di Salvo Zappulla
Il romanzo storico (insieme ai gialli e ai thriller) è il genere che gli editori sono più propensi a pubblicare. Se poi l’autrice è una donna e l’eroina del romanzo è un’altra donna, ancora meglio, questo perché in Italia la gran parte delle persone che leggono sono donne e amano identificarsi con le protagoniste delle storie raccontate. A questo genere appartiene l’ultimo romanzo della scrittrice avolese Paola. M. Liotta, “Fenice Iblea”, edito da Ianieri, che racconta la storia della poetessa umanista Beatrice Calvo di Avola del XVI secolo, soprannominata Fenice Iblea. Beatrice è un personaggio realmente esistito, nacque nella metà del Cinquecento e morì all’età di trentaquattro anni, la maggior parte vissuti come superiora nel Monastero dei Benedettini. Il padre, facoltoso, le aveva dato la possibilità di studiare, cosa rara per quel tempo, e così la ragazza, oltre alla sua bellezza fisica, poté aggiungere una grazia e una cultura che la resero una donna di prestigio assoluto tra gli abitanti di Noto e Avola.
La fede incrollabile la sosteneva nei momenti di sconforto e le preghiere aiutavano a tenere lontana la paura quando i turchi sbarcarono nella Sicilia orientale, determinati a saccheggiare le città. Paola M. Liotta compie un viaggio suggestivo in una Sicilia che non c’è più, intrecciando una trama fitta dove i colpi di scena si susseguono e ci conducono in una dimensione quasi fiabesca, con una ricostruzione storica rigorosa ma non intrusiva. Ci fa conoscere tradizioni e costumi dell’epoca, alchimie, superstizioni, credenze popolari.
Una storia intrisa di struggente malinconia, scritta con uno stile barocco. Fenice Iblea è una donna capace di grandi riflessioni e grandi azioni, è di uno spessore tale, di una forza così prorompente da ergersi come un gigante. Si carica sulle spalle le ragioni dei deboli, non si arrende mai e quando sembra sul punto di soccombere riesce a trovare nuove energie per mettersi in piedi e proseguire la sua missione, sempre con l’aiuto del Signore. Incarna quanto di meglio possa esprimere una donna, spinge all’emulazione. Attorno a lei altri personaggi caparbi, diversi per rango ma accomunati da una forte personalità e da nobili ideali. Un romanzo contagioso, da leggere e gustare.