via Cagliari.

– Direzione Provinciale Poste Italiane. Via Etnea 215, 95124 Catania.

– Direzione Territoriale Regionale.

– Poste Italiane Spa. Viale Europa 190. 00144 Roma.

  • Direttore Generale – Matteo Del Fante;
  • Consigliere – Giovanni Azzone;
  • Consigliere – Bernardo De Stasio;
  • Consigliere – Daniela Favrin;
  • Consigliere – Davide Iacovoni;
  • Consigliere – Mimi Kung;
  • Consigliere – Elisabetta Lunati;
  • Consigliere – Roberto Rossi;
  • Pierangelo Scappini – Responsabile Risorse umane e Organizzazione.

Alla Stampa.

Alla Procura della Repubblica.

Ai Politici.

Post Scriptum.

Inviare copia di questa Lettera di Reclamo alla Procura della Repubblica ed alla Direzione Generale di Poste SPA, può apparire eccessivo data la poca importanza del caso.

“De minimis non curat praetor”.

Ed io lo riconosco, questo mio caso è di poca importanza.

Ma, se per caso, questo mio problema fosse soltanto la punta di un iceberg?

Se fosse uno dei dieci, cento, mille soprusi che il cittadino utente subisce ogni giorno in tutta Italia dalla Pubblica Amministrazione ed accetta in silenzio per il quieto vivere?

Oppure tollera, borbottando tra sé e sé solo perché non sa come reagire e a chi rivolgere le sue rimostranze?

Oppure ancora, perché pensa che il suo reclamo o la sua protesta sia soltanto una “vox clamans in deserto”, (o se preferite “clamantis”) cioè la voce di uno che grida inutilmente nel deserto?

E in verità questo dubbio è passato anche nella mia mente.

Ma la speranza è ultima a morire.

Vincenzo Cantarella





Nota Redazione: sarebbe opportuno che la Direzione di Poste Italiane chiarisse in merito alla necessità di una “Procura Legale” in assenza del modello 26 non consegnato dal personale.

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