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Editoriale - Sicilia in forte chiaroscuro

In edicola > Articoli pubblicati > N°1_2011

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Sicilia in forte chiaroscuro: politica in caduta libera tra avventurismi e potere

di SALVO BARBAGALLO

L'anno trascorso si è concluso con diatribe tra chi detiene un certo potere e chi se lo vuole accaparrare nella perfetta logica gattopardiana. L’anno appena entrato presenta già uno scenario ancora più cupo, con la differenza che si intravede la possibilità del crollo di qualche “mito”, vero o presunto poca importanza ha.
Si è detto, da sempre, che la Sicilia è un “laboratorio” politico: una mistificazione, un alibi in quanto di “laboratorio” c’è ben poco. Le “formule” di commistione che i politici adottano vengono segnate dagli opportunismi delle parti che sono in gioco, e non da “esperimenti” sulle reali intenzioni di formare governi stabili (regionali o locali che siano) che possano dare al cittadino quantomeno la sensazione di una stabilità che produca benessere e sviluppo per il territorio e per quanti lo abitano. Non è questione, dunque, di alchimie: per questo tipo di esercizio mancano gli uomini (ricordiamo Milazzo o Nicolosi) che siano in grado di gestirlo. Cosa prospetta il futuro, pertanto, non avrà nulla di particolare o di eccezionale, ma seguirà i termini dell’interesse di parte.
Riflettiamo un po’ su cosa è accaduto e accade.
L’ex ministro degli Interni ed ex sindaco di Catania, Enzo Bianco (ex repubblicano, a tutt’oggi PD) fa comunella con il senatore Pdl (ex democristiano) Pino Firarello. Una strana accoppiata, ma con quali affinità e finalità?
Il potente presidente della Camera di commercio di Catania, Piero Agen, si dice che stia preparando alle prossime elezioni il figlio, nella compagine di Nello Musumeci. Di sicuro, se così è, l’appoggio elettorale al giovane rampollo non mancherà.
In tema di legittime aspirazioni, ci sarebbero quelle dell’attuale presidente di Confindustria Sicilia, Ivanhoe Lo Bello, che gradirebbe adire al ruolo di presidente della Regione. A Lo bello, di certo, le carte giuste in mano non mancano: è un personaggio noto in tutta Italia, i mass media lo inseguono per i contenuti delle sue pungenti interviste, conosce la realtà siciliana piuttosto bene, è preparato e ben voluto ai livelli che contano. Dovrà vedersela, però, con lo stesso Raffaele Lombardo, con Alfano e con quanti altri
intendono occupare la prestigiosa poltrona di Palazzo d’Orleans. Soprattutto Lo Bello dovrà sciogliere il nodo di “appartenenza”, cioè scegliere la bandiera sotto la quale schierarsi.

In tema di guai il 2010 è stato caratterizzato dall’assalto ai personaggi mitici, in quanto la magistratura dice la sua in materia di leciti e illeciti.
Così (ma questo è normalmente ciclico) la figura di Raffaele Lombardo è stata messa in discussione.
Così in discussione è stato messo l’imprenditore-editore Mario Ciancio.
Così nel mirino è caduta la senatrice Anna Finocchiaro a causa di presunti irregolari appalti del marito.
Così il bellicoso (negli atteggiamenti) finiano doc Fabio Granata è nell’occhio del ciclone per la costruzione di capannoni nell’area archeologica del Teatro greco di Siracusa.
Solo alcuni esempi, le bordate non mancano a nessuno, neppure al sindaco di Catania, Stancanelli, per via di presunti concorsi truccati.
Lo scenario di malefatte (presunto o vero lo stabilirà la magistratura) non è edificante, e il cittadino, che cerca disperatamente punti di riferimento certi, ormai non sa più a che Santo votarsi…


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