Confermata la morte, oltre a quella di Ibrahim Aqil e di Ahmed Wahabi, anche di altri due comandanti della forza d’elite Radwan. Hamas: “Israele pagherà per la sua follia” . In tutto sono 16 i militanti uccisi. Inviato Usa: “Disaccordo con Israele su escalation”
E’ di 31 morti il bilancio aggiornato dei raid israeliani di ieri alla periferia sud di Beirut. Tra le vittime ci sono tre bambini (di quattro, sei e dieci anni), sette donne e tre siriani. Lo riferisce il ministro della Sanità libanese, Firas Abiad, secondo cui si contano anche 68 feriti, i cui 15 ricoverati in ospedale. Secondo fonti di Hezbollah, nell’attacco sono morti 16 tra comandanti e miliziani del gruppo. In totale, questa settimana in Libano sono state uccise 70 persone, a causa delle esplosioni dei walkie talkie, dei cercapersone e del raid aereo condotto da Israele.
Una fonte vicina al Partito di Dio, citata dal giornale libanese L’Orient du Jour, oltre alla morte di Ibrahim Aqil e di Ahmed Wahabi, conferma anche quella di altri due comandanti della forza d’elite Radwan, Abu Yasser Attar e Al-Hajj Nineveh. Tutti erano riuniti nei sotterranei di un edificio colpito dai missili israeliani.
Ahmed Wahabi, 60 anni, secondo quanto riferito dal Partito di Dio “ha diretto le operazioni militari dell’unità d’elite al-Radwan fino all’inizio del 2024, assumendo poi la responsabilità dell’unità centrale di addestramento dopo la morte di Wissam Tawil” ucciso in un raid a gennaio. “È con grande orgoglio che la resistenza islamica presenta oggi uno dei suoi grandi leader come martire sulla strada di Gerusalemme, e si impegna con la sua anima pura a rimanere fedele ai suoi obiettivi, alle sue speranze e al suo cammino fino alla vittoria”, ha dichiarato Hezbollah in un comunicato diffuso dall’emittente al-Manar, affiliata al gruppo, in un riferimento alla morte di Aqil, nel quale conferma anche l’uccisione di Wahabi e di altri 12 importanti militanti. Il Partito di Dio ha ricordato che Aqil ha preso parte a “una delle operazioni eroiche durante il confronto con l’invasione israeliana di Beirut all’inizio degli anni ’80”, in un riferimento all’attacco all’ambasciata americana in Libano nel 1983.
Israele chiude spazio aereo nel nord
Israele ha chiuso lo spazio aereo nel nord, da Hadera, a causa della situazione della sicurezza dopo il raid di ieri su Beirut. Lo riferisce Haaretz, secondo cui la decisione non coinvolge i voli internazionali e quelli nazionale diretti a Eilat.
Inviato Usa: “Disaccordo con Israele su escalation”
Gli Stati Uniti non stanno versando alcuna lacrima per l’uccisione del comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, tuttavia ribadiscono di non essere d’accordo con Israele sull’escalation e sul fatto che una guerra con il Libano faccia raggiungere gli obiettivi prefissati. “Ibrahim Aqil era responsabile dell’attentato all’ambasciata di Beirut 40 anni fa. Quindi nessuno versa una lacrima per lui”, ha detto McGurk intervenendo alla conferenza del Consiglio israelo-americano a Washington.
“Detto questo – ha subito aggiunto – abbiamo dei disaccordi con gli israeliani sulle tattiche e su come si misura il rischio di escalation. È una situazione molto preoccupante. Sono molto fiducioso che attraverso la diplomazia, la deterrenza e altri mezzi riusciremo ad uscirne”. Ma poi ancora McGurk ha ribadito la posizione degli Stati Uniti: “Non pensiamo che una guerra in Libano sia il modo per raggiungere l’obiettivo di riportare le persone nelle loro case… Vogliamo una soluzione diplomatica a nord. Questo è l’obiettivo, ed è quello per cui stiamo lavorando”.
Hamas: “Israele pagherà a caro prezzo follia Beirut”
Israele pagherà a caro prezzo “il crimine” e la “follia” commessi a Beirut, con il raid di ieri nel quale sono stati uccisi due importanti comandanti di Hezbollah – Ibrahim Aqil e Ahmed Wahabi – e altri militanti del gruppo. Lo fa sapere Hamas, che già ieri aveva condannato “la brutale aggressione sionista”.