La terza giornata della 15a edizione del Sicilia Queer filmfest si apre alle ore 16 presso il Cinema De Seta con Salomé di André Antônio, film che si sviluppa come una recita drag fulminante e fulminata, riconfermando il Brasile come un paese di fecondissimo cinema queer; segue Wet Sand di Elene Naveriani, una sensibile storia di amore e di perdita.
Parallelamente la Sala Wenders del Goethe-Institut ospita la proiezione di Mother Is A Natural Sinner di Boris Hadžija e Hoda Taheri, che esamina la nozione di maternità e la costruzione del desiderio attraverso la storia di una coppia eterosessuale (due rifugiati iraniani che vivono in Germania); You Can Get What You Want But You Can’t Get Me di Z Walsh e Samira Elagoz, che racconta l’amore folle tra due persone in transizione di genere; A Thousand Waves Away di Helena Wittmann, che mette in scena l’interazione sensoriale tra i diversi personaggi e i loro ambienti; La fille qui explose di Caroline Poggi e Jonathan Vinel, che descrive la rabbia che coglie una giovane donna senza notizie della persona amata; Life Story di Jessica Dunn Rovinelli, film-saggio ispirato a un testo della filosofa australiana McKenzie Wark, che è un’esplorazione a ritmo techno del corpo nudo della pensatrice trans e della storia che questo custodisce; e Touch Me With Your Eyes di Anaïs Kaboré, che descrive la complicità e la vicinanza fisica tra due giovani donne che si sono appena conosciute. Si prosegue con Bright Eyes di Stuart Marshall e Still Life di Yann Beauvais.
Alle ore 18 il Cre.Zi. Plus – Cantieri Culturali alla Zisa dà spazio a Me Cuido, cortometraggio firmato dal gruppo cileno Las Indetectables e commissionato da Visual AIDS per il programma TRANSMISSIONS, che esplora l’impatto dell’AIDS fuori dall’asse occidentalcentrico, e al corto Wegen Hegel di Popo Fan che crea un ponte tematico con l’intervento dello studioso e saggista autore di Omosessuale. Oppressione e liberazione Dennis Altman, moderato da Eleonora Santamaria.
Alle ore 20.30 lo schermo del Cinema De Seta accoglie Une chambre en ville, film che segna il ritorna alla tragedia lirica di Jacques Demy, a cui seguono i film di tre registi sperimentali iconici, Derek Jarman, John Greyson e William E. Jones: rispettivamente Imagining October, Moscow Does Not Believe in Queers, The Fall of Communism as Seen in Gay Pornography, instancabili opere dialettiche di artisti queer occidentali critici nei confronti del loro tempo e della loro società, ma anche lucidi sul tardo comunismo.
La giornata si chiude alle ore 22.30 presso le Terrazze dell’Institut français con la genuina schiettezza di Più denso dell’acqua di Daniele Ambrosini e Rumori della Kalsa della francese Joséphine Jouannais.
Sicilia Queer filmfest / Il programma di mercoledì 28 maggio 2025
La quarta giornata della 15a edizione del Sicilia Queer filmfest si apre alle ore 16 presso il Cinema De Seta con Les Parapluies de Cherbourg, uno dei film più menzionati di Jacques Demy (proiezione in collaborazione con l’Institut français Palermo), a cui segue A Body To Live In, documentario di Angelo Madsen sul body artist del piercing Roland Loomis, che rivela le controversie scomode del suo protagonista smentendo la biografia agiografica.
Parallelamente, sempre a partire dalle ore 16 la Sala Wenders del Goethe-Institut accoglie la proiezione di Ethos di Joaquim Pinto e Nuno Leonel, mentre alle ore 18 il Cre.Zi. Plus (Cantieri Culturali alla Zisa) ospita Eterotopie: Georgia. Una conversazione, incontro per approfondire, raccontare e conoscere meglio cosa accade in Georgia da qualche tempo a questa parte. Intervengono l* regist* Elene Naveriani e Tiku Kobiashvili, e la scrittrice Ruska Jorjoliani (curatrice sezione Eterotopie SQFF2025)
Il programma di proiezioni prosegue a partire dalle ore 20.30 al Cinema De Seta con Uma pedra no bolso, opera prima di Joaquim Pinto, qui anche montatore e direttore della fotografia, che rilegge il tradizionale coming-of-age rendendolo un terreno amorfo e fertile di nuove scoperte; alle ore 22.30 è la volta di À poings et à cœurs, documentario di Augustine Caille su un club di boxe per persone trans in Francia, in cui la palestra di pugilato, spesso vista come teatro di violenza o mascolinità tossica, diventa invece simbolo di solidarietà e aiuto reciproco, lo spazio per imparare e mettere in atto pratiche di autodifesa collettive e prepararsi ad affrontare insieme il mondo esterno. Si prosegue con Du bist so wunderbar di Leandro Goddinho e Paulo Menezes, commedia sulle peregrinazioni di un brasiliano gay in cerca di un alloggio nella capitale tedesca: di incontro in incontro, le sue identità culturali e sessuali vengono costantemente feticizzate, mentre crolla il mito di un’Europa “paradiso” di libertà e accoglienza; Luminous Matter, video-saggio di Bianca Arnold e Moss Berke che attinge all’archivio personale e quotidiano delle registe, un luogo in cui raccontarsi ed affermarsi, un luogo di resistenza; e Lettres à mon ami Yohei Yamakado, dove la corrispondenza filmata combina immagini del Giappone registrate dal regista francese Olivier Cheval sulle tracce di un artista sonoro e visivo nipponico.
Al contempo alle ore 22.30 presso le Terrazze dell’Institut français si presenta À qui le monde di Victor Missud e Marina Russo Villani, film che mette in luce la resilienza delle comunità del Benin di fronte all’invasione della vegetazione, sottolineando al contempo le sfide causate dalle pratiche industriali e dai persistenti retaggi coloniali. Realismo crudo e visioni immaginarie si mescolano, come se l’uno potesse essere compreso o tollerato solo attraverso l’altro.
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