Il presidente Gabriele Fava presenta all’Università di Catania il Rapporto annuale Inps

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“Guardiamo innanzitutto alle giovani generazioni”

Come cambia il mercato del lavoro in Italia e al Sud

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Da anni ormai rappresenta uno dei più affidabili e autorevoli strumenti di analisi e interpretazione del sistema economico e sociale del Paese: il Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale ha avuto una importante vetrina catanese questa mattina, nel corso della presentazione che si è tenuta nell’aula magna del Palazzo Centrale dell’Università, alla presenza dello stesso presidente nazionale Inps Gabriele Fava. Il documento, come ogni anno, costituisce una tappa fondamentale per la comprensione delle trasformazioni del mercato del lavoro, delle dinamiche previdenziali e delle politiche sociali, offrendo una fotografia aggiornata e approfondita della realtà italiana.

L’evento, organizzato in collaborazione con la Direzione regionale INPS Sicilia e moderato dal prof. Antonio Guidara, ha visto gli interventi del rettore, prof. Enrico Foti, e del direttore regionale INPS, dott. Sergio Saltalamacchia. A seguire, il dott. Gianfranco Santoro e la prof.ssa Monica Paiella hanno illustrato i principali contenuti del XXIV Rapporto, offrendo una panoramica aggiornata sulle dinamiche del lavoro, della previdenza e delle politiche sociali in Italia.

«L’Inps ha dimostrato in questi anni una straordinaria capacità di innovazione, non solo attraverso l’uso delle tecnologie digitali, ma anche attraverso un importante lavoro di ingegnerizzazione delle procedure e dell’organizzazione interna – ha sottolineato il rettore Enrico Foti, negli indirizzi di saluto -. Un investimento che ha reso l’Inps più flessibile e più capace di adattarsi alle esigenze di una società in rapido cambiamento. Rimane il nodo della sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale e dei giovani. Come comunità accademica abbiamo stabilito un patto con le nuove generazioni che, tra lavori intermittenti e precari, rischiano di trovarsi con pensioni insufficienti. Credo che la politica e le istituzioni debbano immaginare soluzioni nuove che possano conciliare sostenibilità e giustizia sociale».

«I conti dell’Inps tornano, l’istituto è solido – ha detto il presidente Gabriele Fava -. Abbiamo chiuso il 2024 con un saldo positivo di 15 miliardi e con un incremento contributivo del 5,5%. È fondamentale la crescita del Paese attraverso l’aumento della base occupazionale che porterà nuovi contribuenti e contributi, anche per questo l’Inps ha un nuovo approccio verso i giovani. Ci dicono ad esempio che l’occupazione femminile è aumentata al Sud, occorrono maggiori infrastrutture per incrementare l’imprenditoria e gli investimenti, ma è aumentata la percentuale di occupati e quindi di contribuenti».

«Le pensioni ci sono e ci saranno sempre, ma occorre ingaggiare i giovani e soprattutto fargli maturare la consapevolezza che il loro futuro devono costruirlo da subito – ha aggiunto -. Loro sono veramente il cuore del nostro futuro. E la formazione riveste un ruolo importante: per questo bisogna pensare a un nuovo piano di formazione continua rivolta ai nuovi mestieri, col supporto di scuole e università».

A seguire, il prof. Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa, ha proposto un commento critico e analitico sui dati e le prospettive delineate dal Rapporto, con particolare attenzione al contesto territoriale e alle implicazioni per il Mezzogiorno. «La grande soddisfazione che emerge dal Rapporto è l’andamento dell’occupazione – ha detto il prof. Roberto Cellini -. Ad aprile il tasso di occupazione in Italia è stato il 63%. Abbiamo 16 milioni di dipendenti permanenti, 2 milioni e mezzo di dipendenti a termine e oltre 5 milioni di lavoratori indipendenti. Dai dati è chiaro che questa è una crescita dell’occupazione trainata dalla fascia 50-64 anni».

«I tassi di occupazione sono aumentati ovunque, ma vi è una disparità geografica notevole – ha osservato ancora Cellini -. Tra il Nord-Ovest e Sud e Isole ci sono 20 punti percentuali, 69.1 contro 49. L’altro elemento di preoccupazione è di ordine culturale, perché la partecipazione al mercato del lavoro, cioè quanti si offrono di lavorare, è in Italia strutturalmente più basso che in altri paesi europei, soprattutto per le donne».

In conclusione della giornata, è stato presentato il master in “Consulenza del Lavoro”, promosso dall’Università di Catania in collaborazione con l’INPS e con la Consulta regionale degli Ordini dei Consulenti del Lavoro della Sicilia. Proprio il coordinatore, il prof. Luigi Bonaventura, nel suo intervento ha evidenziato che «si tratta dell’unico master nel Centro-Sud d’Italia e rappresenta una importante occasione formativa per chi intende intraprendere la carriera di consulente del lavoro».

Il nuovo percorso formativo intende fornire competenze avanzate nell’ambito della gestione dei rapporti di lavoro, delle politiche previdenziali e dell’amministrazione del personale, rispondendo alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Il master sarà ospitato nei locali del Convitto Inps “Luigi Sturzo” di Caltagirone, una struttura storica recentemente valorizzata per attività di alta formazione, workshop e programmi residenziali. L’iniziativa si inserisce in un più ampio piano di collaborazione tra l’Ateneo catanese e l’Istituto nazionale di previdenza sociale, volto a rafforzare il dialogo tra mondo accademico, professioni e istituzioni.


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