“Samothrace”, al via le attività dell’Ecosistema siciliano dell’innovazione

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Al Monastero dei Benedettini di Catania il meeting di apertura del progetto finanziato dal Pnrr con 120 milioni di euro

 ‘Calcio d’inizio’ ufficiale per il progetto Samothrace, l’ecosistema dell’innovazione finanziato dal Pnrr (tramite il programma NextGenerationEu) che riunisce 28 partner tra cui 4 università, 5 istituti di ricerca, 4 grandi aziende di livello internazionale e 10 piccole e medie imprese, con l’Università di Catania a fare da soggetto proponente e capofila.

Quasi 120 milioni di budget da impiegare in tre anni, assunzioni previste per 115 ricercatori, 70 borse di dottorato di ricerca, 8 milioni di euro per bandi “a cascata” destinati a ulteriori realtà industriali da coinvolgere; e poi 9 progetti ‘raggio’ (spoke) che fanno leva sulle tecnologie abilitanti della micro e nanoelettronica ma si articolano poi in sei aree di applicazione: Energia, Ambiente, Smart Mobility, Sistemi intelligenti per l’agricoltura di precisione, Salute, Beni culturali.

Questi tutti i numeri di Samothrace (acronimo di Sicilian Micro and Nano Technology Research and Innovation Center) che è stato lanciato questa mattina nell’aula magna “Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini, alla presenza di tutti i principali protagonisti e di numerosi potenziali nuovi interlocutori, tra imprenditori e rappresentanti di enti di ricerca, accolti dalla direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche Marina Paino.

«Dopo l’approvazione e il finanziamento del progetto, dopo la costituzione della Fondazione che ne gestirà le attività, Samothrace prende finalmente forma – ha spiegato il rettore etneo Francesco Priolo, introducendo il ‘kick off meeting’ -. È una grande sfida che ha visto in prima fila la Regione siciliana e i quattro atenei dell’Isola, in una paziente opera di aggregazione e di interlocuzione continua con il Ministero dell’Università. Da domani i ricercatori e le aziende impegnate in ciascuno dei nove ‘spoke’ cominceranno a lavorare per produrre risultati, prodotti e brevetti, consapevoli della grande responsabilità di cui siamo investiti».

Parla di “nuovo Piano Marshall”, riferendosi al Pnrr, il rettore messinese Salvatore Cuzzocrea: «Mettendo da parte rivalità e campanilismi – ha aggiunto – i quattro rettori sono stati in grado di creare un modello Sicilia, coinvolgendo i privati e puntando sulla qualità della ricerca. L’obiettivo è di diventare un punto di riferimento almeno per il Meridione e rigettare una volta per tutte lo stereotipo di terra delle incompiute». Enrico Napoli, prorettore dell’Università di Palermo, segnala inoltre la necessità di procedere in tempi rapidi: «Per anni abbiamo lamentato scarsità di risorse per ricerca e formazione: adesso le abbiamo, ma dobbiamo programmare velocemente investimenti che possono garantire un futuro».

«Ci attende una fase impegnativa – ha ammonito Fabrizio Cobis, dirigente della Direzione generale Ricerca del Ministero dell’Università -. Siamo chiamati ad essere concreti ed efficienti come mai prima nel nostro Paese. Qualità e velocità della spesa devono andare di pari passo, nonostante persistano ancora regole obsolete che rischiano di rallentare i vari passaggi. Tutto va concluso entro la fine del 2025».

Micro e nanotecnologie saranno dunque il “fil rouge” delle attività per realizzare un meccanismo virtuoso di trasferimento e valorizzazione della conoscenza a beneficio del tessuto industriale e della società civile. «Samothrace aspira ad essere un catalizzatore per l’innovazione – ha ribadito il presidente della Fondazione Salvo Baglio che, insieme al nuovo Program and Scientific manager Mario Paparo, ha dato il via agli interventi tecnici del meeting -. A partire dalle vocazioni e dalle eccellenze già presenti nel territorio, supporteremo le interazioni tra le competenze di ricerca delle università e dei centri di ricerca regionali e le visioni imprenditoriali presenti e future, cercando di esportare questo modello a livello globale».

I dettagli su ciascuno dei nove “spoke” del progetto sono poi stati illustrati da Salvo Mirabella (Università di Catania), Salvatore Cuzzocrea (Università di Messina), Delia Chillura Martino (Università di Palermo), Vittorio Privitera (Cnr-Imm Catania), Salvo Tudisco (Infn-Lns Catania), Nunzio Abbate (STMicroelectronics), Antonio Astuti (Meridionale Impianti), Cesare Scardulla (Upcm) e Francesca Tosato (Quantum Leap) e da successivi interventi sui sei settori strategici per lo sviluppo regionale in cui è articolato l’ecosistema.

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