Santi Maria Randazzo e l’enigma della città perduta Inessa

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Di Vito Padula

Torniamo a parlare di Aitna-Inessa, della città perduta le cui origini e il cui sito lo studioso Santi Maria Randazzo colloca dove è posta l’attuale cittadina di Motta Santa Anastasia, alla periferia di Catania.

Torniamo a parlarne non solo perché è parte importante della storia di Sicilia, cioè della “nostra” storia, ma anche perché è una storia “intrigante”. Intrigante forse perché sconosciuta, forse perché “quasi” ignorata dagli Accademici (e no) che sostengono che tutto ciò che riguarda la Sicilia è più che noto. Una frase, attribuita a Winston Churchill, dovrebbe far riflettere: “Più indietro si riesce a guardare, più avanti si può vedere”. Come dire, se si ignorano le origini difficilmente si può comprendere il presente e tantomeno prevedere “un” futuro.

L’innata propensione di andare a penetrare nei meandri misteriosi del passato ha spinto Santi Maria Randazzo ad approfondire le ricerche sia attraverso l’analisi delle informazioni riportate in antichi testi, sia con approfondite osservazioni del territorio etneo. Il risultato è il volume dato alle stampe “Inessa – Città di Sicilia Sacra e Nobilissima” pubblicato dalla Mare Nostrum Edizioni, già reperibile online nel sito della Casa editrice e nelle librerie, che kla settimana prossima sarà presentato a Catania nella sede dell’Istituto per la Cultura Siciliana.

Cosa afferma Santi Maria Randazzo è presto detto con quanto riporta nel suo libro: Ai fini dell’obiettivo del nostro lavoro dobbiamo cercare di dimostrare, prima di tutto, la plausibilità dell’ipotesi che nel XII-XI secolo a.C. il territorio dell’odierna Motta Santa Anastasia, o parte di esso, possa essere stata sotto il dominio degli Acheo-Cretesi-Rodioti, nel contesto degli eventi che caratterizzarono il Mediterraneo e la Sicilia nei secoli successivi alla guerra di Troia. Dobbiamo, pertanto, ripercorrere alcune delle fasi della storia della Sicilia e del Mediterraneo per mettere in evidenza quelle notizie compatibili con il contesto storico-geografico dell’odierna Motta Santa Anastasia in quell’epoca, le cui vicende sono già state riferite e pubblicate dagli storici o dagli archeologi. Dopo la caduta di Troia e il crollo dell’Impero Ittita, l’elemento Acheo-Miceneo, di origine prevalentemente Cretese-Rodiota, diviene padrone del Mediterraneo orientale ed è quindi in condizioni di programmare e determinare in maniera egemone la sua ulteriore espansione commerciale e coloniale per ampliare i suoi scambi verso lo Ionio, l’Adriatico, il Tirreno, la Sicilia e l’Italia meridionale.

“Per raggiungere questo obiettivo gli Acheo-Cretesi-Rodioti dovettero realizzare il controllo marittimo dell’odierno stretto di Messina e dell’odierno Canale di Otranto, nonché di parte del Canale di Sicilia sui cui, però, agiranno assieme ai Fenici nell’epoca successiva. Intorno al XIII secolo a.C. gli Acheo-Cretesi-Rodioti colonizzano le odierne Isole Eolie, come confermato dai dati archeologici riferibili al cosiddetto Ausonio I e II; dalle Isole Eolie espanderanno progressivamente il loro controllo territoriale all’interno della Sicilia centro-orientale, inoltrandosi all’interno e ad est dell’isola, fino ad arrivare ad essere i dominatori del territorio che si estende fino all’odierna Lentini, l’antica Xouthia, come riferito da vari storici antichi.

“Nella loro marcia espansionista verso la Sicilia orientale e centrale, lungo l’asse Eolie-Milazzo-Nebrodi-Piana di Catania-Lentini (Xouthia), gli Acheo-Cretesi-Rodioti inglobano sotto il loro dominio, probabilmente a scapito dei Sicani e di altre popolazioni, tutto quel territorio di cui fa parte l’odierna Motta Santa Anastasia ed anche l’odierna Catania; tali territori si trovano, appunto, all’interno di questa enclave territoriale compresa nella marcia espansionistica cretese-rodiota e il cui confine meridionale veniva delimitato dal territorio dell’antica Xouthia, l’odierna Lentini: trovandosi, quindi, il territorio dell’odierna Motta Santa Anastasia all’interno dell’area conquistata dagli Acheo-Cretesi-Rodioti. Questa fase espansionistica avviene nel corso del XII-XI secolo a.C. (…)

Da questi accenni può intravedersi il percorso di “ricostruzione” di un lontano passato della Sicilia che Santi Maria Randazzo ha compiuto per individuare l’esatta collocazione della città perduta Aitna-Inessa, e il ruolo che avrà fin quando è esistita sul territorio isolano.

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