Funivia del Faito, precipita cabina dopo rottura di un cavo: 4 morti

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Incidente alla funivia del Monte Faito per la rottura di un cavo: 4 morti e un ferito grave. È questo il bilancio della tragedia avvenuta oggi, con la rottura della funivia del Faito, caduta sulla sottostante linea della Circumvesuviana nel tratto tra Pioppaino e Castellammare di Stabia. La cabina a monte, con 5 persone a bordo, compreso il macchinista, si sarebbe sganciata a pochi metri dall’arrivo in stazione e, precipitata, sarebbe rotolata giù verso valle per centinaia di metri. Il ferito è stato trasferito in eliambulanza all’Ospedale del Mare di Napoli ed è ritenuto in gravi condizioni.

Sul posto i vigili del fuoco e il soccorso alpino anche con l’ausilio di due elicotteri, grosse difficoltà a causa del meteo. A Castellammare di Stabia sono state tratte in salvo le 16 persone a bordo della seconda cabina, in gran parte turisti stranieri.

Inchiesta per omicidio e disastro colposi

Omicidio colposo plurimo e disastro colposo sono i reati ipotizzati dalla Procura di Torre Annunziata per l’incidente alla funivia del Monte Faito. Il fascicolo al momento è aperto contro ignoti. Sul caso indaga la Polizia di Stato, con il commissariato di Castellammare di Stabia. Sul luogo della tragedia hanno effettuato i sopralluoghi il procuratore Nunzio Fragliasso, l’aggiunto Giovanni Cilenti e sostituto Giuliano Schioppi.

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De Luca: “Morte due coppie di turisti”

Sulla funivia del Faito “avevamo due cabine: da quella a valle, a 100 metri di altezza, sono state recuperate le persone che sono state fatte scendere una ad una. La cabina a monte invece ha avuto delle difficoltà: è probabile che sia scesa a massima velocità e abbia urtato uno dei piloni. Nell’incidente sono morte 4 persone, due coppie di turisti, a conferma di come la funivia che porta sul Monte Faito sia un importante attrattore turistico per il territorio”, ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a Rainews. La funivia, ha ricordato De Luca, “era stata rimessa in funzione nel 2017 dopo tanti anni di chiusura: avevamo fatto dei lavori di manutenzione e collaudo. Gli ultimi, un mese fa”.

A bordo della funivia erano presenti 4 turisti e un accompagnatore Eav, ha spiegato Umberto De Gregorio, amministratore Eav. “La funivia ha aperto regolarmente 10 giorni fa – ha detto De Gregorio – con tutte le condizioni di sicurezza prevista. Oggi è una tragedia inimmaginabile e imprevedibile su cui sarà fatta chiarezza”. Con il forte vento va sospeso il servizio? “Il direttore di esercizio non ha ritenuto di chiudere, evidentemente non è stato ritenuto che le condizioni meteo fossero tali da sospendere il servizio”.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto un report accurato sull’incidente. “Una tragedia terribile, che lascia sgomenti – ha scritto sui social – Ho chiesto approfondimenti su quanto accaduto sul Monte Faito, affinché si possano verificare tutti gli aspetti della vicenda e accertare eventuali responsabilità. Servono risposte rapide, chiare e inequivocabili. Ai familiari delle vittime, un pensiero e una preghiera”.

Monte Faito, dal Cermis al Mottarone: i precedenti

 

L’incidente alla funivia del Monte Faito, in provincia di Napoli, che ha causato quattro vittime e un ferito grave, ricorda casi simili avvenuti in Italia. Risalendo indietro nel tempo, il più recente è l’incidente della funivia del Mottarone. La tragedia risale al 23 maggio 2021 quando una cabina della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, in provincia di Verbania, precipitò per un cedimento strutturale nel bosco sottostante provocando la morte di 14 passeggeri.

Si ricordano poi le due tragedie del Cermis, a distanza di 20 anni l’una dall’altra. Il 3 febbraio del 1998 un aereo militare statunitense tranciò un cavo della funivia del Cermis facendo precipitare la cabina e causando la morte di 20 persone. Il precedente il 9 marzo 1976, il più grave avvenuto finora in Italia. La fune portante della funivia si ruppe mentre la cabina stava scendendo a valle: in 42 persero la vita.

Il 13 febbraio del 1983 a Champoluc, in Val d’Aosta, precipitano da un’altezza di 20 metri tre cabine dell’ovovia che porta al Crest: 11 i morti. (Adnkronos)

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