“Teatri di Pietra” al 23 al 27 luglio una ricca settimana di spettacoli: 8 location, 10 appuntamenti e 6 opere originali

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Dal 23 al 27 luglio una ricca settimana per la XXI edizione dei Teatri di Pietra in Sicilia che coinvolgerà le province del territorio per un programma di teatro, danza e musica con l’apertura in quattro nuovi siti: Teatro antico di Akrai a Palazzolo Acreide (SR), Villaggio Preistorico a Ustica (PA), Le rovine della cattedrale di Montevago (AG) e le Terme Arabe di Cefalà Diana (PA).

 

A partire da mercoledì 23 luglio, il programma prevede, al Tempio di Hera a Selinunte (TP) lo spettacolo di “Andromeda e Perseo” con Ernesto Maria Ponte e Clelia Cucco che si ripeterà l’indomani presso il Teatro Akrai di Palazzolo Acreide (SR)Giovedì 24 luglio “Il viaggio del meschino” presso il Villaggio preistorico dei Faraglioni di Ustica (PA) che andrà in scena il giorno seguente a Melilli (SR). Venerdì 25 luglio sarà la volta de “La fabbrica degli angeli senza tempo” (drammaturgia Brancaccio, Gatti; coreografia e regia Aurelio Gatti con Carlotta Bruni, Elisa Carta Carosi, Rosa Merlino e Mario Brancaccio) all’Antiquarium di San Cipirello (PA)che sarà possibile vedere anche sabato 26 luglio al Tempio della Vittoria di Himera (PA) e domenica 27 luglio al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide (SR)Sabato 26 luglio andrà in scena “Eurydice” Melilli (SR) domenica 27 luglio gli ultimi due appuntamenti: “Vivere diVersi” (da Omero, Joyce e Katherine Mansfield di e con Miriam Palma) alle Terme Arabe di Cefalà Diana (PA) e “Pirandello: questo, codesto e quello” ad aprire la stagione alle Rovine della Cattedrale di Montevago (AG).

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“La fabbrica degli angeli senza tempo”, ambientato nel tempo del Barocco, attraversato da inquietudini e contraddizioni potenti con eccessi in tutti i campi della vita quotidiana, determinata da un diffuso senso di relativismo, di precarietà, di caducità e di morte. Il riscatto è il tema di questa danza – teatro che attraverso la musica e le visioni dell’ormai vecchio maestro di musica Nicola Antonio Porpora, protagonista dei fasti e dell’oblio di un’epoca tanto straordinaria quanto indifferente ai suoi numerosi artefici. 

 

“Andromeda e Perseo” può forse essere la storia di come l’amore e la bellezza che sa farsi promessa di gentilezza possono strappare gli umani ad un egoismo che li inchioda alla ferinità? In un tempo che appare farsi sempre più cupo e feroce, dove paura e violenza tendono ad attanagliare le menti umane, dove il pensare è sempre più considerato un orpello ritardante e la furia soffia sulle emozioni umane, la saggezza immaginifica di origine greca può almeno invitare a chiedersi se davvero giustizia è sempre e solo quel che i più forti vogliono e impongono, se davvero non si dà più speranza di futuro e bisogna adattarsi a tempi bui.

Un uomo e una donna, che abitano, i margini della memoria, vengono dunque a noi per ritessere la storia di chi all’orrore non volle cedere.

 

“Il viaggio del meschino” tratto da il Guerrin Meschino di Gesualdo Bufalino è un lavoro che riflette sulla condizione della vecchiaia, il lamento del vecchio Puparo, appena il Puparo comincia a raccontare, viene preso dal fuoco dell’arte e rinvigorito, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle “sue” parole.

 

“Pirandello: questo, codesto e quello” è un’opera scritta da Salvatore Ferlita Sergio Vespertino, con musiche di Gabriele Lomonte e scenografie di Mariano Brusca e Salvatore Scherma, è una produzione di Agricantus. Lo spettacolo, che indaga il rapporto tra realtà e finzione nell’opera pirandelliana, vede i personaggi uscire dalle pagine del testo per confrontarsi con l’autore, mettendone in discussione le scelte artistiche.

 

L’idea da cui prendono vita i Teatri di Pietra, nasce proprio dal concetto di rete e dalla reale valorizzazione del Patrimonio monumentale e paesaggistico attraverso le arti performative che rendono nuovamente vitali e attuali temi come la partecipazione e la cittadinanza: questo è fare Rete. Una prassi su cui il Maestro Aurelio Gatti, direttore artistico della manifestazione, ha insistito molto con le istituzioni siciliane con lo scopo ultimo di restituire la forma e il significato ancestrale alla relazione multipla tra le differenti comunità, il territorio con la sua storia, gli artisti e i ricercatori.

 

Con più di 80 spettacoli in 19 siti di 7 province, il Maestro Aurelio Gatti, quest’anno, è riuscito ad unire idealmente in un’unica “rete” tutta la Sicilia, da nord a sud da est a ovest:

“Il Teatro è il miglior strumento per valorizzare il nostro grande patrimonio – dichiara il direttore artistico – a condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché, altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la riflessione sulla bellezza e sull’uomo.  La robustezza e l’azione dei Teatri di Pietra si fonda sulle volontà espressa e aderita da parte di artisti, compagnie, operatori culturali di fare rete, da una parte, e dall’altra dalla convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e valorizzazione dell’identità delle comunità.”

Nella foto,  Angeli senza tempo 1

 


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