Coronavirus: ora è panico in Italia, attenzione su decine di pazienti

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Misure d’emergenza, riunioni costanti, interi paesi svuotati, quarantena fiduciaria. Il Coronavirus adesso fa paura

Un caso, tre casi, sei casi, otto casi, sedici casi. Da accertare, da verificare, ma il panico adesso assale gli italiani spesso distratti dai temi dell’informazione e pertanto non informati a dovere. I cittadini da troppo tempo sembra cerchino le informazioni soltanto sui social, senza alcuna verifica delle fonti e adesso che i casi ci sono veramente nessuno è pronto ad affrontare l’inevitabile panico di fronte a un nemico sconosciuto: il Coronavirus (nome scientifico: 2019-nCov) che oggi è ufficialmente comparso in Italia. Non più con pazienti originari della Cina ma con pazienti italiani che sono (forse) solo entrati in contatto con altri italiani rientrati dal Paese asiatico e apparentemente asintomatici.

Tutto al momento va preso con le pinze, ma certo il livello di allerta a questo punto è decisamente più alto. In Lombardia sono 14 i casi individuati, fra cui cinque operatori sanitari e quasi come a Wuhan ora, e solo ora purtroppo, scattano misure d’emergenza senza precedenti. Con una precisa ordinanza in Lombardia sono state disposte misure straordinarie per i comuni di Codogno, Castiglione, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini e San Fiorano.

In Veneto i pazienti contagiati sarebbero due, queste le parole del Governatore Luca Zaia: “Per noi le analisi sono positive, stiamo aspettando la conferma dallo Spallanzani, ho parlato più volte con Borrelli oggi pomeriggio, sono due cittadini di Vo’ Euganeo, uno del ’42 e uno del ’53, uno in condizioni critiche in terapia intensiva. Siamo preoccupati, ho parlato col sindaco di Vo’ Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto. Non bisogna diffondere il panico, ma la prima regola è l’isolamento– ha aggiunto Zaia – Queste due persone hanno avuto dei contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico caso sospetto. Venivano dall’ospedale di Schiavonia e sono ricoverati in Azienda ospedaliera a Padova con tutte le procedure previste dalla task force. Stiamo lavorando anche sul fronte dell’eventuale necessità di una struttura dedicata a eventuali contagiati, perché non sappiamo qual è l’entità del contagio. La procedura andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini sono stati curati per normali patologie, sono state applicate tutte le direttive dell’Oms, si tratterà di capire che tipo di contatto hanno avuto“.

Il primo caso individuato è stato confermato dall’Istituto Superiore di Sanità come positivo al nuovo coronavirus all’ospedale di Codogno in provincia di Lodi. Si tratta di un manager 38 enne ricoverato in Terapia intensiva, il caso che ha fatto emergere il focolaio, se non altro per aver attivato la catena di controllo. A quanto apprende l’Adnkronos Salute i campioni erano stati inviati a Roma dall’ospedale Sacco di Milano. L’uomo è in gravi condizioni. La prognosi è riservata e al momento non può essere trasferito al Sacco di Milano, dove si trova attualmente ricoverata sua moglie, anche lei positiva al test.

Stanotte è venuto il personale del Sacco, anestesisti e infettivologi – ha riferito all’Adnkronos il direttore sanitario dell’ospedale di Codogno, Andrea Filippin – e hanno deciso, d’accordo con i medici della rianimazione di Codogno, di tenerlo qui per le sue condizioni ancora instabili. Siamo in stretto contatto e c’è accordo sulla gestione del paziente tra noi e il Sacco“.

All’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha affermato “Non è detto che non possano esserci altri casi, anche in aree diverse” precisando che i due pazienti in Veneto sono casi ancora “sospetti” ma anche che non è possibile stabilire se c’è una correlazione con i casi verificati in Lombardia, cosa che fa pensare come possano essere presenti più focolai sul territorio italiano e questo non fa altro che allarmare ulteriormente la popolazione.

ACCERTAMENTI SU UNA DONNA DI OSTIA – Nel pomeriggio il medico di turno al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia ha chiesto l’intervento di un’ambulanza in bio-contenimento per il trasporto allo Spallanzani di una donna con patologia respiratoria. La donna dovrà essere sottoposta agli accertamenti del caso.

CONTROLLI SU BIMBO DI TRE ANNI – Un caso sospetto di Coronavirus su un bambino di 3 anni anche a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. “Nel primo pomeriggio, presso l’ospedale Santa Maria dell’Olmo – informa in una nota il Comune – è stata attivato il protocollo previsto in caso di sospetto Coronavirus, per un bambino di 3 anni“.

Allo stato – si spiega – sentiti i vertici del nosocomio cavese, sono in corso gli esami di rito presso l’ospedale Cotugno di Napoli, per accertare se il bambino è affetto o meno dalla patologia. In attesa della diagnosi, così come prevede il protocollo, l’attività del Pronto Soccorso dell’ospedale è stata sospesa“.

IL GIALLO DEL PAZIENTE ZERO – Peraltro si è parlato di “paziente zero”, ossia il paziente che avrebbe portato il virus in Italia e si era pensato potesse essere il manager 38 enne di Codogno, ma i test danno esito negativo, ciò non esclude che “A un certo punto il virus viene eliminato e il test potrebbe non rilevarlo più” ma anche che potrebbe non essere questa persona il “paziente zero”. Il ché aprirebbe un pessimo scenario all’orizzonte: un ipotetico “paziente zero” sconosciuto alle Autorità Sanitarie, magari asintomatico, che potrebbe continuare inconsciamente a diffondere il virus.

Adesso i medici sono al lavoro per ricostruire la rete di contatti del 38enne. L’uomo, stando a quanto apprende l’Adnkronos, prima di essere ricoverato ha giocato a calcio con la squadra del bar Picchio di Castiglione d’Adda e partecipato a un corso della Croce Rossa sabato mattina.

Il 38enne positivo coronavirus, ora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno, il 2 febbraio scorso aveva preso parte a una gara podistica a Santa Margherita ligure ed esattamente una settimana dopo, il 9 febbraio, aveva partecipato a un’altra gara a Sant’Angelo Lodigiano. “Il ragazzo fa parte del nostro gruppo, siamo molto preoccupati per lui” ha detto all’Adnkronos il presidente del gruppo podistico Codogno ’82, Carlo Benuzzi. “Siamo venuti alla mezza maratona delle Due perle a Santa Margherita Ligure lo scorso 2 febbraio, ha corso con me, stava bene, c’era anche sua moglie, abbiamo corso insieme domenica 9 mentre il 16 non si è presentato a correre“. “Da sabato 15 in avanti sembra che abbia cominciato ad avere qualche linea di febbre -prosegue Benuzzi- ci sentiamo da ieri costantemente, nessun altro del gruppo ha manifestato nessun problema. Siamo 130 in tutto ma non tutti partecipano“.”Per il resto del gruppo stiamo tutti bene, abbiamo contattato la sanità in Lombardia e verranno a fare un tampone. Ho fornito una lista di circa 40 persone del nostro gruppo podistico che sono state in contatto con lui negli ultimi 15 giorni“. “Aspettiamo di fare questi esami -ha aggiunto il presidente del gruppo podistico- ci devono contattare e avvisare. A Codogno è tutto chiuso“.

In tutto sono circa 250 le persone identificate come contatti dei casi positivi al nuovo coronavirus nel Lodigiano, in isolamento e alle quali verrà fatto o già è stato fatto il tampone. “Abbiamo 149 persone che sono contatti del 38enne ricoverato a Codogno tra infermieri, parenti e conoscenti – ha detto Gallera – Poi ci sono coloro che lavorano con lui in azienda e hanno avuto un contatto diretto, e ancora gli appartenenti alle attività sportive da lui frequentate. Si parla di centinaia di persone”, ma il numero potrebbe crescere via via che si ricostruiscono le reti di contatti dei 6 pazienti positivi”.

Una donna, sintomatica, collega del paziente zero all’Unilever di Lodi, è ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza: è atteso l’esito del tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola. L’infermiere triagista piacentino che ha accolto il paziente 0 al Pronto Soccorso di Codogno è in isolamento domiciliare volontario. Vive solo e, benché asintomatico, gli è stato eseguito il tampone, fa sapere la Regione Emilia Romagna.

Sarebbe in buone condizioni, ma monitorato il medico di famiglia che aveva visitato lunedì il 38enne di Codogno positivo al coronavirus. Il medico, che ha meno di 60 anni e ha il suo ambulatorio a Castiglione d’Adda (vicino a Codogno), “era stato messo in quarantena, in quanto contatto del paziente positivo al virus, ma oggi pomeriggio è stato ricoverato“, ha detto Massimo Vajani, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Lodi. Il medico sarebbe ora all’ospedale Sacco di Milano.

STATE A CASA – A Codogno il pronto soccorso è stato subito chiuso a scopo precauzionale. “I reparti interessati dagli accertamenti sono anche la terapia intensiva e la medicina interna – ha riferito Gallera – mentre gli altri funzionano normalmente“. All’ospedale di Codogno è entrata in azione una squadra per la disinfezione degli ambienti. Inoltre, “in via prudenziale oggi diciamo a tutti i cittadini dei comuni coinvolti“, Castiglione d’Adda, Codogno e Casalpusterlengo, “di rimanere a casa da scuole e attività pubbliche” ha detto l’assessore.

Oggi in via precauzionale abbiamo sospeso anche la Messa serale. Aspettiamo notizie dalla Curia per quanto riguarda le prossime celebrazioni” ha detto all’Adnkronos il sacerdote della parrocchia di Santa Francesca Cabrini nel quartiere San Biagio, a Codogno, lo stesso dove risiede il 38enne positivo la coronavirus. Il sacerdote (che preferisce rimanere anonimo) descrive una cittadina che in poche ore ha visto le strade spopolarsi: un luogo ‘fantasma’ con le serrande dei negozi abbassate e le vie deserte. “Sono sceso giù – dice il prete – ad attaccare i cartelli che contengono le nuove normative emanate dal Comune e non c’era nessuno in giro. Tutti gli abitanti si stanno attenendo all’ordinanza del sindaco che prevede, in via precauzionale, la chiusura dei locali e delle scuole. Anche l’oratorio fino a domenica rimarrà chiuso: tutte le attività sono sospese“.

UNILEVER E MAE SPA – Sono stati attivati i protocolli ministeriali previsti ad Unilever e Mae spa. Lo fa sapere la Regione Emilia Romagna, che spiega: la gestione dell’azienda lombarda (Unilever) – come prevede lo stesso ministero – è in capo alla Regione Lombardia, mentre la Regione Emilia-Romagna, in pieno raccordo con l’Azienda sanitaria di Piacenza, si sta occupando della Mae. Il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell’azienda, che oggi è stata chiusa prudenzialmente per iniziativa del titolare.

CODOGNO ‘CHIUDE’ – A Codogno sono stati chiusi in via precauzionale tutti i bar e ristoranti che distribuiscono bevande. Così l’assessore ai lavori pubblici del comune di Codogno, Severino Giovannini, ha spiegato il senso dell’ordinanza del Comune. “Per i cittadini resta valido l’invito a restare a casa – ha aggiunto l’assessore – È inutile creare allarmismi, seguiamo le indicazioni dell’assessore Gallera. Noi siamo pronti a intervenire e fare quello che deve essere fatto“. “Le scuole stanno chiudendo – ha detto ancora l’assessore – alcuni genitori sono andati a prendere i bambini prima nel panico generale ma non serviva“. Adesso, ha spiegato, “facciamo riferimento a quello che dice Gallera. Stanno facendo riunioni su riunioni quindi vedremo“. Il sindaco di Codogno Francesco Passerini ha inoltre disposto con un’ordinanza la chiusura immediata di tutti gli uffici comunali fino al 22 febbraio prossimo.

Anche il Comune di Castiglione D’Adda ha pubblicato un avviso in cui comunica che “gli Uffici Comunali e la Biblioteca Comunale, a causa di emergenza sanitaria, saranno chiusi al pubblico nella giornata di sabato 22 febbraio 2020“. In paese, ha detto il sindaco Costantino Pesatori, le strade sono “vuote” e “c’è un clima di preoccupazione.

VESCOVO LODI RIMANDA PARTENZA – ”Ero in procinto di partire per Bari, quale membro della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ma è doveroso rimanere con la comunità diocesana, che tutta si unisce spiritualmente a Papa Francesco e ai vescovi delle Chiese che si affacciano sul Mediterraneo nell’importante evento, invocando accoglienza e condivisione reciproche nel perseguimento della sicurezza e della pace per tutti i popoli. Ma anche supplicando con fede il Signore affinché sostenga l’umanità intera nella lotta per fronteggiare questa nuova calamità”. È quanto afferma al Sir, il servizio di informazione religiosa della Cei, monsignor Maurizio Malvestiti. ”La diocesi è in contatto con le competenti autorità pubbliche al fine di applicare responsabilmente tutte le disposizioni di protezione, che saranno emanate per le comunità direttamente interessate, e quelle di preventiva cautela che riguarderanno l’intero territorio”, assicura il vescovo di Lodi, che stasera celebrerà una messa nella cripta della cattedrale, presso le reliquie di san Bassiano, ”fiducioso nella sua intercessione e in quella della Madre di Dio, per tutti gli ammalati, gli operatori sanitari, i volontari e le pubbliche istanze tanto impegnate nella lotta all’epidemia, cominciando dai fratelli e dalle sorelle della Cina”.

RIENTRO ITALIANI DAL GIAPPONE – Intanto è decollato alle 14.34 da Tokyo l’aereo KC767 che trasporta cittadini italiani ed europei sbarcati dalla Diamond Princess. Il volo farà scalo a Berlino per poi atterrare a Pratica di Mare alle 05.10 di domani 22 febbraio. I 19 italiani evacuati dalla nave di crociera ferma in Giappone saranno alloggiati alla Cecchignola.

Immagine copertina: SkyTg24

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