Di Santi Maria Randazzo
Premessa: Gli instabili assetti del Nuovo Ordine Mondiale, la lotta senza quartiere per il controllo delle fonti energetiche del pianeta ed in particolar modo del petrolio e il persistere di una mascherata mentalità coloniale scaricano sui paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo una pressione politica, militare e finanziaria che ha volutamente destabilizzato quest’area per finalità connesse agli interessi di alcuni stati che, per affermare la tutela dei propri interessi, non hanno esitato a far esplodere conflitti militari e sovvertire governi nazionali che hanno causato milioni di morti. La destabilizzazione politica dell’area del Mediterraneo ha prodotto effetti devastanti in diversi paesi che si affacciano su tale mare provocando, fra l’altro, un notevole incremento del flusso migratorio verso l’Europa e l’Italia in particolare che per accedere al nostro paese scelgono, in massima parte, la Sicilia quale punto di approdo in Europa. Gli effetti devastanti della guerra in Ucraina, con le conseguenze catastrofiche sul piano energetico, commerciale ed alimentare, nonché i problemi legati alla siccità che interessa diversi paesi africani stanno incrementando gli spostamenti di popolazioni che dai loro abituali insediamento vanno alla ricerca di ambienti che possano garantire loro la sopravvivenza. In questo contesto diventa assolutamente necessario avviare progetti culturali ad ampio respiro e a lunga gittata per ricreare un tessuto politico e di dialogo tra le Nazioni che si affacciano sul Mediterraneo per trovare punti di incontro tra gli interessi comuni per evitare ingerenze esterne e per evitare che le organizzazioni criminali continuino a svolgere i loro sporchi commerci umani che hanno fatto diventare il nostro mare un cimitero di migranti. Già nella Dichiarazione Finale della Conferenza Ministeriale Euromediterranea, tenutasi a Barcellona il 27 e 28 novembre 1995, veniva individuato nel Partenariato lo strumento per rendere il Mediterraneo “ Uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità attraverso il rafforzamento del dialogo politico e garantire la sicurezza e la cooperazione economica, finanziaria, sociale e culturale.” In tale prospettiva si rende assolutamente necessario sviluppare una osmosi culturale integrata di tutti i Popoli del Mediterraneo per avviare il processo di coesione finalizzato a rendere attuabile ed attuare quanto individuato nella premessa Dichiarazione Finale della Conferenza Ministeriale Euromediterranea. L’obiettivo è certamente ambizioso, avrà bisogno di tempo per essere realizzato e deve necessariamente essere preceduto da iniziative propedeutiche che realizzino occasioni permanenti e di basso profilo politico utili e necessarie per attivare la ricerca di una sintesi comune che permetta di individuare la reciproca utilità al confronto ed alla ricerca di soluzioni concordate. Una prima iniziativa propedeutica potrebbe essere realizzata attraverso la condivisione di un progetto comune cui si potrebbe dare il nome di “ UNA BIBLIOTECA COMUNE PER UNIRE CULTURALMENTE I PAESI DEL MEDITERRANEO”.
IL PARTENARIATO SOCIALE, CULTURALE E UMANO
In quest’ambito la Conferenza di Barcellona ha posto quale obiettivo primario la “ Cooperazione tra i Partner al Fine di Sviluppare le Risorse Umane e Favorire la Comprensione tra le Culture e gli Scambi tra le Società Civili.” Al fine di realizzare questo obiettivo della Conferenza di Barcellona il progetto “ Una Biblioteca Comune per Unire Culturalmente i Paesi del Mediterraneo” mira a dare voce al Dialogo Interculturale, alla conoscenza e la comprensione reciproca tra le culture, a favorire e incrementare gli scambi culturali, ad attivare programmi educativi e culturali rispettosi delle singole identità culturali. La realizzazione di questi sub-obiettivi del progetto comuni e connessi alla realizzazione delle finalità del Partenariato Sociale, Culturale e Umano possono essere, propedeuticamente, favorite e realizzate con la creazione di una Biblioteca Comune che Unisca Culturalmente tutti i Paesi che si Affacciano sul Mediterraneo.
IL PROGETTO
Il progetto “ Una Biblioteca Comune per Unire Culturalmente i Paesi del Mediterraneo” potrebbe attuarsi:
- individuando inizialmente una città, per ognuno dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, che ospiterà la Biblioteca Comune e che conterrà i mille libri maggiormente rappresentativi della cultura di ogni singolo paese che ne farà inizialmente dono agli altri paesi che partecipano al progetto. Ogni Paese che istituirà la Biblioteca Comune provvederà a far tradurre i mille libri donati da ogni singolo paese, pubblicati nella lingua del paese donante, nella lingua del paese che riceverà i mille libri.
- Ogni anno ogni paese che parteciperà al progetto interculturale provvederà a fornire gli altri paesi che partecipano al progetto altri mille libri che, così come i primi mille, saranno tradotti e pubblicati nella lingua del paese ricevente.
- Ogni anno i rappresentanti dei paesi che aderiranno al progetto organizzeranno, a rotazione e nei singoli stati, un convegno che valuterà gli obiettivi raggiunti, i miglioramenti da attuare e gli effetti che si sono avuti nel miglioramento della comprensione e della integrazione culturale comune.
- Il progetto Biblioteca Comune dovrebbe essere completato con la istituzione di un Premio Letterario annuale riservato alle opere che siano le più rappresentative della cultura del paese di provenienza dell’autore e che sia uno dei paesi che partecipano al progetto.
- La giuria che giudicherà le opere che partecipano al concorso letterario sarà formata dai rappresentanti segnalati, uno per ogni paese che partecipa al progetto e da rappresentanti provenienti da altri paesi ma di livello internazionale.
- Per quanto attiene la sede italiana sarebbe proponibile la città di Catania che potrebbe allocare la biblioteca presso uno degli immobili sequestrati alla mafia o in altra sede ritenuta idonea.