Nasce Futuro Meridiano: volontà di un futuro per il Sud riscritto dalle fondamenta

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Alla Certosa di Padula, in provincia di Salerno, fa i primi passi ufficiali Futuro Meridiano, nuovo movimento politico che si basa sul pensiero di Franco Cassano, sociologo e politico italiano scomparso nel 2021. Sono arrivati da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, dopo aver scorso gli effetti dell’abbandono del Sud. Sono ripartiti dalla Certosa di Padula con la volontà di un futuro riscritto dalle sue fondamenta. Franco Calderone, imprenditore siciliano, è il primo presidente del movimento politico.

“Penso che non ci sia dubbio che è davanti agli occhi di tutti la testimonianza di un Sud abbandonato, in cui anche semplicemente spostarsi è un’avventura, come è un’avventura -o peggio, un incubo – usufruire dei servizi pubblici, delle infrastrutture, della Sanità e, fin da bimbi, di scuole e mense scolastiche, queste ultime semplicemente perché inesistenti. Tante le esperienze politiche che si sono ritrovate in Futuro Meridiano, siano esse del passato o ferite nella mente e nell’anima da recenti e dolorose delusioni e disillusioni che oggi cercano una ‘casa’ che le accolga e dia loro il valore che meritano per riprendere il cammino verso il futuro. Intelligenze che hanno rifiutato di disperdersi, che hanno rifiutato il tradimento dei loro sogni ed il sabotaggio delle loro speranze. Si sono riaggregate nello spirito democratico che gli era stato loro negato, nella libertà di pensiero ed espressione dopo epurazioni, rimozioni e censure da parte di chi conosce solo il pensiero unico dominante e la gestione padronale e monocratica di un gruppo. A dispetto di chi si sia appropriato del lavoro altrui come fosse proprio, è stato anche riprodotto ed ovviamente aggiornato, quell’imponente lavoro di oltre 300 pagine per l’applicazione del PNRR al Sud; quel lavoro del quale altri si sono appropriati presentandolo come fosse una loro opera con la complicità di oscuri e squallidi personaggi che si trincerano dietro una fama ampiamente sovradimensionata.”

 Afferma Calderone che “ci si è ritrovati alla Certosa di Padula per un umano senso di responsabilità e di dovere non soltanto verso che fosse presente, ma soprattutto verso chi verrà dopo e che si vedrà consegnato un mondo di cui i ‘vecchi’ non dovranno vergognarsi.”

Ecco perché tra gli splendidi archi e tra le imponenti mura di una gloriosa testimonianza del passato  sono riecheggiate parole ispirate a giustizia sociale, disagio, dignità negata da sempre a donne, uomini e ragazzi colpevoli di essere nati al di sotto di una linea immaginaria, ma vera e tangibile come nessun’altra, che taglia in due il nostro Paese o addirittura al di là un braccio di mare quasi fosse un oceano. Persone il cui fato non è stato benevolo.

“Prima di convergere in questo posto ricco di fascino e di testimonianze del passato – prosegue Calderone -, le vite di tanti di loro si sono incrociate con tanti che credevano e continuano a credere nel riscatto del Sud, nella riconquista della dignità dei meridionali, ma si sono anche imbattuti in altrettanti meridionali opportunisti, venduti, mercenari o con oscuri programmi di interessi personali e della propria cerchia di interessi. Questi ultimi hanno tentato di disgregare e mortificare chi, in buona fede, voleva impegnarsi per il bene del Sud e della sua gente; hanno provato a vanificare quell’aggregazione nata da un impegno sociale in cui si credeva e alla luce di Padula, si crede ancora. Ma dobbiamo fare i conti e scacciare i demoni che hanno dato man forte a chi ha sempre voluto il Sud sottomesso al nord ed alla sua ‘perfezione’ falsa e truffatrice oltre che saccheggiatrice di denaro e diritti; quel demone che alberga nell’animo di troppi meridionali e che costituisce il principale handicap per lo sviluppo del Meridione: l’avversione e l’incapacità di aggregarsi tra persone anche e soprattutto culturalmente diverse sfruttando l’apporto di ciascuno per la riuscita di un progetto ed ancor di più quello della gestione scriteriata delle intelligenze meridionali fino al punto da farle fuggire ed arricchire altri Paesi.”

Futuro Meridiano vuole fortemente costruire una nuova strada andando oltre i vecchi canoni della politica, del dualismo destra o sinistra, “parimenti responsabili della devastazione di un territorio e della vita della gente”.

“È il momento di costruire qualcosa di nuovo, di innovativo che consideri l’uomo al centro dell’azione politica; una politica non più conflittuale, ma basata sui principi enunciati da Franco Cassano sulla filosofia meridiana. È una terza via rivoluzionaria, innovativa, giusta, che farà agire la politica per l’affermazione dei diritti dei meridionali, degli ultimi, dei deboli, degli indigenti, dei piccoli imprenditori ostaggio della burocrazia,  delle imprese che non stanno più sui mercati, di coloro che devono partire per curarsi, dei bambini senza asili nido né palestre né campi di calcio, dei pensionati diventati indigenti, degli agricoltori tutori della salute e dei territori che non vengono tutelati da nessuno e che non sbarcano più il lunario. Futuro Meridiano si è messo in movimento perché rimanere in attesa che siano gli altri o il destino a cambiare le cose equivale a non desiderare concretamente alcun cambiamento. Futuro Meridiano significa anche essere artefici del destino dei territori e dei popoli senza vittimismo né autocommiserazione. Significa progettare il futuro della vita dei territori e della loro gente trasformando l’attesa passiva in attivismo, in proposte di progetti. È un nuovo umanesimo, rigoroso ma non rancoroso, per uno sviluppo graduale e concreto, rispettoso delle persone e dell’ambiente in cui viviamo, un movimento che ha fatto della pietas latina il faro, la pietra miliare per cambiare una società ingiusta, ove il capitalismo finanziario ha soppresso i diritti dei più. Futuro Meridiano ridarà voce alle giuste richieste provenienti dalle persone, senza limiti territoriali tenendo conto che il Meridione d’Italia versa in una autentica emergenza umana di diritti disattesi e soppressi”, conclude Franco Calderone.

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