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La mostra di Benito Loringiola alla facoltà di Lettere

In edicola > Articoli pubblicati > N°4-5_2011

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La Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo di Catania ospita la mostra di Benito Lorigiola
Il sogno di un’Italia civile nel pensiero di Mazzini

Giuseppe Mazzini

L’esempio di attiva e vigile partecipazione democratica, la predilezione del pensatore genovese per una umanità di nazioni sorelle ed in pace, ognuna con il proprio contributo da offrire al progresso della società umana, sono ancora oggi mirabili coordinate per un mondo dilaniato dagli egoismi e dagli interessi di casta, per una Europa sonnolenta e indifferente

Di LUCA PLATANIA

In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, prof. Enrico Iachello, ha accolto la proposta della sezione catanese dell’Associazione Mazziniana Italiana onlus di ospitare la mostra in 50 pannelli, dedicata all'illustre pensatore genovese.

L'iniziativa fa seguito idealmente a quella dedicata, nel Novembre 2009, alla mostra Garibaldi ed alle molte manifestazioni ( Mitifest 2009 e 2010 ) dedicate al Risorgimento ed all' Unità d'Italia nelle quali la Facoltà di Lettere e Filosofia è stata particolarmente attiva in questi ultimi anni.

La mostra, realizzata da Benito Lorigiola in occasione del Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini (1805 - 2005), è già stata allestita in molte città italiane, ma è la prima volta che si può ammirare in Sicilia.

A Catania dal 18 al 28 Aprile (visitabile dalle 9.30 alle 17.30 tutti i giorni escluso sabato 23 e lunedì 25 aprile, nei quali la Facoltà sarà chiusa), verrà poi ospitata dall'Istituto di Studi storici "Gaetano Salvemini" a Messina dal 5 al 20 Maggio ed infine dal Comune di Milazzo dal 25 al 05 Giugno.

Come per la mostra Garibaldi, realizzata dallo stesso autore padovano, i pannelli che descrivono la vita di Giuseppe Mazzini sono impreziositi da una ricca iconografia che aiuta a comprendere la mentalità risorgimentale ed a riconoscere nei volti dei suoi protagonisti le idealità e le passioni che animarono una straordinaria stagione della storia italiana.

Ma oltre alla descrizione del contributo che il Partito d'Azione ha dato all'Unità d'Italia, la mostra illustra la cultura romantica, italiana ed europea, che contribuì a plasmare la personalità ed il pensiero di Mazzini e il dibattito politico che vide il padre della "Giovine Italia" contrapposto a Marx e Bentham, e dialogare invece con Stuart Mill; tratta inoltre delle donne mazziniane che sostennero le sue iniziative e i moti rivoluzionari in Italia, del progetto politico e sociale di una Italia libera, unita, indipendente, repubblicana e di una Europa di nazioni affratellate.

È importante quindi sottolineare come questa visione europeista sia stata auspicata già nella prima metà dell'Ottocento ed oggi solo in parte realizzata.

Contenuti ricchi, dunque, che presuppongono comunque una certa conoscenza della storia dell’Ottocento, o che diventano più facilmente fruibili grazie all'aiuto delle guide della sezione catanese dell'A.M.I. che saranno presenti alla mostra.

La conferenza inaugurale è prevista per il 19 aprile, martedì, alle ore 17.00 presso il Coro di Notte dello stesso Monastero dei Benedettini; vi parteciperanno il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, prof. Enrico Iachello, il prof. Giuseppe Giarrizzo, Accademico dei Lincei, il senatore Enzo Bianco, il prof. Massimo Scioscioli, presidente della sezione A.M.I. di Roma, il dott. Luca Platania, A.M.I. sezione di Catania.

La conferenza sarà moderata dal prof. Giovanni Grasso, della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania.
Se la pubblicistica e la stampa di questi anni hanno privilegiato tra i protagonisti del Risorgimento Giuseppe Garibaldi, poco spazio è stato concesso invece a Giuseppe Mazzini, figura più in ombra, ma altrettanto significativa per l’unità italiana e, ad esempio, per la formazione politica di tanti protagonisti dello sbarco dei Mille in Sicilia: dallo stesso Garibaldi, combattente per la libertà della Repubblica del Rio Grande in nome degli stessi principi appresi nella Giovine Italia, a Francesco Crispi, Giovanni Corrao e Rosalino Pilo, per non dimenticare infine Nicola Fabrizi, attivissimo propagatore di opuscoli mazziniani da Malta alla Sicilia, già negli anni trenta dell’Ottocento.

La Costituente riunitasi durante la Repubblica Romana del 1849 per opera del triumviro Mazzini è un prezioso e significativo episodio della storia della democrazia nell’Italia moderna e si può considerare l’evento ispiratore della Costituente del 1946.
Il respiro internazionale dei contatti di Mazzini da Marsiglia, Berna e Londra fanno del pensatore genovese una figura centrale della cultura politica europea dell’Ottocento.

In Inghilterra la maggior parte della stampa e dell’opinione pubblica favorì lui e la causa italiana: egli svolse un importante ruolo di testimonianza e di denuncia della tirannia austriaca, dell’ignavia di Carlo Alberto prima, di Pio IX dopo, del pericolo insito nell’alleanza tra il Piemonte cavouriano e la Francia del Secondo Impero, che poteva sottoporre l’Italia ad una pesante influenza francese.

Infaticabile nel tessere trame rivoluzionarie e costringere così le diplomazie europee, spaventate dal suo progetto repubblicano a riconoscere l’urgenza della soluzione dell’unità italiana, costituì tra l’altro comitati per sostenere le famiglie dei patrioti incarcerati o morti durante i moti risorgimentali e raccolse fondi per rendere possibile l’impresa dei Mille.

Ma oltre al suo contributo al Risorgimento italiano, che è ben più ampio di quello che qui si può riassumere, le teorie del Nostro costituiscono una importante tappa della storia del pensiero politico: la sua critica dell’utilitarismo e di quel socialismo che si preoccupa esclusivamente del benessere materiale degli uomini si accompagna alla forte asserzione di una democrazia in cui il popolo ( inteso come l’insieme di tutte le sue componenti sociali ) sia educato alla conoscenza dei propri diritti e doveri e in cui lo stato si preoccupi della formazione etica dei suoi cittadini, della uguaglianza e della fratellanza ( anch’essa parola d’ordine della Rivoluzione francese ) che li unisce in nazione e li porta al rispetto delle altre nazioni ed alla fratellanza con tutti gli uomini, al di là delle differenze di razza, religione o sesso.

Il suo sogno di una Italia civile, il suo esempio di attiva e vigile partecipazione democratica, la sua predilezione per una umanità di nazioni sorelle ed in pace, ognuna con il proprio contributo da offrire al progresso della società umana, sono ancora oggi mirabili coordinate per un mondo dilaniato dagli egoismi e dagli interessi di casta, per una Europa sonnolenta e indifferente.
“Quanto debito per l’avvenire”, scriveva Carducci per la morte di Mazzini, riferendosi alla ingratitudine dei suoi contemporanei; oggi forse siamo più maturi per cogliere, visto che ne avvertiamo anche più urgente la necessità, il lascito di un Grande tra gli Italiani.

L.P.


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