Il fotografo Savini: «Con i miei bonsai stimolo la fantasia». Vernissage venerdì 9 giugno
«Solo se osserviamo attentamente un albero possiamo vederci riflesso qualcosa di misterioso, inquietante, perfino mostruoso. Può essere per il sospetto che i rami e il tronco ci stiano parlando in silenzio o perché in lui vediamo riflessa l’effimera misteriosa esistenza». È racchiusa in queste parole dell’antropologo Miguel Alexiades l’essenza di “La bellezza mostruosa degli alberi”, la mostra di Andrea Savini che verrà inaugurata venerdì 9 giugno, alle 19, a Palazzo Scammacca.
Nato a Milano “per caso” e cresciuto in Spagna, a Madrid, dove è rimasto per tutta la vita, Andrea Savini ha lavorato per settimanali e riviste internazionali, per cui ha fotografato alcuni dei più importanti personaggi del mondo internazionale della moda, dell’arte, del cinema, della finanza. Famiglie reali e celebrità, tra cui Rafa Nadal, Naomi Campbell, Roberto Cavalli, Valentino, Arianna Rockefeller, Kik Kennedy, Giovanni Rana, Alessandro Benetton, Agatha Ruiz de la Prada e Paris Hilton.
Ma c’è un soggetto che fin da quando era bambino ha attirato la sua attenzione: gli alberi. «A casa mia la fotografia era un hobby molto praticato. Invece di giocare a calcio e fare le cose tipiche dei ragazzi andavo in giro a scattare fotografie», racconta Andrea Savini, che di quell’hobby ne ha fatto prima una passione e poi una professione. Foto da copertina, anche se il vero interesse è per le foto «meditate, tranquille», alcune delle quali sono state esposte al Museo Reina e in diverse gallerie nazionali e internazionali.
«Avevo un progetto, fin da bambino, ma non avevo mai trovato il giusto tempo da dedicargli. Dall’ottavo piano della casa dei miei genitori vedevo un grandioso albero che mi ha sempre attratto e che cambiava continuamente, stagione dopo stagione. La bellezza di poter vedere la struttura dei suoi rami da un punto di vista poco comune mi è sembrato unico e meraviglioso e per ciò decisi fotografarlo. Quella fu la prima».
Con la sua macchina fotografica Savini è riuscito a immortalare gli alberi e le loro strane forme – a volte meravigliose, a volte buffe, altre volte misteriose, quasi spaventose – da una prospettiva unica, tanto da creare una poesia vegetale in cui la fantasia può spingerci a vedere qualsiasi cosa.
«Foto come quelle esposte – chiarisce – io non le ho mai viste prima, neanche in questi tempi moderni dove si fotografa di tutto. Le strutture dei rami vengono convertite quasi in immagini astratte, a qualcuno sembrano organi umani o immagini viste al microscopio. Vegetali che hanno un aspetto quasi animale. “La bellezza mostruosa degli alberi”, perché alcuni sembrano davvero piccoli mostri. La fantasia può spingerci a vederci qualsiasi cosa».
L’alta qualità e la grandezza fanno il resto, permettendo di cogliere i piccoli dettagli, persino qualche insetto che si è intrufolato in uno dei 30 bonsai che l’autore ha immortalato tra il vivaio Verdecora Los Peñotes e il Museo del Bonsai di Madrid. Alcuni nudi, per mostrare meglio la corteccia, altri con i frutti o con piccole foglie.
Ma perché vedere una mostra sugli alberi? Cosa possono raccontarci? «Devi amarli, ma non solo. Queste foto sono qualcosa che non si è mai vista, davvero originale. Ho indagato, non ho trovato nulla di simile. Dal basso verso l’alto, con il cielo, ce ne sono tantissime, ma dall’alto con il fondo bianco no. Credo di essere stato io il fortunato ad aver scoperto questo punto di vista con il fondo bianco che risalta l’essenziale. È un’occasione unica di vedere qualcosa di speciale. E poi sono molto poetiche, ti fanno volare in alto con la fantasia».