“Radio Vampira”, una storia gotica dalle atmosfere rock e struggenti

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Questo mese è in edicola il Dampyr n. 277, edito Bonelli, sceneggiato da Giorgio Giusfredi con disegni di Fabio Bartolini, copertina Enea Riboldi. L’episodio si intitola “Radio Vampira”. La storia, elettrica e fascinosa, in perfetta continuità con le scelte editoriali della testata, si snoda nelle campagne notturne pisane, misteriose, leggendarie e teatro di fatti storici epocali. Una ragazza affascinante racconta con serena pacatezza a un deejay la sua storia incredibile e rocambolesca di non morta quasi millenaria. Il deejay divertito e sornione la invita a continuare la narrazione della sua iniziazione, pensando di avere l’ennesimo personaggio eccentrico davanti a sé e invece…

L’albo alterna perfettamente sequenze narrative e descrittive, conferendo ad alcune inquadrature dinamismo e colpi di scena d’effetto, mentre altre strisce sono caratterizzate da squarci grafici fortemente “riflessivi”. La storia è davvero accattivante e la protagonista, Agnese degli Ubaldi, ha tutte le carte in regola per essere ricordata tra le dark lady più maliose della serie. A nostro avviso ricorda un po’ le fattezze della modella Kaia Gerber, così come l’enigmatico Ryon sembra assomigliare al celebre attore “cannibale” Timoty Chalamet. Su Krigar abbiamo qualche dubbio; un Alice Cooper giovane? Al di là delle associazioni, che divertono, il fumetto emoziona, sorprende e incuriosisce con tanti riferimenti al glorioso e turbolento passato italiano, in quanto la nostra vampira attraversa i secoli dando prova della propria malvagità e ironia beffarda in ogni contesto e situazione. Interessante anche il riferimento al personaggio femminile creato da Ippolito Nievo, la Pisana, che, nella fantasia di Giorgio Giusfredi, è sempre l’impavida e dannata Agnese degli Ubaldi.

Ancora una volta il confine del bene e del male non è poi così demarcato; ancora una volta il nostro Dampyr riesce a cavarsela; ancora una volta con tanti dubbi e incertezze. Vita, non vita; tenebre, luce; odio e amore.

Romano Pesavento

Nella foto, Giorgio Giusfredi

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