A Catania presentato “Storia massonica della P2” di Federico Sinopoli

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Nel Centro Ricerche e Studi in Psicoanalisi di Catania, all’interno della rassegna Salone in Musica, è stato presentato il libro “Storia massonica della P2” (Tipheret, 2021) di Federico Sinopoli, incentrato sulle vicende della Loggia P2 (che significa Propaganda 2) del Maestro Venerabile Licio Gelli (1919-2015), che forse per la prima volta fornisce una interpretazione equilibrata su una delle pagine più travagliate della storia dell’Italia repubblicana, evitandone il rischio di una lettura superficiale e di fatto erronea.

L’autore Federico Sinopoli, profondo conoscitore della materia in quanto Maestro Venerabile nella Loggia San Giorgio e il Drago di Ragusa, andando subito al centro della questione sostiene che bisogna distinguere le caratteristiche della Massoneria come libera associazione dotata di ordinamenti che non ledono in alcun modo la vita democratica, dagli episodi criminali di chi come Licio Gelli ha manovrato a fini eversivi la Loggia di cui era dirigente. Sinopoli constata come nell’opinione pubblica le due realtà, Massoneria e Loggia P2, sembrano inscindibilmente accomunate in un’unica condanna, al punto che tanti considerano il carattere segreto e iniziatico della Massoneria (elemento che dal Settecento caratterizza le logge secondo un principio di associazione tra liberi individui) come prova del rischio di corruzione rispetto alle leggi, cosa che invece è stata la forzatura volontaria di un singolo Maestro Venerabile, quale Gelli appunto, che dalla sua ascesa negli anni Settanta, malgrado le resistenze e perplessità di alcuni massoni, ha usato il proprio potere nella Loggia P2 per favoritismi di ogni tipo, controllando manovre economiche e politiche soprattutto in funzione anticomunista.

Questa scalata ha subìto un brusco arresto il 17 marzo 1981, con la scoperta, da parte della magistratura, della lista dei quasi mille iscritti alla P2 (tra i quali 2 ministri, parlamentari, militari, docenti universitari, giornalisti, imprenditori), uno scandalo enorme all’epoca. L’elenco, reso pubblico il 21 maggio, fece costituire una Commissione parlamentare d’inchiesta (la Commissione Anselmi) che il 12 luglio 1984 definì autentici e attendibili i nominativi. Da allora, per tutti, Massoneria e Loggia P2 sembrano essere diventati sinonimi, per la frettolosità del giudizio. Per ovviare a ciò, l’autore Sinopoli pone tra le prime pagine del suo volume la parte conclusiva del tradizionale discorso che 31 dicembre 1981 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini fece in televisione alla RAI a reti unificate, seguito da decine di milioni di Italiani. Le parole del Presidente fanno capire quanto avesse ben chiara la distinzione tra l’associazione massonica e la P2, non potendosi condannare l’intera Massoneria per le vicende giudiziarie di Licio Gelli: «quando io parlo della P2, non intendo coinvolgere la Massoneria propriamente detta, con la sua tradizione storica. Per me, almeno, una cosa è la Massoneria, che non è in discussione, un’altra cosa è la P2, questa P2 che ha turbato, inquinato la nostra vita.» Ecco come un libro che solo superficialmente potrebbe apparire come apologia di un gruppo settario, fa riflettere invece sul dovere di stabilire sempre con chiarezza colpe e responsabilità, mantenendo il rispetto per ogni manifestazione del pensiero, come appunto lo è stata la Massoneria dalle sue origini, quando in Francia e Inghilterra ci si opponeva ai poteri tradizionali, all’oscurantismo del passato, per una libera associazione tra individui, generalmente professionisti, genuinamente dediti al progresso della società. Il testo di Sinopoli, dunque, appare indirizzato nello «scrivere una storia massonica della P2. Narrare quali furono la nascita, l’evoluzione, la fine della P2 all’interno dell’Istituzione che l’aveva creata, cent’anni prima di Gelli, e che, in qualche modo, ne consentì la degenerazione.» Ecco come da alcune premesse chiare (le regole di una associazione), ne consegue che le deviazioni da queste non possono in alcun modo macchiare l’intero fenomeno, ma solo chi ne è stato responsabile in prima persona, quindi soltanto Licio Gelli.

Lo stesso autore, durante la presentazione del libro, ha chiarito al pubblico intervenuto come già le stesse modifiche introdotte da Gelli alle regole massoniche del Grande Oriente d’Italia (GOI), come ad esempio l’iniziazione in presenza di soli due superiori in luogo del numero tradizionale di sette, andavano nella direzione evidente di un accentramento di poteri che inquinava il senso di libertà predicato dalla Massoneria, che non a caso ha sempre evitato di occuparsi di questioni religiose e politiche, mentre le oscure manovre di Gelli lo portarono nella posizione di chi minava dall’interno le strutture democratiche, senza clamorosi colpi di stato, ma con l’infiltrazione di uomini di fiducia in ogni settore istituzionale, militare, politico ed economico.

Non a caso, e questa è un’altra delle modifiche operate da Gelli, chi voleva aderire alla loggia (il bussante, secondo la terminologia ufficiale) doveva fornire non più soltanto i dati anagrafici, ma tutta una lunga serie di informazioni personali, dal reddito all’orientamento politico, violando la tradizionale privacy per evidenti finalità di schedatura e controllo. «La Loggia P2 di Gelli aveva completamente eliminato queste fondamenta tipicizzanti, in ossequio alla non massonicità di Gelli e al suo preciso e precostituito obiettivo.»: un progetto eversivo che per esistere aveva snaturato le caratteristiche originarie, creando in pratica una struttura parallela. Questa la tesi dell’interessante libro di Federico Sinopoli, una indagine che permette di stabilire responsabilità e colpe, e al contempo di leggere con maggiore obiettività un fenomeno come la massoneria che ha avuto un ruolo determinante nel panorama europeo, si pensi solo all’influenza che ebbero i massoni durante il Risorgimento Italiano. Diversi sono stati i momenti che hanno animato la presentazione del libro tenutasi a Catania il 2 aprile nel salone del Centro Ricerche e Studi in Psicoanalisi, all’interno di una antica palazzina che per la sua somiglianza a un tempio pare essere stata in origine la sede di una loggia massonica, come stanno a dimostrare il colonnato che arricchisce la scalinata e i fregi nei tetti che indicano strumenti del lavoro dei muratori (maçons) quali il compasso.

La serata è stata inaugurata dal ricordo delle relazioni tra la Massoneria e la musica classica, grazie alla performance del duo musicale D’Ito, composto da Davide Sciacca, chitarra, e Sachika Ito, canto, che ha eseguito due brani composti da Mozart tratti da Le nozze di Figaro (le arie “Voi che sapete che cos’è Amor” e “Dove sono i bei momenti”), opera notoriamente ispirata ai principi della Massoneria, a cui Mozart aveva aderito dal 1784. Interessante, per l’originale prospettiva psicoanalitica, l’introduzione sviluppata dallo psichiatra Andrea Rapisarda, che ha messo in luce come dal libro possano essere tratte delle riflessioni sul possibile degenerare di un gruppo di individui in una pericolosa struttura gerarchica, e sull’importanza culturale di pubblicazioni che ricordino queste crisi ricorrenti, soprattutto quando questi fenomeni colpiscono la libertà di pensiero. Attenta e calorosa è stata la risposta del pubblico presente, manifestando all’autore il vivo apprezzamento per aver contribuito all’opera di chiarificazione di una delle pagine più oscure che l’Italia del dopoguerra abbia conosciuto.

Mario Guarnera

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