con gli speciali concerti estivi “SIRENE: Richiami, emergenze e affioramenti”.
Arriva in Sicilia SIRENE. Richiami, emergenze e affioramenti, la serie di speciali concerti estivi di Vinicio Capossela, organizzati da International Music and Arts, con formazioni e repertori differenti in alcuni dei luoghi più suggestivi della nostra Penisola.
Gli appuntamenti dal vivo sono in programma martedì 5 agosto al Teatro Greco di Tindari, mercoledì 6 agosto sul sagrato della Cattedrale di San Giovanni a Ragusa e giovedì 7 agosto nella Valle dei Templi ad Agrigento per FestiValle (sold out).
Le prevendite sono attive sui principali circuiti online.
Tre spettacoli che rientrano nella terza declinazione del titolo del tour del cantautore. Dopo Sirene: il mito e Sirene: le emergenze è ora infatti la volta di Sirene: la frontiera. Un live che va ad esplorare la polvere e il vento, che vira verso il Sud e il suo mare, la sua luce solare e la sua polvere, con l’intenzione di attraversare la frontiera tra il mito e la realtà per scioglierne l’ambiguità.
Sul palco insieme a Capossela, Victor Herrero (chitarre), Andrea Lamacchia (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria), Alessandro “Asso” Stefana (chitarre), Raffaele Tiseo (violino), ospite Giovannangelo De Gennaro.
Per chi canta, confrontarsi con le sirene è da un lato un’ambizione, dall’altro un grande rischio. Racconta l’artista. Le sirene sono quanto ci sia di più vicino all’essenza delle canzoni. Nelle canzoni c’è il passato, la seduzione del passato, quel che abbiamo salvato del sogno e dell’esperienza del vivere. C’è il desiderio di andare oltre i limiti che la vita ci impone, c’è la seduzione e talvolta la persuasione, c’è quell’ idea nata con l’uomo di salvare nel canto la storia e se stessi. C’è il senso della meraviglia e dello stupore che ha dato origine alla poesia, alla filosofia, alla scienza, e c’è però anche l’orrore, la paura, l’allarme, la morte.
Il canto delle sirene ci parla profondamente dell’umano, del mistero della bellezza e della morte. Il canto delle sirene è l’unica nostra possibilità di immortalità e allo stesso tempo è un canto di morte. Forse è quel che diceva Bataille dell’erotismo: l’affermazione della vita fin dentro la morte. In questi tempi di assuefazione al terrore, al sopruso, alla violenza, all’indifferenza, alla guerra, all’offesa del valore della vita, tempi di persuasione seduttiva ed egoica, di allarmi e di emergenze, le sirene con tutti i loro simbolismi possono essere un tuffo nel mare della condizione umana, a partire dal moto che ha fatto sollevare lo sguardo al cielo dell’essere vivente che i greci vollero chiamare anthropos (guardante in alto): il senso della meraviglia.
