Gli spettacoli della terza settimana della XXI edizione dei Teatri di Pietra in Sicilia coinvolgeranno le province di Palermo, Trapani e Siracusa . A partire da venerdì 18 luglio presso l’Area Archeologica di Solunto (PA) con “Pirandello: questo, codesto e quello” che si ripeterà domenica 20 luglio al Tempio della Vittoria di Himera (Pa).
Altro spettacolo nel palermitano, sabato 19 luglio al Teatro di Monte Iato a San Cipirello (PA) con “Il viaggio del meschino” ideazione e regia dell’artista Miriam Palma accompagnato alla chitarra da Nino Giannotta.
Infine, nel trapanese saranno due gli appuntamenti: sabato 19 luglio al Tempio di Hera a Selinunte (TP) andrà in scena “Agamennoman”, mentre al Loggiato di San Sebastiano (Melilli SR) con “Odisseo Superstar” per la regia del Collettivo V.A.N. con Andrea di Falco, Gabriele Manfredi e Andrea Pacelli.
“Pirandello: questo, codesto e quello” è un’opera scritta da Salvatore Ferlita e Sergio Vespertino, con musiche di Gabriele Lomonte e scenografie di Mariano Brusca e Salvatore Scherma, è una produzione di Agricantus. Lo spettacolo, che indaga il rapporto tra realtà e finzione nell’opera pirandelliana, vede i personaggi uscire dalle pagine del testo per confrontarsi con l’autore, mettendone in discussione le scelte artistiche.
“Agamennoman” è il titolo di una tragedia di Eschilo e sarà portato in scena nell’ambito della rassegna con l’adattamento di Aureliano Dell’Avo del Collettivo V.A.N., regia del Collettivo V.A.N., musiche di Andrea Di Falco e Gabriele Rametta e con Andrea Di Falco, Gabriel Manfredi, Andrea Pacelli, Gabriel Rametta, Pierantonio Savo, Valente. La rilettura della tragedia di Eschilo diventa la base dell’esplorazione del Collettivo V.A.N. che continua la sua indagine del mito, passando per il tragico, giocando con l’ironia, la musica e il parossismo. In un mix audace di umorismo e dramma, la vicenda di Agamennone si arricchisce di riferimenti contemporanei per reinterpretare una delle fondamenta della cultura tragica. L’immaginazione e la dinamicità sono alla base dello spettacolo, che suona con ritmi sostenuti, fino ad arrivare all’ineluttabile.
“Il viaggio del meschino” tratto da il Guerrin Meschino di Gesualdo Bufalino è un lavoro che riflette sulla condizione della vecchiaia, il lamento del vecchio Puparo, appena il Puparo comincia a raccontare, viene preso dal fuoco dell’arte e rinvigorito, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle “sue” parole.
Dopo il successo di “2021: Odissea nello spiazzo”, il Collettivo V.A.N. ricomincia la sua indagine sul mito di Omero seguendo la vita di Ulisse. L’eroe omerico diventa il punto di vista privilegiato per raccontare, in modo ironico, scanzonato e pure poetico, diverse storie della mitologia che lo vedono protagonista. La storia di Ulisse diventa la base per una commedia musicale che unisce le tecniche del Tableau Vivant, della Commedia dell’Arte e del travestimento per viaggiare nella vita dell’eroe omerico, stimolando l’immaginazione dello spettatore. Gli attori si travestono per divenire di volta in volta i diversi personaggi della narrazione o per restituire le ambientazioni della vicenda. Un contenitore straniante in cui pochi interpreti possono dar corpo a tutti i personaggi, con riferimenti inaspettati al Quartetto Cetra, i Monty Phyton, la Commedia dell’Arte, alcuni film classici italiani e la tradizione musicale della Disney.
L’idea da cui prendono vita i Teatri di Pietra, nasce proprio dal concetto di rete e dalla reale valorizzazione del Patrimonio monumentale e paesaggistico attraverso le arti performative che rendono nuovamente vitali e attuali temi come la partecipazione e la cittadinanza: questo è fare Rete. Una prassi su cui il Maestro Aurelio Gatti, direttore artistico della manifestazione, ha insistito molto con le istituzioni siciliane con lo scopo ultimo di restituire la forma e il significato ancestrale alla relazione multipla tra le differenti comunità, il territorio con la sua storia, gli artisti e i ricercatori.
Con più di 80 spettacoli in 19 siti di 7 province, il Maestro Aurelio Gatti, quest’anno, è riuscito ad unire idealmente in un’unica “rete” tutta la Sicilia, da nord a sud da est a ovest:
“Il Teatro è il miglior strumento per valorizzare il nostro grande patrimonio – dichiara il direttore artistico – a condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché, altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la riflessione sulla bellezza e sull’uomo. La robustezza e l’azione dei Teatri di Pietra si fonda sulle volontà espressa e aderita da parte di artisti, compagnie, operatori culturali di fare rete, da una parte, e dall’altra dalla convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e valorizzazione dell’identità delle comunità.”
