L’Italia dei mille interrogativi che non hanno risposte adeguate

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Tra accuse, poi scuse, tra pensamenti e ripensamenti sulle pesanti misure per uscire dalla crisi,il governo Monti va avanti, continuando a pesare sempre maggiormente sulle solite fasce di cittadini, poco o nulla facendo per le classi privilegiate, quelle che hanno montagne di euro ben custodite. Quelle classi privilegiate costituiscono il nocciolo duro degli “intoccabili”.

A fronte delle decine di suicidi, Monti si esprime facendo riferimento alla Grecia, dove la crisi ha provocato migliaia di suicidi: il “fenomeno”, sicuramente “nuovo” per l’Italia, non è considerato un campanello d’allarme, per ora desta soltanto preoccupazione. Ma se la disperazione di chi non trova vie d’uscita alla condizione personale, si trasformasse in qualcosa d’altro? Se invece di implodere all’interno di un individuo, la disperazione esplodesse all’esterno?

I sintomi della malattia sono gravi, ma il malato viene curato con amputazioni che possono provocare un decesso lento, ma inevitabile, anziché una vita limitata.

Le analisi sulle recenti elezioni hanno messo in luce confusione, non sconfitte o vittorie di questo o quel parto. Gli italiani sono disorientati, e possono dare, per disperazione, fiducia anche a chi non ne ha diritto. Ma Monti tutto questo lo sa bene: va avanti per la “sua” strada, per una strada che gli italiani non conoscono, perseguendo obiettivi che gli italiani non riescono e non possono capire. Chi c’è dietro Monti, e quali sono gli obiettivi che ignoti manovratori vogliono raggiungere?

Gli scandali cadono nella indifferenza. Chi avrebbe potuto pensare che toccasse anche alle banche? La secolare Banca Monte Paschi di Siena è stata “visitatada una cinquantina di finanzieri: un blitz nell’ambito di un’inchiesta della procura di Siena per presunti reati di aggiotaggio. Al centro dell’inchiesta vi sarebbe l’acquisizione di Antonveneta avvenuta da parte di Monte dei Paschi nel 2008.

Scandali su tutto: dalla politica, al calcio, ma la gente resta indifferente.

Indifferenti non sono gli operai Fiat di Termine Imerese, che hanno occupato ad oltranza l’Agenzia delle Entrate. A Gela si fermano due linee della Raffineria dell’Eni: ma tanto, cosa importa?

C’è chi sostiene ancora che bisogna continuare a sperare? In cosa, sperare? Al ritorno della politica – vecchia o nuova, che sia? -, al lavoro che non si trova, al cambiamento che non c’è stato e che, forse, non potrà esserci?

Difficile guardare in faccia la realtà e chiamarla con il suo, vero, nome: mancanza di prospettiva.

Qualcuno direbbe: i ristoranti sono pieni, la gente ama gli spettacoli. E’ vero, ma, allora, la gente non sta male, i negozi non chiudono, le imprese non falliscono, i disoccupati non esistono? Già, è tutta una invenzione, gli incubi possono venire solo di notte, con qualche rimedio si possono evitare. E’ come quello che si butta dal decimo piano di un edificio e, mentre cade, conta i piani dicendo fra sé “questo è andato”, ma, alla fine, trova l’asfalto e si spiaccica…

Salvo Barbagallo

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