Programma interamente dedicato al repertorio ungherese della prima metà del Novecento per il prossimo appuntamento della 65a Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica Siciliana al Politeama Garibaldi, venerdì 16 maggio alle ore 21 e sabato 17 maggio alle ore 17.30. Sul podio il viennese Alfred Eschwé, esperto interprete del repertorio mitteleuropeo, che dirigerà quattro pagine firmate da Béla Bartók e Zoltán Kodály.
In dettaglio, nella prima parte si ascolteranno le Scene ungheresi (Magyar képek) Sz. 97 e il Concerto per orchestra Sz. 116 di Béla Bartók e poi, nella seconda parte, la suite per orchestra Háry János e le Danze di Galánta (Gálantai táncok) di Zoltán Kodály.
Le Scene ungheresi Sz. 97 di Bartók sono una breve suite per orchestra che nasce dalla trascrizione di alcuni brani pianistici giovanili (provenienti da raccolte diverse), accomunati tra loro dall’essere legati al folklore magiaro. Scritta nel 1931 con l’intento di realizzare una partitura accessibile ma non priva di raffinatezze, la suite alterna momenti lirici e vivaci, dove è chiara la capacità del compositore di evocare atmosfere e caratteri attraverso un linguaggio personalissimo e ricco di suggestioni. Segue il monumentale Concerto per orchestra Sz. 116, composto da Bartók nel 1943 su commissione di Serge Koussevitzkij per la Boston Symphony Orchestra. Scritto durante un periodo difficile segnato dalla malattia, il lavoro rappresenta un trionfo di vitalità e ingegno orchestrale. In cinque movimenti, il Concerto sviluppa un viaggio sonoro che parte da un’introduzione austera, attraversa momenti di ironia, malinconia e tensione, per approdare infine a un’esplosione di energia nel brillante finale. La struttura a ponte, incentrata sull’elegiaco terzo movimento, è sorretta da una scrittura concertante che esalta ogni sezione dell’orchestra, trattata da Bartók quasi come un insieme di solisti.
Dopo l’intervallo, il programma prosegue con due delle più celebri partiture orchestrali di Zoltán Kodály, amico e collega di Bartók nella missione di riscoperta del patrimonio musicale popolare ungherese. La suite da Háry János, tratta dall’omonima opera, ci conduce in un mondo fiabesco, animato dalle imprese fantastiche del protagonista, un ussaro in congedo che si vanta di aver sconfitto Napoleone e conquistato l’amore della figlia dell’imperatore. La musica alterna momenti di tenerezza e ironia, danze sfrenate e malinconie da fanfara, restituendo un ritratto tenero e divertente dell’eroe popolare. Chiude il concerto la festosa energia delle Danze di Galánta, composte da Kodály nel 1933 in omaggio alla sua infanzia trascorsa in quella cittadina ungherese. Basate su autentiche melodie zigane ottocentesche, le danze fondono spirito popolare e raffinatezza sinfonica, mescolando virtuosismo e libertà ritmica in un caleidoscopio sonoro che celebra con eleganza la vitalità della tradizione.
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Béla Bartók
(Nagyszentmiklós, Transilvania 1881 – New York 1945)
Scene ungheresi (Magyar képek) Sz. 97
Una sera a Skékelys
Danza dell’orso
Melodia
Un po’ ubriaco
Danza dei porcari di Urög
Durata: 11’
Concerto per orchestra Sz. 116
Introduzione: Andante non troppo, Allegro vivace
Gioco delle coppie: Allegretto scherzando
Elegia: Andante non troppo
Intermezzo interrotto: Allegretto
Finale: Pesante
Durata: 38’