Il generale Khalifa Haftar morto a Parigi. E ora in Libia?

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di Luigi Asero

 

Khalifa Haftar, generale, uomo forte della Cirenaica, comandante dell’Esercito Nazionale Libico che si oppone al governo riconosciuto dall’ONU di Fayez al Serraj, di fatto il vero presidente riconosciuto da gran parte delle tribù che popolano il Paese sarebbe (e il condizionale al momento è d’obbligo) morto a Parigi.

A riferirlo sono fonti diplomatiche di Tripoli secondo cui giorni fa il generale sarebbe stato colpito da ictus e poi ricoverato in un ospedale (non meglio precisato) parigino.

La notizia è stata subito battuta da diverse agenzie di stampa internazionali fra cui “Sputnik”, agenzia russa. Manca però conferma ufficiale.

Haftar fu fiancheggiatore sin dal 1969 di Gheddafi quando con un colpo di Stato militare il colonnello prese il controllo della Libia. Intorno agli anni ’80 fu nominato egli stesso colonnello andando al comando delle operazioni militari nel conflitto fra Libia e Ciad, conflitto sorto per il possesso della striscia di Aouzou, area ricca di risorse naturali al confine tra i due paesi nordafricani, termino’ nel 1987 con la sconfitta libica e Haftar cadde prigioniero. Liberato disertò e si rifugiò negli USA fino al 2011 quando rientrò a Bengasi prendendo il controllo delle truppe rivoluzionarie. Anche in questo caso non ebbe successo, diventando però l’uomo forte della Cirenaica.

Sorgono diversi dubbi al momento. Sulla sua effettiva sorte e su ciò che potrà accadere adesso in territorio libico. La situazione potrebbe avere inaspettate evoluzioni. O involuzioni.

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