Mazara del Vallo, Cammino Sinodale avvio d’attività

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Dopo la tappa dell’ascolto, il secondo anno del cammino sinodale diocesano sarà dedicato al discernimento attraverso i “Cantieri di Betania”, «per maturare scelte di conversione ed essere sempre più profezia del Vangelo». Archiviato il primo anno d’attività dei Cantieri, il 2023 sarà, dunque, dedicato a una seconda fase del cammino in Diocesi, in linea con quanto stabilito da Papa Francesco. Domenica 21 gennaio (dalle 9,30 alle 13), in Cattedrale a Mazara del Vallo, si terrà l’assemblea diocesana che per l’avvio della nuova tappa del cammino, con la relazione di monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo. «Il discernimento – spiega il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella – è l’opera d’arte della sinodalità, del camminare insieme. Il discernimento è la capacità di vedere distintamente e non si improvvisa ma si apprende camminando insieme». Richiamando Maria («che ogni cosa raccoglieva nel suo cuore») e Giuseppe («coraggioso nel prendere con sé il Bambino»), il Vescovo rimarca l’accrescimento della comunione profonda e dinamica, «in cui diventano importanti la complementarietà delle sensibilità, dei carismi, dei ministeri». Da qui «l’importante presenza e il servizio dei carissimi presbiteri e dei diaconi, la significativa rappresentanza delle comunità parrocchiali tramite i consigli pastorali, del Seminario, delle comunità religiose, dell’Azione cattolica e dei movimenti, oltre che degli uffici e organismi a servizio della pastorale diocesana, per un discernimento attento, sapiente e polifonico».

GIOVANI E CHIESA NEL POST-PANDEMIA, GARGANO: «BISOGNA ASCOLTARLI DI PIÙ»

La pandemia Covid-19 ha “modificato” gli stili di vita. A questa certezza per gli adulti si sono aggiunti anche gli effetti sugli adolescenti: «Ci troviamo di fronte a una nuova generazione, con un percorso di crescita irregolare, gravemente minato e interrotto con l’arresto di esperienze di vita importanti, che hanno determinato e determineranno reazioni imprevedibili». A dirlo è stata la psicoterapeuta Arabella Gargano che è intervenuta all’incontro per operatori pastorali organizzato al Seminario vescovile di Mazara del Vallo dal Servizio diocesano di pastorale giovanile e del Centro diocesano delle vocazioni. La dottoressa Gargano ha evidenziato l’enorme percentuale di giovani che si trova in potenziale pericolo, con eventuale necessità di supporto psicologico al fine di scongiurare esiti peggiori: «Gli effetti dannosi scaturiti dalla pandemia su alcuni adolescenti sono paura del contatto fisico, ritiro sociale e dipendenza dai social», ha detto la Gargano. Poi l’importante funzione degli educatori: «Ognuno deve prendere consapevolezza dei propri limiti e dei propri talenti anche alla luce del proprio vissuto personale – ha spiegato la dottoressa Gargano – in riferimento al disagio dell’adolescente post-pandemico l’educatore è chiamato in prima persona a riflettere sul disagio e sul trauma provato per meglio interagire, ascoltare, sostenere, comprendere le paure del giovane senza sottovalutarle o minimizzarle». La capacità di un educatore dipenderà, dunque, dalla sinergia «tra affettività e cognitività, tra ricerca scientifica e pratica educativa». Nell’ambito dell’incontro (al quale ha portato il suo saluto il Vescovo) è stato proposto un laboratorio esperienziale. «Serviranno famiglie e scuole diverse, che osservino e ascoltino di più, che cerchino soluzioni nuove – ha detto Arabella Gargano – che spingano i ragazzi verso l’autonomia senza lasciarli soli. Si tratta di una partita che possiamo vincere solo insieme, se ci aiutiamo gli uni con gli altri».

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